Oggi è il compleanno di Silvio Berlusconi: riviviamo insieme la sua storia da presidente del Milan 

Berlusconi (Fonte: gazzetta.it)

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Sarà difficile ripetere la storia di Silvio Berlusconi al Milan. Nel giorno del suo 80° compleanno, il presidente più vincente della storia del calcio internazionale di tutti i tempi è pronto a passare il timone del veliero rossonero. Questione di cuore, perché dopo 30 anni di storia si raggiunge la consapevolezza dei tempi maturi per un passaggio di consegna, forse anche spinto dalla voglia della holding di famiglia di ridurre le proprie perdite annuali.

Ma è sempre stata solo ed esclusivamente una questione di cuore per Berlusconi il suo Milan, acquistato quel lontano 20 febbraio 1986 e salvato dalle cattive acque di un fallimento per un debito da 7 miliardi di lire. Erano tanti per Giuseppe Farina, forse solo spiccioli per Silvio, che aveva da sempre alimentato il sogno di acquistare il club per il quale aveva da bambino fatto il tifo insieme al padre. 

Ha festeggiato i suoi 30 anni di presidenza lo scorso mese di febbraio, quando erano ancora in corso trattative per la cessione del club. Da allora è cambiato molto, perché in questi mesi è arrivato l’accordo tra Fininvest la cordata cinese della Sino-Europe Sport, che ha sborsato circa 750 milioni di euro per rivelare il club, appianare il debito con le banche e impegnandosi ad investire ben 350 milioni di euro in tre anni per rinforzare una squadra che, è bene ricordarlo, non partecipa alle coppe da quattro anni. Una minus valenza del reale valore del club per Berlusconi, un atto d’amore per permettere al club di tornare ai fasti di un tempo. 

Non esiste, non può esistere un Milan senza Champions League, né tanto meno una Champions League senza il Milan. I rossoneri ce l’hanno nel dna, ma soprattutto è la storia del Milan di Berlusconi ad esaltare la storia della squadra e del presidente più vincente sui campi internazionali della storia del calcio mondiale. 

E’ impossibile trovare un altro presidente così vincente nei suoi 30 anni di presidenza: 8 Scudetti, 5 Coppe dei Campioni e Champions League, 3 Coppe Intercontinentali e Mondiali per club, 6 Supercoppe Italiane, 5 Supercoppe Europee e 1 Coppa Italia. In totale 28 trofei per una storia d’amore scevra dalle considerazioni economiche, basata sulla voglia innovatrice e sull’amore passionale. 

Una storia esaltata da decisivi ed improvvisi colpi di genio, come dimostrano gli uomini del Presidente, il maiuscolo è d’obbligo. Prima, quel Arrigo Sacchi capace di reinventare il gioco del calcio sul calcio totale di Rinus Michels. Poi, gli Invincibili di Fabio Capello, il record nel derby con Cesare Maldini e il rapporto di odi et amo con Alberto Zaccheroni. Infine, l’amicizia fraterna con Carlo Ancelotti e la durezza paterna con Leonardo e Massimiliano Allegri. Ma anche qualche passo falso, come gli ultimi Pippo Inzaghi, Clarence Seedorf, Sinisa Mihajlovic e Cristian Brocchi, e, in passato, Oscar Washington Tabarez e Fatih Terim. Sperando, ovviamente, che Vincenzo Montella possa diventare l’ultimo regalo di Berlusconi ai propri tifosi, dopo i tantissimi milioni spesi per acquistare i più grandi fuoriclasse del calcio mondiale, la cui lista sarebbe troppo lunga da riportare. 

La storia di Berlusconi al Milan è irripetibile, impossibile da eguagliare ed emulare. Perché la storia del Milan berlusconiano è l’emblema della visione utopistica futuristica del “vincere, convincere e divertire”, una simbiosi dalla quale non si può prescindere per la creazione e l’apoteosi di un ciclo magico, siderale, galattico, cosmico e universale. 

Mancherà una figura come Berlusconi nel mondo del calcio, l’ultimo dei grandi presidenti, l’ultimo superstite di proprietari di club con le mani bucate, dopanti con il loro carattere e la loro personalità per i propri calciatori, ingombrante con i loro consigli per gli allenatori, capaci di donare il cuore ai tifosi ed innamorarsi a prima vista… perché l’amore è il sentimento più importante in assoluto, senza il quale non si può vivere, nemmeno in uno sport ormai senza romanticismo.