Analisi Tattica Porto – Juventus 0-2 – Champions League 2016/17

Il Porto si presenta alla gara con diversi cambi di formazione. Nel 4-1-3-2 di Espirito Santo, rimangono fuori Oliver Torres e Corona, e giocano Ruben Neves ed Ander Herrera. Due scelte che fanno già capire come il tecnico portoghese voglia impostare una gara difensiva, lasciando due fuori due calciatori che danno molta velocità alla manovra, ma che sarebbero andati in mismatch contro i giocatori della Juventus.

Allegri, invece, conferma la formazione titolare, con l’assenza di Bonucci, confermata il giorno prima. Tornano al centro della difesa Barzagli e Chiellini, Lichtsteiner è preferito a Dani Alves sulla destra, e il resto della squadra è il solito undici che Allegri sceglie da quando fa giocare la sua Juventus con il 4-2-3-1.

PRIMA DELL’ESPULSIONE

Il 4-4-2 in fase di non possesso della Juventus. Dybala ed Higuain scaglionati, a schermare i due centrocampisti del Porto.

È un errore affermare che la Juventus è stata molto agevolata dall’espulsione di Alex Telles al 26′. In realtà il Porto aveva già deciso, con le scelte di formazione di Espirito Santo, e con l’atteggiamento della squadra, che preferiva attendere molto bassa la squadra di Allegri, tanto che i numeri parlano abbastanza chiaramente, con la Juve che arriva al 26′ con il 66% di possesso palla.

I portoghesi si sono resi poco pericolosi, e come prevedibile, quando hanno trovato i due centrocampisti davanti la difesa schermati per bene da Dybala ed Higuain, hanno cominciato a lanciare lungo verso le due punte, che però hanno toccato pochissime palle, naturale quando hai di fronte due colossi del gioco aereo come Chiellini e Barzagli.

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La Juventus fa partire l’azione affidandosi soprattutto ai piedi di Pjanic. Anche il Porto ha impostato un sistema di marcature, che scatta quando la palla passa dai centrali, al bosniaco e Khedira, oppure va ai terzini.

 

Le palle passano quasi tutte dai piedi di Miralem Pjanic, che tornato a svolgere i compiti di regia, ed affiancato a Khedira, sembra aver trovato il suo habitat naturale. Nei minuti precedenti l’espulsione sarà l’uomo che avrà toccato più palloni (36), ed effettuato più passaggi (31). La maggior parte di questi vengono indirizzati verso l’esterno del campo, dove il Porto, come era prevedibile, va in difficoltà.

I due falli letali di Alex Tellenascono da un atteggiamento fin troppo esuberante del terzino ex-Inter, che lascia intendere che in qualche modo l’allenatore abbia dato disposizione alla squadra di chiudere in tutti i modi gli spazi sulle fasce. Allegri, dal canto suo, ordina ai suoi di lasciare sempre un uomo molto largo sull’esterno, che sia esso Lichtsteiner, Cuadrado, o Alex Sandro.

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Il secondo fallo di Telles, in particolare, è di una stupidità enorme. È vero che lo svizzero stava andando quasi da solo sulla fascia a crossare, ma l’area era ben presidiata dai compagni del brasiliano.

 

DOPO L’ESPULSIONE

 

Occupazione corridoi centrali juventus

L’espulsione di Telles permette alla Juventus di occupare tutti i corridoi verticali del campo, con addirittura 8 calciatori. Il gol è una conseguenza inevitabile.

La partita si mette in discesa per la Juve. Barzagli e Chiellini, non al 100%, riducono al minimo il lavoro difensivo, giocando per diversi minuti nella parte di campo del Porto, Lichtsteiner ed Alex Sandro rimangono larghi per dare ampiezza alla squadra, e provare a dare squilibrio all’ordinato e stretto 4-4-1 del Porto.

Il giocatore che approfitta di più della superiorità numerica è Dybala, che galleggia fra le linee, calcando il campo soprattutto nella trequarti. I portoghesi non impostano una buona marcatura sull’argentino che è libero di scambiare con i calciatori più tecnici della squadra, Pjanic, Cuadrado ed Higuain.

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L’ex-Palermo totalizzerà 2 passaggi chiave, e 5 tiri totali. Uno di questi, colpisce il palo.

 

La Juventus nel secondo tempo gestisce molto la palla, la manovra è lenta, e non è difficile difendersi per il Porto, ma di fatto i padroni di casa non vedono mai la sfera, e non riescono ad impostare un’azione degna di nota. La Juve tira molto da fuori (il 53% dei tiri totali) e difficilmente fa arrivare la palla ad Higuain o Mandzukic. I pochi palloni toccati dal bomber argentino però per poco non si trasformano in oro. 

Al 66′ entra Pjaca per Cuadrado, il croato con la sua voglia di stupire crea un paio di azioni pericolose, sviluppando il gioco sulle fasce, ma la rete del vantaggio nasce da un rimpallo abbastanza fortuito. La Juve raccoglie quello che ha seminato durante tutta la partita, nella maniera più fortunosa, grazie al gol del subentrato.

Danilo Pereira è un gran calciatore, ma se ha un difetto, è quello di non riuscire ad assorbire gli inserimenti alle spalle. Pjaca ne approfitta, con un po’ di fortuna.

Il raddoppio, repentino, arriva utilizzando la seconda arma che la Juve ha scelto di utilizzare in questa partita: l’attacco del lato debole. Il Porto è stato attento a non concedere troppi spazi centralmente alla squadra di Allegri, ma se difendi meglio a centro, inevitabilmente devi concedere qualcosa sulle fasce, ancora di più se sei in 10 vs. 11. 

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Nel primo tempo la Juventus aveva provato ad attaccare il lato debole; nell’occasione del gol è bravo Dani Alves a coordinarsi, ma Diogo Jota dorme, e non nota l’inserimento del terzino brasiliano.

 

PROSPETTIVE PER IL RITORNO

A meno di catastrofi, il Porto ha l’1% di possibilità di passare ai quarti di Champions League. La Juventus difficilmente subisce più di 1 gol in casa, figuriamoci 3, senza subirne neanche uno. Inoltre la squadra di Espirito Santo ha denotato tutt’una serie di punti deboli che sono stati individuati e prontamente utilizzati a proprio favore da Allegri. La scelta del tecnico portoghese di attendere, già dall’inizio della partita, è veramente discutibile.

Allegri esce da vincitore totale della gara, ringraziando Alex Telles. L’esclusione di Bonucci poteva essere un boomerang per l’allenatore toscano, ed invece è diventata quasi una formalità, un’occasione per il centrale ex-Bari per riflettere, e riposarsi. La qualificazione ai quarti non sembra in discussione, e Allegri potrà concentrare le energie al meglio sul campionato e sulla Coppa Italia, continuando a sviluppare il gioco attorno al 4-2-3-1.

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