Parigi-Nizza: saetta Roglic. Conquista la cima di La Colmiane

Lo sloveno della Jumbo Visma scatta sul rettilineo finale e brucia un eroico Gino Mader, beffato a pochi metri dal traguardo dopo aver partecipato alla fuga di giornata. La maglia gialla resta salda sulle sue spalle. Ora sono 52 i scondi di vantaggio da gestire sul tedesco Schachmann.

Una saetta gialla che illumina la Corsa del Sole: Primoz Roglic detta legge anche nella settima tappa della Parigi-Nizza, sulla cima della Colmiane, e dimostra al mondo di essere il corridore più forte del momento. Gli basta una fiammata negli ultimi 500 metri per avere la meglio su un coriaceo Gino Mader, che conduceva la fuga sin dall’inizio, beffato sulla linea del traguardo con due secondi di vantaggio.

Roglic è spietato, non lascia neanche le briciole agli avversari, rimasti inermi davanti a quest’ennesima dimostrazione di potenza. Per Mader restano solo i complimenti di fine corsa, grazie a una fuga condotta per tutti i 120 chilometri della corsa, ma poco altro. La maglia gialla aderisce al corpo dello sloveno che al traguardo non trasuda neanche una goccia di sudore. L’ultima tappa, da Le Plan du Var a Levens, sarà una semplice passerella che lancerà il fuoriclasse sloveno verso una stagione che si preannuncia trionfale.

Primoz Roglic celebra la vittoria della prima tappa alla Vuelta a Espana (Photo by ANDER GILLENEA / AFP) (Photo by ANDER GILLENEA/AFP via Getty Images)

Parigi-Nizza: il riassunto della settima tappa

Percorso parecchio accorciato per via del confinamento di 63 comuni compresi nel distretto delle Alpi Marittime, decisa dalla Prefettura per contenere l’estendersi della situazione emergenziale. Dei 170 Km previsti se ne percorrono solo 119 con partenza a Le Broc e arrivo sulla cima iconica di La Colmiane.

Inizio della corsa a ritmi molto alti, con diversi corridori che vanno subito all’attacco nel tentativo di formare la fuga di giornata. Ci riescono in 13, dopo aver scollinato sulla Cote de Gillette. Tra questi, la maglia a “pois” Anthony Perez che ha sfruttato quest’ultima tappa di montagna per cristallizzare la sua leadership nella classifica scalatori.

Il francese della Cofidis è arrivato per primo su tre delle quattro cime di giornata, incamerando altri 15 punti che lo portano a quota 67, ben 41 lunghezze in più di Julien Bernard (Trek-Segafredo), suo immediato inseguitore.

Dal plotone d’inseguimento si stacca il solo Mads Pedersen (Trek), che però rimane staccato di circa 40 secondi, andando a formare una sorta di “cuscinetto” tra gli attaccanti e il gruppo. La fuga resta compatta per gran parte della corsa e inizia a sfaldarsi solo nelle tappe di avvicinamento all’ultima ascesa, quando Sam Bennett molla il colpo e si fa riprendere.

Poco a poco si defilano altri corridori, tanto che a 14 Km dal traguardo restano in quattro a condurre l’azione: Lucenko (Astana), Elissonde (Trek), Powless (EF) e Mader (Bahrain). Sono proprio questi ultimi tre a porre la resistenza più fiera, guadagnando un minuto sul plotone e una trentina di secondi sulla coppia Geschke-Teunes che si era staccata.

A sei chilometri Mader tenta una prima azione che taglia fuori Elissonde. Anche lo statunitense deve cedere alla forza di volontà del corridore Bahrain mille metri più avanti, mentre nelle retrovie l’Astana prova ad insidiare Roglic con un’azione condotta da Fraile al servizio di Vlasov.

Powless viene riassorbito dal gruppo a due chilometri e mezzo dal traguardo, mentre Mader lotta contro i crampi per mantenere in vita un vantaggio che scende inesorabile. La paura di non farcela diventa reale quando all’orizzonte si staglia la figura di Primoz Roglic. Il cannibale sloveno, rimasto in agguato fino all’ultimo chilometro, scalda il terreno con una prima accelerata che lo stacca dalla ruota di Schachmann, suo inseguitore nella generale.

Roglic vede la bici di Mader, potrebbe affondare la stoccata decisiva, ma si rialza dando all’elvetico l’illusione che il peggio sia passato. Invece la tempesta si scatena nel rettilineo finale, quando alle spalle della maglia rossa della Bahrain esplode la carica di un fulmine giallo. È Roglic, che non si sente appagato dei due successi di tappa ottenuti fin qui. Vuole chiudere i conti e lo fa con un’azione folgorante, davanti alla quale Mader, beffato a pochi metri dal traguardo, non può far altro che piegare la testa. Il campione ruggisce ed è più vivo che mai. La Parigi-Nizza è solo l’antipasto.

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