L’Associazione delle Leghe europee (Epfl) starebbe valutando la possibilità di citare in giudizio la Uefa in relazione alla riforma della Champions League approvata lo scorso settembre che garantisce, dal 2018 al 2021, quattro posti nella fase a gironi a quattro Paesi, nello specifico Germania, Italia, Inghilterra e Spagna, indipendentemente dal punteggio ottenuto nel ranking tramite i rispettivi club impegnati nelle competizioni del Vecchio Continente.
In prima linea nel ricorso ci sono nomi illustri, quali Richard Scudamore e Javier Tebas, rispettivamente presidenti di Premier League e Liga. Già lo scorso 21 ottobre, in occasione di una riunione tra i massimi vertici del calcio continentale a Zurigo, la Epfl si era detta contraria alla riforma, sostenendo che l’eventuale nuovo format della Champions League rischierebbe di assumere i contorni di un “campionato chiuso” e minacciando, in caso di rottura con la Uefa, di organizzare gli incontri dei propri campionati negli stessi orari delle competizioni europee per club.
Insomma, un clima incandescente che sta facendo sorgere non pochi dubbi in merito alla fattibilità e alla serena realizzazione della riforma stessa. Al momento dalla Uefa non giungono segnali di dietrofront, ma presto potrebbero esserci novità.