Estate movimentata in quel di Palermo: dopo il mancato closing, che avrà effetti forse negativi sul mercato e sulla qualità della rosa a disposizione del nuovo tecnico Tedino, a complicare la situazione è una visita della Guardia di Finanza alla sede del club, in quella della società del patron e perfino nella sua abitazione. Come spiegato dal procuratore Francesco Lo Voi, la perquisizione in atto è frutto di un’inchiesta della Procura di Palermo su reati quali falso in bilancio, appropriazione indebita, riciclaggio e altri reati finanziari. Lo stesso Lo Voi ha anche specificato che le vicende riguardanti la cessione del club rosanero non hanno niente a che fare con l’inchiesta in corso.

Se è così, cosa ci fanno i finanzieri in Viale del Fante? Zamparini non sembra aver dubbi: secondo lui, le perquisizioni sono dovute alla mancata cessione. Possibile? L’imprenditore dice che i conti sono in perfetto ordine, ma racconta anche che una settimana fa l’executive manager della società, Angelo Baiguera, gli avrebbe telefonato avvertendolo che avrebbe rischiato l’arresto in caso di mancato closing. Baiguera ha replicato dicendo di aver solo sentito tale voce e di averne informato Zamparini, ma senza mai parlare della trattativa.

Per Zamparini sarebbe quindi in atto un complotto per distruggere il Palermo. Afferma di aver speso oltre 70 milioni per la squadra e di non averci guadagnato, smentendo eventuali accuse di appropriazione indebita. Ma Lo Voi ha chiaramente escluso indagini a carico suo; c’è da dire che un’inchiesta in corso su reati che, per loro natura, sono estremamente complessi, richiedono indagini a tutto tondo e non è da escludere che le perquisizioni che interessano Zamparini e il Palermo siano, in realtà, a loro tutela. Le parole del procuratore possono essere interpretate così e si può supporre che, più che una congiura ai danni del patron e dalla sua squadra, l’indagine sia volta a scoprire dinamiche ancora più vaste e preoccupanti che possono danneggiare anche il club, ma non solo quello.