Niki Lauda, la leggenda compie 70 anni

E’ il compleanno di Niki Lauda. La leggenda vivente della Formula 1 taglia il fatidico traguardo dei 70 anni e l’ ondata di auguri e celebrazioni da parte di tutto il Circus non si é fatta attendere. Un giorno speciale per un personaggio e campione unico, capace di scrivere pagine memorabili, nel bene e nel male, nella storia di questo sport.

Tre titoli mondiali, 25 GP vinti, ai quali si aggiungono 54 podi, 24 pole position e altrettanti giri veloci ottenuti in gara. Il suo periodo di apprendistato in Formula 1 dura all’ incirca tre anni, distribuiti al volante della March e della BRM, prima del grande salto in Ferrari nel 1973, al fianco del compagno di box Clay Regazzoni.

Dopo un anno da gregario alle spalle del collega elvetico, nel 1975 Niki si consacra sotto l’ insegna del cavallino rampante, conquistando il suo primo titolo. La stagione 1976, partita con l’obbiettivo della difesa dell’iride, rimarrà negli annali per l’epico duello mondiale con il rivale James Hunt, poi campione nel pazzesco appuntamento finale al GP del Fuji, disputatosi sotto una pioggia torrenziale. A sconvolgere quell’ annata, però, sarà il terrificante incidente di Lauda sul circuito del Nurburgring

E’ il 1 agosto 1976 e al rientro in pista dopo un cambio gomme, il campione del mondo in carica perde il controllo della vettura che va a sbattere violentemente contro le protezioni prima di rimbalzare al centro del tracciato. A causa della perdita di benzina nell’ impatto, la vettura prende fuoco e il pilota viene letteralmente avvolto dalle fiamme, prima di essere portato in salvo grazie all’ intervento tempestivo di alcuni piloti accorsi sul luogo dell’ incidente. L’ austriaco riportò ustioni gravissime e le sue condizioni apparvero da subito disperate. 

Miracolosamente dopo soli cinque giorni di ricovero, venne dichiarato fuori pericolo e a soli quaranta giorni dal dramma sfiorato, lasciò il mondo a bocca aperta, rientrando in pista nel GP di Italia, cogliendo un sensazionale quarto posto.

Nel 1977, ancora su Ferrari, Niki “consumò” la sua vendetta e si riprese il numero 1 perso l’anno prima, centrando il suo secondo alloro mondiale in rosso Ferrari. Dopo un primo esilio dalle corse (1979-1982) fece il grande ritorno l’anno successivo, coronato dal terzo trionfo al volante della McLaren. 

Un talento straordinario e una capacità di messa a punto della vettura a dir poco straordinaria, che gli valsero il soprannome di “computer”, proprio per la sua estrema sensibilità nel riscontrare i difetti di tutte le macchine pilotate in carriera. Queste le caratteristiche principali di un pilota entrato di diritto nell’ olimpo di questo sport e che oggi, nonostante un periodo di salute piuttosto complicato (recente trapianto di un polmone dopo l’aggravarsi di un’ infezione), rimane pur sempre il suo mondo: dal 2013, infatti, collabora con la scuderia Mercedes, dopo le esperienze nelle vesti dirigenziali maturate con Ferrari e Jaguar.

 Oggi Niki spegne 70 candeline e lo fa nel pieno del suo percorso di recupero e riabilitazione dopo il recente intervento. In attesa che sia proprio lui a fare il regalo più bello a tutti gli appassionati: il ritorno in Formula 1. O più semplicemente,  la sua casa.