MotoGP Misano 2019, Analisi Gara – Marquez beffa Quartararo e mette le mani sul titolo

A differenza dell’edizione 2018, il weekend del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini non ha portato granché ai nostri piloti, sul podio con Tony Arbolino in classe Moto3 (3°) e con Fabio Di Giannantonio in classe Moto2 (2°), quest’ultimo praticamente scippato di una vittoria che sarebbe stata davvero meritata. In MotoGP, invece, Marc Marquez è tornato a vincere, ‘uccellando’ all’ultimo giro un comunque bravissimo Fabio Quartararo, mentre Maverick Vinales chiude in 3° posizione. Un Marquez sempre più vicino al titolo, dati i 93 punti di margine su un Andrea Dovizioso ieri 6° con una Ducati in affanno, e preceduto dalle altre due M1 di Valentino Rossi e Franco Morbidelli. Tornando alla Moto2, la vittoria va ad Augusto Fernandez, che accorcia a -26 su Alex Marquez, 3° sotto la bandiera scacchi. Forti emozioni in Moto3 con la vittoria di Tatsuki Suzuki, del team SIC58 Squadra Corse sul circuito intitolato a Marco Simoncelli. Arbolino, come dicevamo 3° al traguardo, si porta a -30 da un Lorenzo Dalla Porta che finisce soltanto 8°, non sfruttando il primo ritiro di Aron Canet, adesso distante 22 lunghezze. Tricolore alto sul podio, infine, in classe MotoE, con la doppia vittoria di Matteo Ferrari, che balza al comando della classifica.

I primi tre della gara della MotoGP a Misano Adriatico in posa sul podio per la foto social di rito (foto da: motogp.com)

HONDA – MARQUEZ È CHIRURGICO, IL TITOLO È LÌ. LORENZO ANCORA DISPERSO

Marc Marquez è ad un passo dal confermarsi Campione MotoGP per il quarto anno consecutivo. È questo il verdetto del weekend di Misano Adriatico, che ha visto il #93 tornare al successo (7° stagionale, 77.esimo in carriera, 51.esima nella Classe Regina) ed allungare a +93 su Andrea Dovizioso, 6° nella gara di ieri; tenendo questo passo, il Cabroncito potrebbe laurearsi Campione per l’ottava volta in carriera già a Buriram, con quattro gare d’anticipo. Dopo le due brucianti sconfitte in volata patite al Red Bull Ring e a Silverstone, per mano rispettivamente dello stesso Dovi e di Alex Rins, Marquez aveva tutta l’intenzione di non farsi scappare questa gara; l’incomprensione con Valentino Rossi nel finale di Q2, poi, a detta del catalano gli ha infuso un’ulteriore motivazione per far proprio il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini (6° vittoria da queste parti).

Misano 2019. Marc Marquez precede Fabio Quartararo, subito dopo il sorpasso decisivo, avvenuto nel corso dell’ultimo giro della gara di ieri (foto da: motogp.com)

Ma il pilota HRC se l’è dovuta davvero sudare, sfidato dal sempre più convincente Fabio Quartararo. Partito dalla 5° piazzola, Marquez non ha avuto grosse difficoltà nel portarsi in coda alla M1 del francese, passando nei primissimi giri prima Franco Morbidelli poi Maverick Vinales. Sin dalle prime fasi, i due hanno fatto la differenza sul resto del gruppo, grazie ad un ritmo davvero notevole; Marc resta a poca distanza dal rivale praticamente per tutta la gara, perdendo nei primi due settori e recuperando nella seconda metà del circuito intitolato a Marco Simoncelli. Marquez rompe gli indugi a 3 giri dalla fine, con un primo attacco alla staccata della Quercia; in quello stesso punto, all’ultimo giro, dopo che Quartararo aveva respinto un secondo affondo alla Variante del Parco poco prima, lo spagnolo opera il sorpasso decisivo con una staccata furibonda. Il #93, quindi, si protegge bene alla staccata del Carro, portando a casa l’ennesima vittoria di questa sua annata pazzesca (7 vittorie e 5 secondi posti in 13 GP).

L’esultanza sfrenata di Marc Marquez, vincitore a Misano Adriatico e sempre più vicino al titolo (foto da: motogp.com)

Ancora una volta, il clima è decisamente opposto nell’altra metà del box HRC. Ancora in condizioni fisiche non eccezionali, Jorge Lorenzo ha bissato il 14° posto di Silverstone. Il maiorchino, però, ha ben poco di cui essere contento, dato che il risultato è arrivato più che altro per le cadute di avversari che lo precedevano (Rins, Crutchlow e Pirro); inoltre, il distacco a fine gara dal compagno di box è nuovamente molto pesante, assommando a 47.2 secondi. Nel post-gara, lo stesso Lorenzo ha ammesso che le aspettative erano molto diverse e per un significativo miglioramento ci sarà bisogno di tempo.

YAMAHA – QUARTARARO SFIORA IL PRIMO SUCCESSO, ANCHE VINALES SUL PODIO. ROSSI E MORBIDELLI 4° E 5°

Alla fine, la Yamaha non trova la vittoria a Misano, che manca da quella di Valentino Rossi nel 2014; ma a livello di prestazioni ad Iwata possono guardare al prossimo futuro con ottimismo. A conferma di un trend notato già da qualche gara, la M1 è ormai costantemente la seconda forza in pista, e ciò a Misano è stato palese sin dai primi turni di libere, concludendo poi la gara con le quattro M1 in fila dalla 2° alla 5° posizione. Da applausi la gara di Fabio Quartararo, che deve rinviare ancora l’appuntamento con la prima vittoria in MotoGP, ma che d’altro canto può considerarsi ormai pronto per battagliare costantemente nelle primissime posizioni. Il centauro del team Petronas ha comandato con grande autorità la gara sin dall’inizio, tenendo dietro senza sbavature Marc Marquez fino all’ultimo giro, quando si è dovuto inchinare di fronte al campionissimo della Honda.

Fabio Quartararo, seguito da Marc Marquez, durante la gara di ieri a Misano (foto da: twitter.com)

Maverick Vinales, partito dalla pole, si è dovuto accontentare del gradino più basso del podio. Il nativo di Figueres sembrava partito bene ma, una volta passato prima da Quartararo poi da Marquez non è riuscito a tenere il passo dei due rivali, pagando a caro prezzo alcuni giri in 1:34 basso, contro gli 1:33 ripetuti degli avversari. Da metà gara in poi, però, Vinales ha cominciato a recuperare, fermandosi a 1.6 secondi da Marquez. Un Vinales che, comunque, allunga a +5 su Rossi, accorciando a -15 da Rins e a -17 da Petrucci. A proposito del Dottore, davanti alla Marea Gialla arriva il terzo 4° posto di fila; Vale paga la 7° posizione di partenza e i giri passati all’inizio alle spalle della KTM di Pol Espargaro; il resto della gara è una lunga battaglia con il positivo Morbidelli, passato negli ultimi chilometri. Concludendo sul Morbido, il romano porta a casa la quarta top-5 della sua stagione, confermando un percorso di crescita che lo vede sempre più costantemente nelle posizioni che contano.

DUCATI – A MISANO NON C’È STORIA. DOVI LIMITA I DANNI, PETRUCCI NON PERVENUTO

Tutto un altro mondo rispetto al 2018. Un anno fa la Ducati vinceva e convinceva con Andrea Dovizioso sul circuito intitolato a Marco Simoncelli, mentre quest’anno tutte le moto della Casa di Borgo Panigale hanno faticato maledettamente a tenere il passo della concorrenza. Limita parzialmente i danni il Dovi, che conclude al 6° posto una gara molto complicata, senza un passo veramente all’altezza della situazione; un risultato che, come visto poc’anzi, consegna praticamente il titolo a Marquez, essendo salito a 93 il margine in classifica tra i due. Non riesce a ritrovarsi Danilo Petrucci, protagonista di un weekend assolutamente incolore: il ternano, 17° in qualifica, risale fino alla 10° posizione (peggior risultato stagionale), che gli vale la magra consolazione del sorpasso a Rins al 3° posto in classifica generale (151 a 149). Il Petrux finisce dietro anche alla Ducati Pramac di Jack Miller (9°), allo stesso modo senza spunti degni di nota a Misano; peccato per Francesco Bagnaia, la cui gara finisce nella via di fuga del Rio al giro 11.

Andrea Dovizioso, tallonato da Jack Miller, da Alex Rins e, poco più indietro, da Takaaki Nakagami, nella gara di ieri a Misano, che ha visto una Ducati in grossa difficoltà (foto da: motogp.com)

SUZUKI – RINS CADE ANCORA. MIR TORNA IN TOP-10

Non di certo il weekend che Brivio e compagnia cantante si aspettavano. La Suzuki lascia Misano davvero con ben poco in mano, in un Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini nel quale le GSX-RR non hanno certo rivestito il ruolo di protagoniste. Alex Rins ha bene o male faticato in tutti i turni, rimediando in parte con un 8° posto al sabato. In gara, però, le cose non sono andate molto bene, con lo spagnolo sempre ai margini della top-5, fino alla caduta a 12 giri dalla conclusione, immediatamente dopo aver ricevuto un long lap penalty per esser finito troppe volte oltre i limiti del tracciato. Prestazione discreta per Joan Mir, che porta a casa un 8° posto al rientro dopo aver saltato per infortunio gli appuntamenti del Red Bull Ring e di Silverstone.

Weekend da dimenticare in quel di Misano per Alex Rins, finito a terra poco dopo metà gara (foto da: twitter.com)

GLI ALTRI – MALE CRUTCHLOW, POSITIVO POL ESPARGARO

Atteso come sempre tra i possibili outsider del weekend, Cal Crutchlow ha concluso per le terre la propria gara. Il nativo di Coventry, comunque lontano dalla battaglia per le posizioni di vertice, si è steso a 5 giri dalla fine, collezionando il quarto ‘zero’ del suo 2019. Gara no per il team LCR, visto che Takaaki Nakagami, dopo esser scivolato nel corso del 5° passaggio, ha chiuso 18° (ovviamente ultimo) e doppiato. La sorpresa del weekend, ovvero Pol Espargaro, in sella alla sua KTM, dopo il clamoroso 2° tempo di sabato in gara non è andato oltre il 7° posto; lo spagnolo ha cominciato ad arretrare sin dalle prime battute, salvo stabilizzarsi e portare a casa un piazzamento comunque onorevole. La Casa di Mattinghofen piazza altre due moto nei punti, ovvero la seconda ufficiale, 11° con Johann Zarco, e una del team Tech 3, quella di Hafizh Syahrin, 15° davanti al compagno di box, Miguel Oliveira (16°). Punti iridati anche per Aleix Espargaro, 12° con un’Aprilia che ha dovuto fare a meno dell’infortunato Andrea Iannone, e per Tito Rabat, 13° con la Ducati del team Avintia Racing; 17° posizione, infine, per il compagno di box di Rabat, Karel Abraham.

Dopo il gran 2° posto in qualifica, Pol Espargaro ha terminato il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini in 7° posizione (foto da: motogp.com)

MOTO2 – FERNANDEZ VINCE COL ‘VERDE’ SU DI GIANNANTONIO. ALEX MARQUEZ CHIUDE 3°

Ha provocato non poche polemiche la gara della Middle Class, che ha visto lo spagnolo Augusto Fernandez vincere per la 3° volta (quest’anno e in carriera) davanti al poleman Fabio Di Giannantonio e al leader del campionato Alex Marquez, adesso con un vantaggio di 26 punti sul connazionale (197 a 171), mentre salgono a 38 e a 42 i punti di margine su Thomas Luthi e Jorge Navarro, ieri rispettivamente 4° e 7°. Ma parlavamo della coda polemica della gara della Moto2, che aveva visto Di Giannantonio comandarla sin dal via, nel tentativo di cogliere il primo successo di categoria. Intorno ai -5, l’italiano subisce un warning per aver oltrepassato (chiaramente) i limiti della pista; la lotta con Fernandez si accende all’ultimo giro. Lo spagnolo, che il giro prima era finito largo in una curva (senza ricevere warning), porta un primo attacco, respinto, alla Variante del Parco; quindi, dopo esser finito nuovamente oltre i limiti della pista in uscita di curva 11, il pilota del team di Sito Pons entra molto duro alla staccata del Carro, esibendosi in un block-pass ai danni dell’italiano, costretto praticamente a fermarsi per non cadere.

Fabio Di Giannantonio ed Augusto Fernandez, in lotta durante la gara della classe Moto2 a Misano, che ha visto lo spagnolo spuntarla in modo controverso (foto da: motogp.com)

Lo spagnolo va così a vincere, ma il suo successo resta sub-judice per quasi tre ore; i due piloti vengono convocati alle 16.30 in commissione gara, ma il tutto si risolve (clamorosamente) in un nulla di fatto, che conferma l’ordine d’arrivo della gara. Tornando proprio alla classifica, spicca il 5° posto del britannico Sam Lowes (miglior piazzamento stagionale), che precede in volata il sudafricano Brad Binder; lo spagnolo Xavi Vierge, 8°, si mette dietro un terzetto di italiani, composto da Enea Bastianini (9°), Lorenzo Baldassarri (10°) e Luca Marini (11°). Un altro spagnolo, Jorge Martin, finisce 12°, davanti ad Andrea Locatelli (13°), al thailandese Somkiat Chantra e a Stefano Manzi (15°). Simone Corsi ha concluso 19°, mentre sono finiti out sia Marco Bezzecchi che Niccolò Bulega. Da ricordare gli infortuni di Mattia Pasini (frattura vertebra T12) e del tedesco Marcel Schrotter (clavicola destra fratturata).

MOTO3 – LA FESTA È DI SUZUKI. CANET SI RITIRA, DALLA PORTA NON NE APPROFITTA. ARBOLINO 3° DIETRO ANCHE A MCPHEE

Un vero GP ad eliminazione nella Entry Class, con appena 16 piloti a completare la gara. La vittoria, prima in carriera, sorride a Tatsuki Suzuki che, nella gara di casa del suo team, il SIC58 Squadra Corse, regala a Paolo Simoncelli l’emozione enorme di festeggiare sul circuito intitolato al compianto figlio, scomparso a Sepang nel 2011. Una condotta di gara, quella del simpatico centauro nipponico, davvero pulita e matura nei momenti topici, valsagli lo splendido risultato. Sul podio con Suzuki si ritrovano un opportunista John McPhee, bravissimo nel venir su nelle fasi finali, e un Tony Arbolino che aveva pregustato la possibilità di vincere ancora. Il nativo di Garbagnate Milanese riesce comunque ad avvicinarsi alla vetta del Mondiale, portandosi a -30 (149 a 179) da un Lorenzo Dalla Porta che paga negli ultimi giri un rendimento non ottimale degli pneumatici e qualche entrata un pò troppo rude di qualche avversario (Masià su tutti), finendo per chiudere solo 8°, a causa anche di una penalità di 3″ giunta a gara finita, per esser finito troppe volte oltre i limiti del circuito.

Il bellissimo abbraccio tra Paolo Simoncelli e Tatsuki Suzuki, splendido vincitore della gara della classe Moto3 (prima in carriera), sul circuito intitolato a Marco Simoncelli (foto da: motogp.com)

Dalla Porta non sfrutta la grande chance di distanziare sensibilmente il suo rivale più prossimo, Aron Canet, ieri ritiratosi per problemi sulla sua moto, ed ora a -22 (157). Tra Arbolino e Dalla Porta trovano posto alla fine il già citato Jaume Masià, Dennis Foggia (5° in rimonta), l’argentino Gabriel Rodrigo e l’altro pilota del team Leopard, Marcos Ramirez. Il ceco Filip Salac e l’altro iberico Raul Fernandez chiudono la top-10, mentre a punti giungono anche Stefano Nepa (11°), l’altro ceco Jakub Kornfeil, Andrea Migno (13° dopo esser stato buttato giù da Ai Ogura all’ultimo giro mentre era 3°), Riccardo Rossi (14°) e il sanmarinese Elia Bartolini. Spavento per Niccolò Antonelli: il pilota del team SIC58 cade nel cambio di direzione delle curve 5-6, venendo investito (fortunatamente a bassa velocità) dalla moto di Celestino Vietti; Antonelli viene portato al Centro Medico, dove gli viene riscontrata la frattura del radio del braccio sinistro e della clavicola destra.

MOTOE – MATTEO FERRARI DOMINA: DOPPIA VITTORIA E LEADERSHIP IN CAMPIONATO

Parla italiano la terza prova del primo campionato per moto elettriche, che nell’occasione vedeva in programma due gare, cosa che si ripeterà anche a Novembre, nell’appuntamento conclusivo di Valencia. Vero mattatore della scena è stato il nostro Matteo Ferrari che, dopo il 2° tempo nella EPole di venerdì, a soli 48 millesimi da Alex De Angelis, ha vinto entrambe le manche, balzando in testa alla classifica con 72 punti. Il nativo di Cesena, che gareggia per il team Gresini MotoE, vanta un margine di 19 punti sullo spagnolo Hector Garzò, giunto 2° in entrambe le gare; sono invece 24 le lunghezze sul britannico Bradley Smith (12° ed 8°), 25 quelle sull’ex leader della classifica, il francese Mike Di Meglio (un ritiro in Gara-1 e 10° in Gara-2), e 27 quelle sul belga Xavier Simeon (3° sabato pomeriggio e out ieri mattina). Da segnalare le buone prestazioni anche di Mattia Casadei, 3° in Gara-2 dopo il ritiro nella prima manche, e di Niccolò Canepa, che porta a casa un 5° ed un 4° posto. Doppio ritiro, invece, per il poleman Alex De Angelis, mentre Lorenzo Savadori conclude con un 7° ed un 11° posto. Infortunio per il finlandese Niki Tuuli.

Matteo Ferrari taglia da vincitore il traguardo di Gara-2 della MotoE. A Misano, l’italiano si è imposto in entrambe le prove, balzando al comando della classifica (foto da: twitter.com)

Non ci sono soste nel calendario del Motomondiale, che torna subito in pista ad Aragon Motorland, per il Gran Premio d’Aragona.

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