Analisi Tattica Napoli – Juventus 1-1 – Serie A 2016/17

Le scelte più controtendenza all’inizio del match arrivano da Allegri, che sceglie di tenere in panchina lo stanco Cuadrado e Dybala, acciaccato, per inserire Lemina sulla destra, mentre Alex Sandro riposa in vista del rematch di Coppa Italia di mercoledì. Col gabonese in campo, potrebbe sembrare un tentativo di ritorno al 4-3-1-2, con Pjanic dietro le due punte fisiche, Higuain e Mandzukic, ma in realtà Lemina giocherà sulla destra con il compito di coprire il più possibile sul lato sinistro del Napoli. Il bosniaco, invece, per la prima volta viene schierato da trequartista con il nuovo modulo.

tocchi e zone lemina catena sinistra del napoli

A sinistra la heat map della catena di sinistra del Napoli (Strnic-Hamsik-Insigne), a destra quella di Lemina.

Nel Napoli tutto confermato, con Reina infortunato e Rafael in porta, e Strnic sulla sinistra, mentre a centrocampo torna il terzetto “storico” di Sarri, con Allan-Jorginho-Hamsik, e in attacco il tridente leggero.

UN LAMPO-JUVE, E POI IL NULLA

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La Juventus ha segnato nove gol nei primi 10 minuti di gioco in questo campionato, più di ogni altra squadra.

 

La Juventus in fase di costruzione affronta i problemi che ogni squadra che gioca contro il Napoli si trova di fronte: il pressing asfissiante che la squadra di Sarri effettua sui bianconeri costringe Buffon, e i due centrali, a provare degli attacchi diretti verso Mandzukic, o Lemina, per superare le linee di pressione. Uno degli espedienti più utilizzati da Allegri in questa stagione.

Il gol del vantaggio della Juventus nasce da una di queste situazioni. Marchisio lancia verso Higuain a centro area, Raul Albio esce in anticipo aereo, ma il rinvio di testa non è preciso, sulla seconda palla si fionda Khedira che con un’azione individuale salta tre uomini, scambia velocemente con Pjanic e colpisce Rafael. 

La Juventus finalizza alla prima occasione creata, che poi si rivelerà il primo tiro di 4 totali in tutta la partita, l’unico veramente pericoloso.

Segnata la rete del vantaggio, la Juve decide di rinchiudersi in un 4-4-2, molto basso, con i reparti strettissimi fra di loro e ben coordinati. L’atteggiamento dei bianconeri diventerà di minuto in minuto sempre più rinunciatario. I contropiedi saranno pochi, e mal orchestrati, complice soprattutto l’assenza di Dybala Cuadrado, i due uomini che più sanno giocare negli spazi stretti e raccordano meglio i reparti.

napoli juve analisi tattica distanza fra higuain e mandzukic

Durante quasi tutta la gara Higuain sarà molto staccato dalla manovra, ogni contropiede sarà sterile e l’argentino quasi sempre in inferiorità numerica contro i due centrali partenopei.

COME IL NAPOLI ATTACCA

Il Napoli subisce il colpo, ma reagisce velocemente, e comincia a tessere la consueta ragnatela di passaggi, attaccando molto sul lato sinistro con gli scambi stretti fra terzino, ala, e centrocampista, con Mertens che prova a far uscire dalla propria posizione uno dei centrali con i movimenti ad andare incontro alla palla, e il consueto tentativo di trovare Callejon libero sulla destra con i precisi tagli di Insigne. Durante tutto il primo tempo, tuttavia, la solidità difensiva avrà la meglio sui partenopei. I tagli verso Callejon vengono assorbiti con il lavoro diligente di Asamoah in marcatura, e a volte addirittura con i raddoppi di Mandzukic, mentre poche volte i due centrali bianconeri cadranno nella trappola che proverà a tendere Mertens con i suoi movimenti. La variante, impazzita, tuttavia, sarà Hamsik, che con i suoi continui movimenti fra le linee metterà molto in difficoltà i centrocampisti della Juve. La scelta di Sarri di puntare tutto, ancora, sul tridente “basso” tuttavia si rivelerà alla lunga controproducente, poiché saranno tantissimi i tentativi di cross ben indirizzati al centro dell’area, che verranno prontamente intercettati dalla contraerea juventina.

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3 cross completati su 22 tentati per il Napoli. Forse con Milik o Pavoletti per qualche minuto in campo, qualcosa sarebbe cambiata.

 

Il Napoli, nonostante la buona fase difensiva della Juventus, crea molte occasioni da rete, la maggior parte di essere nasce dal pressing veramente ben fatto da tutti gli effettivi, che crea grandi difficoltà ai bianconeri. Quando la squadra di Sarri perde il pallone, diventa paradossalmente ancora più pericolosa, poiché in transizione negativa gli azzurri tendono ad aggredire il portatore di palla, recuperare la sfera e orchestrare delle azioni ancora più veloci. L’occasione più ghiotta per pareggiare arriva al 19′, quando la Juventus, aggredita continuamente dai tre attaccanti del Napoli, porta la palla indietro, e Chiellini sotto pressione sbaglia l’appoggio in fase d’uscita.

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SECONDO TEMPO

Il copione della gara non cambia anche all’inizio del secondo tempo, il Napoli però insiste di più sul gioco palla a terra, provando meno cross. Allegri capisce che Higuain è veramente troppo isolato e Pjanic per caratteristiche proprie è più un centrocampista che un metronomo che fa sponda fra reparti, l’argentino interpreta la gara in maniera più audace ad inizio secondo tempo, provando ad orchestrare qualche contropiede venendo a prendere la palla qualche metro indietro. 

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Le combinazioni fra Hamsik e Insigne stordiscono il lato destro della squadra bianconera. Al 15′ del secondo arriva così la meritata rete del pareggio, con Marek Hamsik. Il centrocampista slovacco come sempre ha abbinato qualità e quantità ad una prestazione veramente d’alto livello: 3 passaggi chiave, 87% di passaggi riusciti, più della metà dei quali effettuati in avanti, oltre alla rete decisiva per il pareggio.

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Fino alla rete di Hamsik il Napoli aveva tirato 13 volte, la Juventus solo 4. I bianconeri dopo il pari migliorano un po’ il possesso palla, ma continuano a non produrre niente offensivamente, così dal 60′ in poi non si avvicineranno più alla porta.

La squadra di Sarri ha la ghiotta occasione di andare in vantaggio 4 minuti dopo il pari, la solita grande pressione esercitata dai partenopei porta Asamoah a direzionare uno scriteriato passaggio all’indietro verso Buffon, che viene anticipato da Mertens. In qualche modo il portiere tocca il pallone, che resta in campo ed il belga da posizione impossibile viene fermato dal legno.

CONCLUSIONI

Nella parte finale del match i cambi di Allegri (in particolare Cuadrado e Dybala) cambiano poco, l’atteggiamento della Juventus diventa sempre più difensivo, mentre Sarri non può mandare in campo una punta per via di alcuni acciacchi che lo portano a inserire Rog, Zielinski e Ghoulam.

Alla fine vince l’equilibrio, l’ordine quasi militaresco dei campioni d’Italia, confermato dalle parole di Allegri a fine partita. Il tecnico ex-Milan ha affermato di accettare con grande favore il pari finale perché mantiene la squadra di Sarri a buona distanza (10 punti) e la Roma a sei punti, un margine comunque ragionevole per credere di potersi assicurare il campionato.

Il pensiero di Allegri, ovviamente, è andato alla prossima gara, che il caso ha voluto sia un’altra Napoli-Juventus, questa volta di coppa Italia. Probabile che i bianconeri metteranno in campo gli stessi principi della gara di ieri, con un paio di interpreti in cambio che potrebbero fare la differenza in fase di transizione (Dybala e Cuadrado).

Sarri, invece, ha scelto la via giusta per provare a colpire la roccaforte bianconera, ma avrà bisogno di una torre in più se vuole sperare di segnare duo (o più gol) e passare il turno. Per il resto, il solito grande gioco fatto di verticalizzazioni improvvise miste a fasi di possesso prolungato, ha messo in difficoltà (e non poco) la Juventus.

 

 

 

 

 

 

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