Maurizio Sarri dice si al tridente Dybala, Higuain, Ronaldo. Pero devono esserci le condizioni per sorreggerlo e in molte partite contro avversari forti questo non è possibile. Ma allora qui sorge spontanea una domanda: perché invece all’estero non si fanno problemi a schierare il tridente puro, mentre in Italia si pensa sempre all’equilibrio tattico?
Una domanda interessante, alla quale, analizzando la storia del calcio, abbiamo provato a rispondere. In Italia abbiamo sempre discusso sulla coesistenza di molti calciatori, per esempio tra Mazzola e Rivera, tra Baggio e Del Piero o tra Totti e Del Piero, mentre la nazionale brasiliana, rimanendo fedele a se stessa ha vinto 4 Mondiali su 5. Tornando in Italia uno dei primi tridenti puri è stato sicuramente quello formato da Boniperti, Charles e Sivori, i quali hanno fatto le fortune della Juventus fine anni 50 e inizio anni 60.
Da noi, tranne che da Zeman, il tridente puro è sempre stato considerato un lusso, che per motivi di equilibrio non tutti (O quasi nessuno) potevano permettersi. Eppure le eccezioni ci sono state: la Juventus 1994-96 (Del Piero, Vialli, Ravanelli), la Roma di Capello (Totti, Delvecchio, Bastistuta) e il Milan di Allegri del 2011 (Pato, Robinho, Ibrahimovic).
Prendendo in considerazioni queste 3 squadre, esse si sono tutte basate su centrocampisti muscolari per poter sorreggere gli attaccanti. Addirittura se torniamo al Milan Di Rocco abbiamo Lodetti e Trapattoni che sorreggono il centrocampo e Rivera da trequartista puro che ispira la manovra dietro Hamrin, Sormani e Prati.
Esempio interessante è stata la Juventus 2016/17, all’inizio del girone di ritorno Max Allegri ha provato, dopo la sconfitta per 2-1 contro la Fiorentina, il 4231 (Cuadrado, Mandzukic, Dybala dietro ad Higuain), esperimento già provato e che ha portato al successo l’Inter di Mourinho nel 2010 (Pandev, Sneijder, Eto’o a sorreggere Milito).In questo caso uno degli attaccanti (Mandzukic ed Eto’o nel caso specifico) ha dovuto arretrare il suo raggio di azione per poter garantire la copertura necessaria alla squadra.
Il Napoli Di Sarri è stato anch’esso una squadra particolare da questo punto di vista: una punta fissa in area di rigore (Higuain prima, Mertens poi) con 2 esterni che tagliavano sempre in area di rigore , nonostante Callejon fosse quello che spesso si sacrificava di più per i compagni.
La stampa ha giocato molto spesso su questo fatto, Sarri non è il primo che ha dovuto dare una sua versione, negli anni 90 c’era la pressione per far giocare insieme Zamorano, Ronaldo e Baggio nell’Inter (Qualche bella partita insieme hanno fatto). Anche Berlusconi, in passato, lanciava dichiarazioni più o meno velate su uno schieramento prettamente offensivo.Da ricordare un Roma Milan del 2009 in cui Ancelotti schierò un 4321 con contemporaneamente in campo Beckham, Pirlo, Seedorf, Kakà, Ronaldinho e Pato (Tanti calciatori offensivi che però rientravano poco o mai in fase di non possesso).
Senza dimenticare le pressioni fatte a Mancini ai tempi dell’Inter, in cui Ibrahimovic, Crespo e Adriano dovevano sempre giocare insieme per scardinare ogni reparto arretrato, oppure il 42 fantasia coniato da Galliani per descrivere il Milan di Leonardo (Seedorf dietro Pato, Boriello e Ronaldinho), ma anche il tridente Maradona, Giordano e Careca del Napoli di Bianchi.
All’estero invece, storicamente, non si sono mai posti questo problema, il tridente ha spesso portato grandi risultati internazionali come lo United di Best, Law, Charlton della prima Coppa dei Campioni. Ma la squadra che meglio di tutte si è identificata con il tridente è stata il Barcellona, marchio di fabbrica dei suoi allenatori più titolati, da Cruijff a L. Enrique passando per Rijkaard e Guardiola.
I “blaugrana” hanno spesso avuto un tridente offensivo, formato da alcuni dei massimi fuoriclasse di questo sport: Ronaldinho, Eto’o, Messi, Henry,Suarez, Neymar (Solo per citare alcuni nomi). Anche se c’è da dire che squadre come il Barcellona dei fantastici 4 (Ronaldinho, Eto’o, Messi, Henry ) o il Real dei Galacticos non hanno vinto nulla.
Tornando al calcio moderno, le migliori versioni del tridente puro appaiono il Liverpool di Klopp (Salah, Manè, Firmino) e il PSG di Tuchel (Neymar, Mpabbe, Icardi e Cavani che subentra spesso ad uno dei 3). Ci vuole equilibrio, ci vuole tattica, ci vogliano tante valutazioni, ma è anche vero che nella mentalità Italiana è difficile vedere il tridente puro sempre attuabile.
Eppure se la Juventus con Sarri riuscisse a schierare quel tridente, supportato da un centrocampo muscolare, con Pjanic a dare qualità alla manovra, non si escluderebbe la vittoria della Champions League. Proprio come nel 1996, guarda caso anche lì con un tridente offensivo…
Luca Meringolo
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