Ci sono allenatori che, oltre alle abilità tattiche, posseggono anche caratteriale, che ne fanno un personaggi unici e che si pongono al di sopra degli altri. Uno di questi è di certo Maurizio Sarri, il tecnico del Napoli. Un uomo cresciuto nella provincia e arrivato a giocarsi lo scudetto con la squadra azzurra.
Sulle qualità tecniche, nessuna discussione. Se il Napoli pratica il miglior calcio in Italia e, forse, in Europa, il merito è sicuramente delle idee di questo allenatore burbero ma dallo sguardo umile e sincero. Un uomo che sa di essere arrivato a calcare in grande calcio con le sue forze e perchè è bravo.
Questo però non basta a comprendere il personaggio di Sarri. Bisogna vederlo nell’interviste per capirne la sua essenza. Il suo modo di parlare diretto, a volte un pò sopra le righe, ma sempre sincero e diretto, ne fanno un allenatore che, in molti, hanno paragonato allo Special One, Josè Mourinho.
Certamente l’attuale allenatore del Manchester United ha vinto molto di più di Sarri nella sua carriera. Il suo carattere, però sempre sincero e pronto a fare polemiche quando ce n’è bisogno, ricorda molto quello di Don Maurizio, che ha conquistato Napoli e i napoletani.
Entrambi hanno, infatti, creato un personaggio che, semplicemente, cerca di smuovere un calcio sempre più sofisticato e incravattato, ricordando a tutti che questo è uno sport fatto di campi, polvere, sudore, spontaneità e semplicità.
Un personaggio che, nel caso di Maurizio Sarri, mostra tutta la sua umiltà anche quando scende in campo, indossando rigorosamente la tuta del Napoli, invece di giacca a cravatta, come il suo collega più illustre e più vincente, oltre agli altri suoi colleghi della Serie A.
Uomo umile che però dice sempre quello che pensa, come quando ha confessato al presidente di volersi arricchire, ricevendo però da De Laurentiis, come risposta, che dovrà prima portare i risultati e poi si potrà ridiscutere il contratto.
Un rapporto, quello tra De Laurentiis e Sarri, fatto di frecciate ma anche di profondi attestati di stima, che spiegano ancora di più quanto il tecnico del Napoli sia un personaggio diverso da quelli presenti nel calcio italiano. Una specie di corpo estraneo in mezzo ai suoi colleghi, poco avvezzi a parole fuori luogo.
Redazione
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