L’Agenzia Mondiale Anti-Doping ha presentato ufficialmente ricorso contro la prima sentenza sul Caso Iannone della Corte Disciplinare Internazionale della FIM
La carriera di Andrea Iannone è a serio rischio. La WADA (Agenzia Mondiale Anti-Doping) ha infatti presentato ricorso, nella giornata di ieri, presso la CAS (Corte Arbitrale Sportiva) contro la squalifica di 18 mesi inflitta al pilota abruzzese lo scorso 1° aprile dalla Corte Disciplinare Internazionale della FIM.
Procediamo con ordine. Il Caso Iannone risale alla fine del 2019, al 17 dicembre per la precisione, quando la CDI della FIM annuncia di averlo momentaneamente sospeso per esser risultato positivo ad un controllo anti-doping. Nello specifico, in un campione delle sue urine sono state trovate tracce di steroidi anabolizzanti, risalenti al Gran Premio di Malesia del 1-3 novembre 2019.
Le controanalisi, alle quali Iannone si è poi sottoposto il 10 gennaio 2020, hanno confermato la positività il successivo 4 febbraio. Il 1° aprile, come detto poc’anzi, la CDI della FIM decide di sospendere il centauro dell’Aprilia fino al 21 giugno 2021, per un totale di 18 mesi, oltre a squalificarlo dalle ultime due prove del Motomondiale 2019 (Malesia e Comunitat Valenciana), nelle quali comunque Andrea si era ritirato in ambo le occasioni.
L’abruzzese, difeso dall’avvocato Antonio De Rensis, ha presentato ricorso in appello alla Corte Sportiva Arbitrale. Nella giornata di ieri, però, la stessa CAS ha annunciato di aver registrato il ricorso anche della WADA, la quale punta ad una pena esemplare per Iannone, ben 4 anni, che se accolta di fatto chiuderebbe la sua carriera.
Di seguito, il comunicato emesso dalla CAS.
“La corte arbitrale sportiva (CAS) ha registrato gli appelli presentati dal pilota italiano della MotoGP Andrea Iannone e della World Anti-Doping Agency (WADA) contro la decisione presa dalla Corte Disciplinare Internazionale della Federazione Internazionale Motociclistica (FIM) in data 31 marzo 2020 in cui Andrea Iannone è stato riconosciuto colpevole di violazione della normativa antidoping, con l’imposizione di un periodo di sospensione di 18 mesi.
Andrea Iannone ha richiesto l’annullamento della sentenza, mentre la WADA ne richiede invece la sostituzione con una squalifica di quattro anni per il pilota.
Le procedure sono state unite, e verranno valutate dallo stesso pannello di giudici. La tempistica per la presentazione delle richieste scritte è in fase di definizione. Non è ancora stata stabilita la data dell’udienza“.
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