42 anni dopo l’ultima volta un italiano torna nei quarti di finale a Flushing Meadows grazie ad un performance stellare, degna di un campione già veterano che, invece, è appena un talentuoso e rampante ventitreenne.
Matteo Berrettini vola per la prima volta in carriera nel quarti di finale di un major, al suo secondo tentativo dopo la netta sconfitta contro Roger Federer poche settimane fa a Wimbledon, e lo fa su quella che, molto probabilmente, è la sua superficie ideale.
A New York, Berrettini, emerso già da un primo turno che si preannunciava ricco di insidie contro Richard Gasquet, ha annichilito, negli ottavi di finale, il giovane russo, altrettanto talentuoso, Andrey Rublev con il pesante score di 3 set a 0 con qualche patema di troppo solo nel terzo, chiuso con enorme personalità al tie break.
Il tennista romano, al momento virtualmente numero 17 della classifica mondiale, sfiderà adesso, per la prima volta sul circuito, il francese Gael Monfils, che a New York vanta una semifinale raggiunta nel 2016 e che ieri, in scioltezza, ha spazzato via lo spagnolo Pablo Andujar.
Nell’ultimo quarto di tabellone, invece, supera con successo, e in modo assolutamente convincente, il primo test del suo torneo, il numero due del mondo Rafael Nadal che, in quattro set ha piegato la resistenza del campione 2014 Marin Cilic, alla sua migliore prestazione di un 2019 davvero opaco.
Ora per il tennista spagnolo, alla caccia di un quarto sigillo sul cemento newyorchese, ci sarà l’incrocio con l’encomiabile argentino Diego Schwartzman, di ritorno nei quarti di finale a Flushing Meadows dopo la splendida corsa realizzata due anni fa.
Schwarztman ha avuto la meglio, rimontando un parziale di svantaggio, dell’ex numero tre del mondo Alexander Zverev, qui sesta testa di serie che, anche per quest’anno, fin qui decisamente meno positivo del precedente, deve dimenticarsi della possibilità di centrare i quarti agli Us Open.
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