Napoli e la passione storica per il pallone

Napoli passione per il calcio: Storia, aneddoti e momenti salienti del calcio all’ombra del Vesuvio

Religione, passione, scaramanzia, folklore: il calcio a Napoli è tutto questo e, forse, molto di più. Tra campo, spalti e quartieri quando la squadra scende in campo non è mai solo un match sportivo, ma una vera e propria questione di identità collettiva. In quei 90 minuti di gioco a correre, sudare e sperare insieme alla squadra c’è un’intera città: vincere o perdere è un tema che va oltre la classifica e investe il mood cittadino per tutta la settimana fino alla partita successiva. Ma come nasce questo stretto connubio tra calcio e cultura locale? E perché se dici Napoli, dici calcio? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Una piccola “impresa” meridionale

Cullato per una stagione intera, atteso con trepidazione senza mai lasciar trapelare nessun tipo di ottimismo, che non si sa mai – la scaramanzia in questi casi è d’obbligo – festeggiato in più tappe dalla vittoria matematica fino al grande evento del 4 giugno allo Stadio Maradona: il terzo scudetto del Napoli è stato il vero tormentone del campionato 2022-2023, un motivetto canticchiato a mezza bocca ed esploso in un canto corale dopo il pareggio con l’Udinese che ha consegnato alla squadra e alla città la certezza del primo posto in classifica. Un’impresa, quella del club, che a ben guardare rappresenta molto più di un trionfo sportivo e si afferma come un piccolo grande primato nella storia del calcio nazionale: il Napoli calcio, infatti, non solo si è imposto sulle big nazionali super favorite, ma ha portato a casa un successo inedito: è stata la prima squadra in almeno quarant’anni a vincere lo scudetto con il bilancio in attivo, un miracolo sportivo che non è riuscito neanche a club come il Milan, l’Inter o la Juve, che pure hanno vinto tanto. In quest’ottica vincere il campionato e riuscire a tenere i conti a posto è stata un’impresa che ha presentato il potenziale imprenditoriale del calcio e del Sud Italia sotto una nuova luce.

“Ricomincio da tre”

Il 3, naturalmente, è stato il numero magico di questa fortunatissima stagione calcistica napoletana, una cifra esibita con orgoglio su bandiere e merchandising per portare il conto di tutte le volte che il Napoli ha raggiunto la vetta della classifica. Tre dunque gli scudetti in bacheca, e 33 gli anni che sono passati dall’ultima volta che la squadra ha alzato la coppa: era il 29 aprile del 1990 e Diego Armando Maradona compiva il miracolo per la seconda volta. Una stagione, quella del 1989 – 1990, partita in impennata: la squadra di Bigon rimase imbattuta per 16 gare. A darle filo da torcere fu il Milan: il team di di Arrigo Sacchi, dopo la rimonta, innescò un testa a testa serratissimo su cui, tuttavia, la spuntarono gli Azzurri imponendosi per 1-0 nell’ultimo match contro la Lazio. Decisivo fu il goal di Baroni su assist di Maradona. Il suo nome è scolpito anche sullo scudetto numero 1, quello arrivato durante il campionato 1986 – 1987, che vide il ritorno del campione dopo il trionfo con la nazionale argentina ai Mondiali del Messico. Alla partita decisiva la squadra arrivò il 10 maggio: l’1 – 1 in casa contro la Fiorentina fu il coronamento di una stagione che vide il club diventare campione d’inverno e vincere la sua terza Coppa Italia.

Il tifo napoletano

Per rintracciare gli albori della storia del calcio napoletano bisogna fa re un bel tuffo nel passato per arrivare al 1900, quando la città prese consapevolezza rispetto alla propria identità sportiva. La prima partita di calcio in città fu disputata esattamente nel 1905 tra il Naples e un gruppo di marinai britannici, si trattò di un piccolo evento amatoriale che a Bagnoli segnò una tappa fondamentale di quella che sarebbe stata la lunga storia calcistica partenopea. Una tradizione, quella della partita da seguire allo stadio o in tv, che ogni domenica, di stagione in stagione, rinnova l’antico rito del tifo, accompagnato dai pronostici del giorno prima: l’analisi delle quote calcio è parte integrante dell’approccio con cui supporter e appassionati vivono l’adrenalina del match. Kabala e scaramanzia, poi, sono l’immancabile corollario che a Napoli accompagna da sempre gioie e dolori, in campo come nella vita quotidiana. Seguire la partita, naturalmente, è l’aspetto più divertente e anche se oggi è scontato andare allo stadio o godersi il match in tv e sulle piattaforme, c’è stato un tempo in cui anche la semplice radiocronaca era una rarità: questa formula ha fatto il suo esordio il 23 giugno del 1929 durante la partita Napoli – Lazio, quando un cronista del Quotidiano del Mezzogiorno organizzò una vera e propria staffetta telefonica per raccontare la gara in tempo reale.

Conclusione

A Napoli il calcio è come il caffè: ha un sapore speciale. In un viaggio a cavallo tra identità e glorie sportive è possibile seguire l’evoluzione della passione che lega la cittadinanza alla sua squadra: tra stagioni fortunate, momenti bui, volti, successi e campioni, quel che resta è l’atmosfera unica che la collettività partenopea riserva alla sua squadra e al piacere di condividere il rito del match calcistico.

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