Premier League 2019-20: Liverpool campione d’Inghilterra dopo 30 anni

Mancava solo l’ufficialità, è arrivata stasera, seppur in modo indiretto: il Liverpool è campione d’Inghilterra dopo 30 anni e si cuce addosso il diciannovesimo Scudetto della sua storia. Il Manchester City ha infatti perso nel posticipo della trentunesima giornata contro il Chelsea con il punteggio di 2-1. Un risultato che, facendo scivolare i citizens a -23 dai reds, rende vano qualsiasi tentativo (seppur velleitario) di rimonta. Una cavalcata incredibile quella dei ragazzi di Klopp che forse meritava di essere celebrtata con una vittoria sul campo. Ma tant’è, lo Scudetto torna nella bacheca di Anfield dove mancava dal lontano 1990, l’era di Ian Rush centravanti e Kenny Dalglish giocatore-allenatore. L’Inghilterra calcistica non si era scrollata di dosso uno dei periodi più bui della sua storia, quello post-Heysel,

Il ruolino del Liverpool recita ben 28 vittorie, due pareggi e una sola sconfitta nei 31 match disputati fin qui. Non ci resta che rendere onore a questa squadra schiacciasassi e andare a ripercorrere le tappe più entusiasmanti di questa stagione trionfale.

Liverpool Campione d'Inghilterra

Liverpool: squadra che vince non si cambia

La stagione del Liverpool è iniziata nel segno di un calciomercato “austero” segnato soltanto da alcuni piccoli ritocchi alla rosa proporzionati alle uscite: sono arrivati alla corte dei Campioni d’Europa il portiere Adriàn, al posto del partente Mignolet, e i giovani Van Den Berg e Elliott per dare qualche alternativa in più a Jurgen Klopp.

La stagione dei reds è iniziata così come si era conclusa quella precedente: vincendo. Alla Vodafone Arena di Instanbul la squadra di Klopp si è imposta ai rigori nel derby inglese contro il Chelsea e ha sollevato al cielo la quarta Supercoppa Europea della sua gloriosa storia. Che il Liverpool sia oirmai un ingranaggio perfetto forgiato dal demiurgo tedesco lo dimostra il fatto che 8/11 della formazione titolare sia uguale a quello sceso in campo nella Finale di Champions contro il Tottenham di tre mesi prima e che i tre titolari assenti siano poi scesi in campo nel corso della gara. La parata di Alisson su Abraham permette al Liverpool di sollevare il primo alloro della propria stagione e di presentarsi ai nastri di partenza del nuovo campionato con tutti i favori del pronostico.

Una cavalcata da record

Un pronostico rispettato in pieno sin dall’inizio, giacchè gli avversari dei reds mantengono il ritmo imposto al Campionato soltanto per due turni. Alla terza giornata, infatti, il Liverpool spazza via l’Arsenal, (unica squadra ancora a punteggio pieno), con un perentorio 3-1 e si lancia verso una corsa solitaria che lo porta a vincere otto gare di fila, prima di essere fermato sull’1-1all’Old Trafford di Manchester. Ma già a quel punto la distanza dalle rivali è palpabile: il Manchester City, che pure in estate ha speso 70 milioni per assicurarsi Rodri, viaggia a quota 19 punti, sei in meno rispetto ai Campioni d’Europa in carica.

L’unica speranza per ravvivare la corsa al titolo sarebbe quella di vincere lo scontro diretto della dodicesima giornata in programma nella tana di Anfield: Fabinho, Manè e Salah non sono però dello stess avviso e, in poco più di un tempo, spazzano via le velleità della squadra di Guardiola, che soccombe per 3-1 e riesce solo ad alleggerire il passivo grazie alla rete di Bernardo Silva.

Il Liverpool appare inarrestabile all’interno dei confini Nazionali e allora ci pensa l’Europa a giocare il primo “scherzetto” alla corazzata inglese: è il Napoli la prima squadra capace di battere i rossi e lo fa in un San Paolo palpitante di passione, la notte del 17 settembre. Dopo una gara dominata, gli azzurri riescono a spuntarla con i gol di Mertens e Llorente che mettono a nudo alcune crepe in quello che, fino a quella sconfitta, sembrava un organismo ineccepibile.

Il cammino altalenante in Europa prosegue con una vittoria sofferta contro il Salisburgo alla seconda giornata del girone, e che i ragazzi di Klopp abbiano la testa focalizzata solo sull’obiettivo Scudetto lo si capisce definitivamente l’11 marzo scorso, quando l’Atletico Madrid viola Anfield e detronizza i Campioni d’Europa dopo un solo anno di regno. Se l’avventura Continentale finisce forse troppo presto, agli ottavi di finale, in campionato la marcia continua ad essere di quelle insostenibili con un filotto di 18 vittorie consecutive che, ad undici gare dalla fine della Premier, proietta il Liverpool a 22 punti di margine sul Manchester City, i cui tentativi di rimanere in scia vengono frustati da qualche battuta d’arresto di troppo come le sconfitte nel derby o contro il Wolverhampton.

Una delle poche pecche di questa marcia devastante è stata quella di non aver concluso il campionato da imbattuti: ci ha pensato il Watford a rovinare i piani con una vittoria per 3-0 firmata Sarr (doppietta) Deeney. Poco importa, se poi oggi la sconfitta del Manchester City ha permesso a tutti i tifosi del Liverpool, sparsi per il mondo, di liberare una gioia sopita per tre interminabili decenni. Nel mirino resta poi il record di 102 punti fatto registrare dalla Juventus nel 2014 e che, a tutt’oggi, è il maggior punteggio conseguito tra i maggiori cinque Campionati europei. Quella di Klopp è la vittoria dell’equilibrio e della continuità, di una squadra che ha cambiato praticamente nulla e di una società che ha avuto la pazienza di dare fiducia ad un tecnico che, al primo anno della sua gestione, era finita mestamente ottavo in campionato.

Liverpool campione d’Inghilterra: la top tre del campionato

Trent Alexander-Arnold: voto 8

La sua crescita è sotto gli occhi di tutti, tanto che non sono pochi quelli che lo definiscono il miglior terzino destro al mondo: 3 gol e 12 assist sono numeri che ne certificano le grandi doti in proiezione offensiva e, sebbene debba ancora perfezionarsi in fase di contenimento, resta il prospetto più interessante sul panorama internazionale: full-speed.

Roberto Firmino: voto 7,5

Scegliamo lui e non Salah o Manè, (che pure sono capocannonieri della squadra), perché Firmino, a differenza dei suoi compagni, non è la stella conclamata del gruppo. Il suo lavoro sporco è però un fattore imprescindibile del gioco di Klopp, che dà parecchio equilibrio a tutta la squadra. Non a caso, risulta essere il calciatore più utilizzato della rosa insieme a Van Dijk: l’indispensabile.

Virgil Van Dijk: voto 7,5

Nella stagione stratosferica del Liverpool l’ex Southampton si conferma uno dei migliori centrali al mondo. Leader difensivo, efficace anche sottoporta (sono quattro i gol in Campionato), l’olandese è uno dei difensori più corretti del campionato con una sola ammonizione in tutta la stagione: una sicurezza.

Liverpool campione d’Inghilterra: la flop tre del campionato

Joel Matip: voto 5

Aveva cominciato con i ranghi da titolare e tutti, dopo l’exploit della scorsa annata, si aspettavano un salto diu qualità che non c’è stato. Joe Gomez gli ha “rubato” il posto, e ora il camerunense deve riconquistarsi la fiducia di Klopp: rimandato.

Naby Keita: voto 4,5

Convivere in un parco attaccanti stellare non dev’essere cosa semplice, ma Klopp si aspettava sicuramente qualcosa in più dal classe ’95 che la scorsa stagione aveva giocato con maggiore continuità Solo undici apparizioni per lui e la sensazione che sia andato incontro ad un’involuzione: in cerca di nuove certezze.

Shaqiri: voto 4

È stato preso in qualità di rincalzo e si è pure tolto la soddisfazione di vincere la Champions League, (seconda per lui in carriera), lo scorso anno ritagliandosi, tra le altre cose, una buona fetta di spazio. La musica è cambiata quest’anno, con Klopp che lo ha chiamato in causa solo sei volte, due sole da titolare. L’impiego non giustifica la cifra spesa lo scorso anno per strapparlo allo Stoke City (15 milioni), e ora lo svizzero rischia di essere sacrificato sul mercato: desaparecido.

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