Beffa colossale. A dieci minuti dalla fine, l’Inter prende gol sul campo del Tottenham e complica (e non di poco il discorso qualificazione). Colpa di un primo tempo inguardabile e di una disattenzione fatale sul gol di Eriksen. In questa sconfitta, ad ogni modo, c’è tanto di Spalletti. In primis, la scelta di schierare Nainggolan. È inconcepibile che un allenatore schieri un calciatore in quelle condizioni.
Radja non stava in piedi e nel primo tempo ha disputato una gara largamente al di sotto delle sue possibilità. Palloni persi, contrasti molli, imprecisione, lentezza. Appena è entrato Borja Valero, l’Inter ha cambiato marcia. Da qui la domanda: che senso ha rischiare un giocatore in condizioni fragili e giocarsi un cambio in una partita così delicata? L’ingresso dello spagnolo infatti ha costretto Spalletti a rimandare il secondo cambio.
L’Inter di ieri sera ad ogni modo non è mancata soltanto in Nainggolan. Brozovic ha giocato una partita discontinua, Perisic ha mostrato la solita inconcludenza in attacco, Icardi non si è mai visto e Vecino non ha ostentato la solita “garra”. Una partita contratta, difficile e ostica che l’Inter non ha vissuto con lo spirito giusto.
È entrata in campo impaurita, è uscita dal campo sconfitta. E oggi la qualificazione è lontana. Perché se è vero che il Barcellona non perde in casa da 5 anni, è vero anche che la motivazione del Tottenham non è paragonabile alla serenità con cui scenderanno in campo i blaugrana già qualificati.
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