Quando Serena Williams trionfò per la prima volta a New York ormai 20 anni fa, Bianca Andreescu, la sua prossima avversaria, sabato, nella finale di questa edizione degli Us Open, non era ancora nata.
Un solo dato, un’unica statistica per spiegare l’incredibile confronto diretto che chiuderà questa stagione di slam al femminile con la regina statunitense ancora alla disperata caccia del major numero 24 e l’altra, invece, per la prima volta in tabellone a New York, alla ricerca della prima dolcissima gioia.
18 anni di differenza tra le due, una “maggiore età” di mezzo che, però, non ha apportato modifiche a tecniche e stili ed infatti, la finale di sabato, sarà la perfetta conclusione della stagione estiva nordamericana con due tra le migliori interpreti del gioco completo, propositivo e a tutto campo che sul cemento premia sempre.
Serena Williams, alla finale slam numero 33 e alla vittoria numero 101 a Flushing Meadows, seconda sola, in entrambe le classifiche, a Chris Evert, ha spazzato via la numero cinque del tabellone, e futura numero tre lunedì, Elina Svitolina che nulla ha potuto contro l’ennesima impressionante versione della statunitense in queste due settimane newyorchesi.
Williams ha concesso appena quattro giochi in tutto il match tenendo incredibile percentuali al servizio, sfruttando al massima la qualità innata della sua risposta sul servizio non irresistibile dell’avversaria, e tirando vincenti da un lato all’altro del campo per una prestazione che, inevitabilmente la renderà favorita anche nella finalissima di domani.
Tuttavia, ciò che ha frenato la regina del tennis in gonnella nelle ultime tre finali slam perse tra Wimbledon e New York nelle ultime due stagione, è stata la tensione mentale ad un passo dal traguardo, la consapevolezza di essere ad un nulla da un risultato straordinario e, allo stesso tempo, l’incapacità di agguantare il bottino.
Come nella passata stagione, Serena troverà dall’altra parte della rete, una giovane rampante del circuito femminile, campionessa ad Indian Wells nello stesso anno, alla prima finale in un major, esattamente come fu Naomi Osaka dodici mesi fa.
Quest’anno, però, è la sensazionale canadese Bianca Andreescu, sconfitta solo quattro volte nel corso di tutta la stagione e messa ko più dagli infortuni che dalle avversarie, complicazioni che, comunque, non le hanno vietato l’ingresso, ad appena diciannove anni, già tra le prime dieci giocatrici del mondo.
La tennista canadese, come detto alla prima partecipazione a New York, ha sconfitto in due set molto equilibrati la svizzera Belinda Bencic, pure lei mai così avanti in uno slam, trionfando al tie break nel primo e rimontando, invece, da un doppio break di svantaggio nel secondo.
Ora, per lei, ci sarà la finale più attesa, l’incrocio dei sogni contro la campionessa di tutti i tempi, l’occasione d’oro per brillare definitivamente già giovanissima, da giocarsela con la convinzione che sarà solo la prima di una serie di giornate speciali e di partite memorabili.
Già a Toronto, poche settimane fa, le due erano attese l’una di fronte all’altra in finale, con un hype alle stelle per una sfida che assomiglia tanto, soprattutto sul cemento, ad un possibile passaggio di consegne tra dominatrici del circuito, ma purtroppo la schiena mise subito ko la statunitense costretta al ritiro dopo solo quattro giochi.
Domani, inevitabilmente, sarà tutta un’altra storia: arriverà finalmente il titolo slam numero 24, davanti al suo pubblico, per Serena o sarà la giovanissima Bianca a piazzare il colpo grosso nella città che realizza i sogni, anche quelli più assurdi?
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato sulle ultime novità, i Pronostici Scommesse e i migliori Bonus Bookmaker.