Non si ferma più l’incredibile corsa di un meraviglioso Matteo Berrettini agli Us Open 2019 dove, con una vittoria al cardiopalma dopo quattro ore di battaglia, ha strappato il biglietto d’accesso per le seminali del torneo.
Un trionfo incredibile quello che ha monopolizzato l’intera serata italiana e che ha visto il giovane azzurro primeggiare, al tie break del quinto set, nonostante alcuni match point tremebondi sprecati, contro un veterano del circuito come Gael Monfils.
Il “novellino” per la prima volta nei quarti di finale di un major, dopo l’inizio emozionato e contratto che gli è costato il set, ha messo in scena pezzi pregiatissimi del suo incredibile repertorio per rimettere subito le cose a posto portandosi addirittura avanti per due set a uno.
Qui, però, ad attenderlo c’era la grande reazione del francese che, sfruttando le sue immense qualità fisiche e il suo talento cristallino mixato con indomabile potenza soprattutto con il diritto, ha trascinato la sfida al quinto e decisivo set.
Il parziale conclusivo è stato un susseguirsi di emozioni differenti, un’altalena di rendimento e di pathos che ha visto prima l’azzurro scappare avanti, poi farsi riacciuffare per poi approfittare di alcune scelte sciagurate del suo avversario per costruirsi un solido vantaggio di 5-2.
Ma qui, nel momento più bello, quello dove, però, anche il braccio può, con paura e tensione, voler essere protagonista, Berrettini ha commesso un doppio fallo sul match point e, in un attimo, si e ritrovato inguaiato nell’imprevedibile tela di Monfils.
Dal 5-5, quando ogni punto era diventato fondamentale e la palla pesava oltremodo in ogni singolo colpo giocato, Berrettini ha prima rimontato, poi tenuto il servizio, poi ritrovato match point e poi dovuto accettare, nuovamente, l’imprevedibile esecuzione di colpi di Monfils che alternava, uno dopo l’altro, doppi falli, ace, vincenti, errori senza una vera e propria logica ma riuscendo infine a trascinare tutto al tie break.
Qui a fare la differenza, oltre alla tenacia di Berrettini, alla dannata voglia di farcela per evitare il rammarico di aver sprecato qualche occasione di troppo, ci ha pensato ancora una volta Monfils che, decisamente più passivo e in balia degli eventi, ha commesso due scellerati doppi falli uno all’inizio e uno nel cuore del lungo game decisivo, regalando così un’occasione di più che l’azzurro non ha sprecato.
Adesso per Berrettini, primo italiano in semifinale agli Us Open dopo 42 anni, primo di sempre nel complesso di Flushing Meadows, ci sarà la sfida delle sfide contro un signore del tennis come Rafael Nadal che, in questo 2019 di assoluto livello, ha centrato la decima semifinale su undici eventi disputati.
Il tennista spagnolo, già vincitore in tre occasioni sul cemento di New York, l’ultima due anni fa, ha strappato il pass per la semifinale grazie al successo, strano e più equilibrato di quanto il punteggio non suggerisca, contro Diego Schwartzman mancato un po’ nella fasi salienti soprattutto dei primi due parziali.
Tra Nadal e Berrettini non ci sono precedenti ed è inutile dire che sarà una partita ricca di emozioni, di magia, perché inaspettata solo qualche giorno fa, ma per l’azzurro sarà comunque una grande occasione per fare esperienza, per godersi un palcoscenico da urlo senza davvero nulla da perdere, con la consapevolezza che, in futuro, tornare qui, a giocarsi partite del genere, potrà non essere più una sorpresa.
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