La Supercoppa italiana mette di nuovo di fronte Juventus e Milan, a due mesi di distanza dall’ultima sfida a San Siro. I due allenatori hanno sciolto i grossi dubbi dei quali abbiamo parlato nella preview, Montella ha confermato la mediana con Locatelli, Bertolacci e Kucka, mentre Allegri ha confermato in blocco l’undici iniziale di Juventus-Roma, con Pjanic trequartista, la doppia coppia di corazzieri, Higuain-Mandzukic, relegando Cuadrado e Dybala in panchina.
La partita inizia in maniera abbastanza bloccata, la Juventus ha il predominio territoriale, il Milan decide di non marcare i due centrali difensivi bianconeri, ma controlla le possibili fonti di gioco, come Marchisio e Pjanic. Così Rugani e Chiellini tenteranno più volte l’arma che finora ha rotto gli equilibri nelle partite che la Juventus non ha dominato, ma vinto: lancio lungo verso l’attacco, per sfruttare la predominanza fisica dei due attaccanti, affiancati da Sturato, sempre in appoggio all’azione per raccogliere le seconde palle. Molte volte Pjanic arretra per aiutare la squadra a sviluppare meglio la manovra, ma viene quasi sempre ignorato.
Così, grazie ad una serie di azioni simili, la Juventus va vicina al gol. A fine partita Chiellini e Rugani saranno quelli che avranno effettuato infatti più passaggi lunchi, 18 l’ex-Livorno, 13 l’ex-Empoli. Il gol della Juventus arriva da un calcio piazzato, un angolo, guadagnato dalla Juventus grazie ad un’azione simile, a quella descritta poco fa.
Il vantaggio non scompone il Milan. I rossoneri applicano i loro principi di gioco, incuranti della caratura dell’avversario che si trovano di fronte. L’azione parte sempre da dietro, è sempre fluida, nonostante la Juventus pressi bene, in maniera organizzata, e sempre aggressiva. I rossoneri si giocano la Supercoppa italiana giocando sulle fasce, e cercando di allargare le maglie della difesa dei campioni d’Italia con i continui cambi di gioco, da un lato all’altro del campo.
La squadra di Montella crea gioco attraverso la costruzione di catene di 3, addirittura 4 giocatori, e facendo così arretrare l’avversario. Bertolacci e Kucka vanno ad associarsi alle coppie terzino-ala, in particolare Bertolacci a sinistra con Bonaventura e De Sciglio, Kucka a destra con Suso e Abate. E’ dal lato destro che arrivano la maggior parte dei pericoli per la difesa della Juventus. Suso ha effettuato 24 cross durante tutta la gara, Abate 7, lo spagnolo ha anche totalizzato ben 5 passaggi chiave, almeno 3 in più di qualsiasi altro giocatore della Juventus.
Fuori Sandro, fuori la Juve
Al 31esimo esce Alex Sandro, la Juve perde il catalizzatore di gioco principale sulle fasce, al suo posto (cambio naturale) entra Evra, non è un caso che dopo neanche 6 minuti arrivi il pareggio del Milan. La palla passa velocemente da un lato all’altro del campo, con l’aiuto dei difensori coinvolti nella fase di possesso. Suso pennella un pallone perfetto per Bonaventura, che con un movimento tanto inaspettato, quanto azzeccato, sorprende tutti. La difesa della Juve viene ancora una volta allargata dai continui scambi sulle fasce, Evra viene attratto fuori posizione da Abate, Chiellini lascia Rugani solo in area, a marcare Bacca, con Bonaventura che anticipa il diretto marcatore (Lichtsteiner), il tutto alle spalle di Marchisio, che si accorge troppo tardi dello spazio lasciato.
Dal gol del pareggio in poi, difficilmente il Milan ha perso il bandolo della matassa, continuando a sviluppare il gioco con le sue combinazioni veloci nelle fasce, con un possesso palla ragionato ed efficace. E’ sembrato un po’ in ombra Bacca, in realtà alla punta del Milan di Montella non si chiede un grande lavoro fuori dall’area, vista la gran mole di gioco che i compagni creano per lui, ma questa volta il colombiano è sembrato veramente poco lucido nelle scelte vicino la porta.
La Juventus fa poco per impensierire i rossoneri, fino all’ingresso di Dybala al 66esimo. L’argentino pur non essendo un trequartista nato, funge meglio da raccordo fra attacco e centrocampo rispetto all’impalpabile Pjanic, e anche solamente la sua presenza all’interno del campo crea qualche apprensione in più alla retroguardia rossonera. L’ex-Palermo è importante sia perché va sempre a posizionarsi fra linee, sia per i movimenti che compie partendo da destra, per poi accentrarsi improvvisamente senza palla, per farsi trovare libero fuori dall’area per colpire.
Troppe chances sprecate
A fare la differenza saranno però i portieri, o gli errori degli attaccanti sotto porta. Proprio Dybala avrà l’occasione per il 2-1 e per portare a casa la Supercoppa, ma il Milan va più volte vicino a vincere il match con il palo di Romagnoli, e una serie di chance sprecate in maniera grossolana da Bacca. La partita si trascina ai supplementari, seguendo il piano dei primi 90 minuti. Il Milan non accenna a fermarsi e crea in continuazione occasioni con cross e scambi veloci verso il centro, la Juventus sfrutta le transizioni positive, ravvivate dalla presenza di Dybala.
Il finale ai rigori sembra quasi letterario a un certo punto del match. Un finale epico, per una finale di Supercoppa italiana veramente ben giocata. L’impressione è che il pareggio, a fine match, stia più stretto al Milan, che alla grande favorita, la Juventus, e rimangono alcuni grossi interrogativi sulle scelte di Allegri. Non tanto il perché abbia preferito far entrare Dybala nel secondo tempo, ma il perché abbia deliberatamente scelto di continuare a metterla sul piano fisico, anche quando sembrava chiaro che Montella avesse trovato la chiave per sorpassare il problema. L’inserimento di Cuadrado, per creare un’ulteriore fonte di gioco a destra, e un compagno a Dybala per scambiare e impensierire la fascia sinistra del Milan, avrebbe potuto risolvere un match che ha visto la Juventus fin troppo sconfitta dal piano del gioco.
Come preannunciato, nella nostra preview, la vittoria della Supercoppa italiana da parte del Milan apre scenari imprevedibili. L’entusiasmo è tornato dopo anni di buio, e l’artefice di tutto questo sembra essere uno solo: Vincenzo Montella. L’allenatore campano ha riportato un piano di gioco, ha rivitalizzato calciatori depressi, messo al centro della squadra un talento come Suso, che crea gioco con una facilità disarmante, e addirittura ha raggiunto l’impossibile traguardo di dare una solidità al reparto difensivo, senza neanche un acquisto degno di nota nel mercato estivo.
La Juventus deve interrogarsi sui dubbi tattici di Allegri. Il toscano sembra quasi andare in palla quando ha abbondanza nel reparto offensivo, e dovrà trovare il modo di far convivere le stelle che la società gli ha messo a disposizione, creando un gioco più scintillante e più adatto alle qualità di Dybala, Pjanic, Higuain e Cuadrado, piuttosto che chiudersi a riccio nel resultadismo che, da qualche settimana a questa parte, lo ha coinvolto in maniera eccessiva.
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