Se Alexander Zverev è già una realtà a tutti gli effetti del tennis mondiale, anche il suo giovane connazionale Rudolf Molleker merita grande attenzione.
Il tedesco, classe 2000, maggiorenne da solo poche settimane, ha mosso i primi piccoli ma intraprendenti passi nel circuito dei grandi in questa ultima stagione destando buone sensazioni.
La scuola teutonica, che già con le donne, con la tre volte campionessa slam Angelique Kerber e le ottime colleghe Julia Goerges, Andrea Petkovic e Sabine Lisicki, ha regalato gioie in questi ultimi anni, spera molto nel già affermato Zverev e nel possibile astro nascente Molleker.
NOME | RUDOLF |
COGNOME | MOLLEKER |
DATA DI NASCITA | 26.10.2000 |
NAZIONE | GERMANIA |
RANKING | 198 |
COLPO PREFERITO | ROVESCIO |
HIGHLIGHTS | W CHALLENGER HEILBRONN |
Il giovane ragazzo nato a Severodonetsk, in Ucraina, ha iniziato a giocare a tennis ad appena 5 anni con un idolo su tutti negli occhi, quel Roger Federer che, in quegli anni, dominava in lungo e in largo nel suo periodo di massimo splendore.
Dallo svizzero non ha rubato il rovescio ad una mano e nemmeno la qualità tecnica ed estetica che da sempre lo contraddistingue, ma la voglia di diventare un campione, quella sì.
Molleker, ad appena 17 anni, ha conquistato, in questa prima stagione con qualche capatina nel circuito maggiore, le prime vittorie a livello ATP, entrambe in due tornei sul suolo di casa ma su superfici diverse.
Nell’estate tedesca, Molleker ha passato il primo turno sull’erba di Stoccarda, battendo in tre set il ben più esperto connazionale tedesco Jan Lennard Struff, ottenendo così il primo successo in carriera a livello ATP.
Il mese seguente, nel ben più prestigioso ATP 500 sulla terra rossa di Amburgo, il giovane tedesco ha sconfitto all’esordio l’ex top ten e finalista slam David Ferrer, decisamente calato nel corso delle ultime stagioni, ma non per questo tale da svilire il suo successo.
Due vittorie che gli hanno regalato una buona dose di fiducia oltre a splendide ed indelebili emozioni e che, vista la diversa tipologia di avversario e di superficie, mostrano anche una spiccata universalità di gioco.
L’altezza non mente e la fisicità è quella tipica tedesca, alto 1,85 m, Molleker fa della prestanza fisica una sua prerogativa chiave, strizzando l’occhio nemmeno troppo velatamente ad un tennis potente e muscolare.
Sostenuto dall’altezza nell’esecuzione del servizio, questo colpo risulta una buona arma soprattutto sulla prima palla, precisa, solida e a tratti davvero dirompente.
Però, Molleker dovrà perfezionare il rendimento con la seconda, ancora troppo tenera e prevedibile, scarsa di variazioni ed efficacia, in modo particolare quando la tensione sale ed il punto inizia a pesare.
Tra i due fondamentali a rimbalzo eccelle senz’altro il rovescio e bastano davvero pochi scambi per rendersi conto della maggiore solidità e della naturale fiducia che caratterizza questo ottimo colpo bimane.
Il rovescio appare fluido nel movimento, senza fronzoli e per nulla macchinoso, oltre che estremamente preciso tanto nell’uscita sul lungo linea quanto nella traiettoria più classica in diagonale, alternando palle rapide ad altre più cariche e lavorate, e riuscendo con abilità a sfruttare tutte le angolazioni a sua disposizione.
Il diritto, invece, appare ancora decisamente acerbo, più costruito e per questo più propenso a tradirlo nelle situazioni di difficoltà emotiva, o quando il ritmo impresso allo scambio sale vertiginosamente tanto da indurlo, ancora piuttosto facilmente, all’errore.
Senza dubbio il lavoro su questo fondamentale dovrà essere ancora tanto e, nello specifico, per quanto concerne la solidità e la continuità ancora prima che la pericolosità del colpo.
Osservandolo anche solo dopo pochi scambi, è facile ed immediato immaginare una sua naturale propensione, anche in virtù della fisicità già massiccia, ad un gioco aggressivo, propositivo e sempre alla ricerca del comando dell’iniziativa e del punto.
In realtà, nel tennis di Molleker c’è molto più ragionamento di quanto possa sembrare e, malgrado la struttura fisica, non disdegna di giocare punti in difesa, in manovra, in costruzione sfruttando una buona preparazione fisica e discrete doti difensive.
Risulta, però, altrettanto inevitabile limitare questo tipo di scambi più laboriosi e faticosi qualora, come nel suo caso, ed in particolare sulle superfici rapide, la fisicità, e la generale qualità dei colpi, consentano un gioco più in spinta e travolgente.
Da un punto di vista mentale, malgrado la giovane età che, essendo sinonimo di mancanza di esperienze importanti e di abilità a vivere certi momenti di tensione, la sua attitudine è decisamente positiva, molto “tedesca” per certi versi, poco furioso e piuttosto lucido e freddo.
La sua migliore qualità, come da lui stesso dichiarato, è lo spirito combattivo, da puro “fighter”, che lo spinge ogni giorno a migliorarsi sul campo in vista dei grandi risultati e traguardi che sogna di raggiungere.
Impossibile sapere se ne sarà in grado o meno, ma dalla sua, oltre a questo forte spirito da combattente e questa bruciante voglia di arrivare al successo, avrà la possibilità di condividere con un connazionale poco più grande di lui, il numero tre del mondo Alexander Zverev, questa esperienza sul circuito.
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