Questa volta sembra proprio finita: Antonio Cassano ha avuto un ennesimo ripensamento e ha nuovamente deciso di Verona. Ma stavolta non ci saranno colpi di scena come quello della settimana scorsa, quando annunciò il ritiro e poi venne convinto a desistere.
L’ex talento trentacinquenne si appresta così a chiudere, ancor prima di iniziare, un nuovo capitolo di una carriera fatta di pochi alti e tanti bassi, di grandi giocate e di tanti, troppi, blackout mentali che hanno minato un percorso che poteva essere diverso e migliore. Da Bari a Roma, passando per Madrid e la definitiva pace dei sensi con la maglia della Sampdoria, fino al furioso litigio, l’ennesimo di una lunga collezione, con il presidente doriano Garrone; dopo Milan e Inter, per Cassano è stato il tempo di una nuova primavera in quel di Parma, ma il crack finanziario di Ghirardi e gli imbrogli di Manenti lo hanno fatto fuggire anche da lì. Dopo un revival con i doriani, il pugliese si è ritrovato fermo per un anno, fino alla chiamata del Verona, in cui prometteva di far faville con l’amico e “gemello” Pazzini. Ma la testa è andata di nuovo in corto circuito ed è tramontato tutto.
Il presidente scaligero Maurizio Setti ha affermato che Cassano non ce la fa con la testa. Atleticamente stava rispondendo bene, ma, stando al patron, il barese non è riuscito a tenersi lucido ed è soggetto a sbalzi emotivi (“up and down”, dice Setti).
A breve inizieranno le pratiche per la rescissione del contratto. Cassano, però, ha fatto sapere di non volersi ritirare: il suo obiettivo è continuare a giocare, possibilmente in una squadra che non sia troppo lontana da Genova e dalla sua famiglia.
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