Marc Marquez s’invola verso il quarto titolo nella classe regina, mentre Valentino Rossi si conferma un grande combattente, riuscendo a chiudere in top-5 nonostante una gamba operata poco più di tre settimane fa. Questi sono i verdetti più significativi che ci lascia in eredità il weekend appena vissuto di Motorland Aragon, 14.esima prova del Motomondiale 2017. Il Cabroncito, pur con qualche affanno in più rispetto a quanto previsto, rispetta i pronostici e, approfittando della giornata negativa sia di Maverick Vinales che, soprattutto, di Andrea Dovizioso, si porta a +16 sull’italiano e a +28 sul connazionale a quattro gare dalla fine del campionato. Solo applausi per Valentino Rossi che, pur evidentemente non al meglio delle sue possibilità, fa una gran figura per almeno metà gara, dovendo poi stringere i denti ed accontentarsi di un comunque onorevole 5° posto. Nelle altre categorie, arriva immediata la replica di Franco Morbidelli in Moto2, riallontanando lo spettro di Thomas Luthi. In Moto3, vittoria (con polemiche) e record del solito Joan Mir.
HONDA PERFETTA. MARQUEZ, PUO’ ESSERE L’ALLUNGO DECISIVO?
Misano-Aragon, un uno-due micidiale, targato Marc Marquez, che porta a cinque le sue vittorie stagionali (34 in MotoGP, 60 in carriera) e soprattutto prova la fuga in ottica iridata. Era il favorito, titolare di un passo gara potenzialmente anche mezzo secondo (se non anche qualcosa in più) migliore degli inseguitori più prossimi, e non ha tradito, dando l’impressione di decidere come e quando vincere. Vero, i rischi presi sono sempre enormi, date le due cadute del weekend (a quota 22 in questo 2017) e gli spaventi ripetuti nella prima metà di gara, come se il feeling con la hard non sia dei migliori. Dicevamo però che Marc, quando decide di dare il cambio di ritmo, in questa fase della stagione è semplicemente inarrestabile. Al giro 16 arriva il sorpasso su Lorenzo, che gli spiana la strada verso la vittoria.
In classifica, adesso il pilota Honda vanta 16 punti di margine su Dovizioso e 28 su Vinales. Se già prima Marquez era considerato il candidato principale al titolo, dopo la gara di ieri i pronostici non possono che essere ancora di più sbilanciati a suo favore. Anche guardando alle ultime gare in calendario, escludendo forse Sepang tutte le altre sono piste dove Marquez ha sempre fatto molto bene. La grande giornata del team HRC è stata completata dal bel 2° posto di Dani Pedrosa, ancora una volta grande protagonista su una pista che adora. Dopo il poco convincente sesto posto rimediato in Q2, Dani sembra non riuscire ad emergere dai margini della top-5. Una volta liberatosi di Vinales, però, il catalano cambia completamente ritmo e, superati in tromba Dovizioso, Rossi e Lorenzo, prova anche a riportarsi sul compagno di box, ma è troppo tardi. Un buon modo, comunque, di riscattare l’orrida prova di Misano, riuscendo anche a scavalcare Rossi in classifica. A proposito di Valentino, nel post gara Dani accende una polemica su una manovra difensiva dell’italiano al momento del sorpasso, lungo il rettilineo di ritorno. A detta dello spagnolo, Rossi lo avrebbe stretto pericolosamente a bordo pista ad oltre 300 km/h; il pilota Yamaha ha respinto ogni addebito.
YAMAHA, CHAPEAU ROSSI. VINALES NON CONVINCE
Giornata con luci ed ombre in casa Yamaha. Partiamo da colui il quale, grazie al suo rientro lampo, ha catalizzato la gran parte delle attenzioni, riscuotendo applausi ed ammirazione pressochè unanimi. Valentino Rossi voleva delle risposte sullo stato della gamba operata nella notte del 1° Settembre scorso. Sembrava un azzardo accelerare così il rientro, ma evidentemente non si conosce bene la categoria alla quale appartengono i centauri delle due ruote. Dopo aver superato il controllo presso il centro medico di Motorland Aragon giovedì e il test più importante, quello della pista al venerdì, il Dottore ancora non aveva ben chiaro a cosa potesse puntare. Anche perchè le prime due sessioni erano state caratterizzate dall’asfalto bagnato, condizione che in un certo qual modo lo aveva agevolato. Sull’asciutto, però, Rossi ha sorpreso ancor di più, con un crescendo culminato con il gran giro che, in Q2, gli è valso il 3° tempo ad appena 180 millesimi dal poleman Vinales.
In gara, ricca di incognite com’è normale che sia in questi casi, Valentino parte con il coltello tra i denti, insediandosi subito in seconda posizione alle spalle di Lorenzo. Rossi conduce alla grande la sua M1 e, con il passare dei giri, monta anche un pò di illusione sulle sue chance, dato che riesce a non far scappare l’ex compagno-rivale e a tener dietro due mastini come Marquez e Dovizioso. Superata metà gara, però, la fatica e del corpo e degli pneumatici (non saprei dire in che percentuale) comincia a farsi sentire e Rossi, pur continuando a battersi alla grande, soprattutto con il compagno di box Vinales, deve cedere terreno. Alla fine della fiera, questo 5° posto a meno di 6 secondi da Marquez e circa 6 decimi da Maverick può essere considerato un gran risultato dal pilota Yamaha. Un giovincello che, a 38 anni suonati, proprio non la vuol smettere di stupire (e zittire) tutti.
Non ride l’altra metà del box Yamaha. Maverick Vinales ha concluso la sua prova in 4° posizione, perdendo ulteriormente contatto dalla vetta della classifica, adesso distante 28 lunghezze, mentre il margine da recuperare su Dovizioso è di 16 lunghezze. Autore della pole, di certo lo spagnolo sperava in una gara ben diversa. In affanno sin dal via (non eccelso il suo spunto), Maverick vive una prima parte di gara in grossa difficoltà, perdendo terreno dai primissimi e dovendosi guardare le spalle. Superato anche da Pedrosa, stavolta non arriva il cambio di ritmo consueto nella seconda parte, a causa anche dell’ormai atavico problema di spinning al posteriore. Con un lampo d’orgoglio, nel finale Vinales ingaggia battaglia con il menomato compagno di box, spuntandola a fatica. Come da lui stesso sostenuto del dopo gara, in questa situazione pensare di poter lottare per il titolo è davvero difficile.
DUCATI, MENTRE LORENZO SI RITROVA, DOVIZIOSO SI PERDE…
La delusione di Aragon si chiama, purtroppo, Andrea Dovizioso. In difficoltà sin dalle prove nel bilanciare correttamente la sua GP17, il forlivese ha vissuto una domenica da dimenticare, visto anche il risultato del compagno di box, Jorge Lorenzo. Partito con una scelta di gomma soft al posteriore, il Dovi parte molto forte, passando subito dalla 7° alla 4° posizione, infilando dopo poche curve anche Marquez, dando l’impressione di poter fare lo stesso anche con Rossi. Evidentemente, però, quest’avvio sprint nuoce al pilota italiano, che giro dopo giro fa sempre più fatica, commettendo vari, piccoli errori ed alzando progressivamente i suoi tempi sul giro. Da metà gara in poi, il Dovi viene uccellato dai rivali, anche dalla Aprilia di Aleix Espargaro, riuscendo a fatica a tener dietro Bautista. Sotto la bandiera scacchi, Andrea è 7°. Si sapeva che su questa pista doveva limitare i danni, ma non c’è riuscito, inseguendo adesso a 16 punti di distanza. E’ dura, vero. Ma non bisogna mollare e crederci fino in fondo.
Il volto sorridente in casa Ducati è certamente quello di Jorge Lorenzo, che torna sul podio a quattro mesi e mezzo di distanza dall’ultima volta, quando a Jerez concluse sempre in 3° posizione. Vero che Aragon è sempre stato un circuito sul quale il nostro ha reso sempre (o quasi) al meglio; ma questo risultato consolida un percorso di crescita fattosi nelle ultime settimane sempre più evidente. Dopo la sua solita partenza a fionda, Jorge prova a scappar via, ma Rossi non glielo permette. Ciononostante, il maiorchino regge con autorevolezza in testa alla gara, almeno fino a quando non sopraggiunge l’indemoniato Marquez, che lo infila a 7 giri dal termine. Lorenzo prova a non mollare, ma nel finale deve arrendersi anche a Pedrosa. Dopo tanto affanno, però, sembra che la strada giusta sia stata intrapresa.
GLI ALTRI: CHE GARA PER ALEIX ESPARGARO, BENE ANCHE BAUTISTA
La palma di migliore degli ‘altri’ non può che andare ad Aleix Espargaro. Lo spagnolo della Aprilia si esibisce in una grande prestazione (6°), giocandosela alla pari con moto e piloti più quotati, mettendosi dietro la Ducati ufficiale di Dovizioso e chiudendo a meno di 7 secondi dal vincitore. Poco dietro ad Aleix ecco Alvaro Bautista, anche lui autore di una buonissima gara, chiusa in 8° posizione. Delude Johann Zarco (9°), mai in evidenza in un weekend per lui anonimo. Pol Espargaro chiude la top-10 (10°), riuscendo solo nel finale a mettersi dietro il collaudatore KTM, Mika Kallio. Termina 12° Andrea Iannone, precedendo Jack Miller, Scott Redding e Tito Rabat, ultimi a punti. Fuori dai 15, in una gara che ha visto soli due ritirati (Karel Abraham e Cal Crutchlow, entrambi caduti), nell’ordine Jonas Folger, Alex Rins, Hector Barbera, Bradley Smith, un Danilo Petrucci in grossa crisi con le sue Michelin, Loris Baz e Sam Lowes.
MOTO2: MORBIDELLI, REAZIONE DA CAMPIONE
In una gara nella quale l’incognita gomme l’ha fatta da padrone, Franco Morbidelli rialza la testa dopo lo scivolone di Misano, e vince soffrendo per l’8° volta quest’anno. A rendere la vita dura al pilota romano ci ha pensato il connazionale Mattia Pasini, la cui resistenza si piega solo nel corso dell’ultimo giro, con un gran sorpasso di Morbidelli nel cambio di direzione 14-15. Ottima gara anche per Miguel Oliveira, 3° a poco più di mezzo secondo dalla vittoria, mentre Thomas Luthi chiude 4°, incalzato da un bravissimo Brad Binder, partito 20°. In classifica, adesso, Morbidelli allunga nuovamente, portandosi a +21 sull’elvetico. Tornando alla gara, un positivo Jorge Navarro chiude in 6° posizione, in volata su Simone Corsi e Takaaki Nakagami. Chiudono la top-10 Sandro Cortese e Francesco Bagnaia. Gli altri italiani: a punti Lorenzo Baldassarri (13°) e Stefano Manzi (15°), mentre terminano fuori dai punti Andrea Locatelli (19°) e il duo Luca Marini-Federico Fuligni, entrambi caduti.
MOTO3: OTTAVO SUCCESSO STAGIONALE PER MIR, NESSUNO COME LUI
Pur con delle polemiche, anche ad Aragon brilla la stella di Joan Mir, ormai involato verso il titolo della ‘Entry Class‘. Il giovane spagnolo, in una gara ridotta a 13 giri per la nebbia che al mattino ha fatto slittare i warm-up, ottiene l’ottavo centro stagionale (primo a riuscirci in Moto3) e, forte del vantaggio su Romano Fenati, ieri solo 10° (+80), potrebbe chiudere il discorso già a Motegi. Parlavamo di polemiche. Mir l’ha spuntata precedendo di appena 43 millesimi il nostro Fabio Di Giannantonio e di 51 millesimi Enea Bastianini. Soprattutto il 18enne romano ha avuto molto da ridire nei confronti di Mir, reo di aver cambiato più volte direzione nel corso dell’ultimo giro, mentre percorreva il lungo rettilineo di ritorno con l’italiano negli scarichi. Nel dopo gara, i commissari hanno ‘punito’ Mir con 6 posizioni di penalità in griglia nella prossima gara, lasciandogli però la vittoria. Di un soffio giù dal podio gli spagnoli Jorge Martin ed Aron Canet, che a loro volta hanno preceduto di pochissimo John McPhee, Marcos Ramirez e un bravissimo Dennis Foggia, 8° alla sua seconda gara nel Motomondiale. Nei primi dieci arrivano anche Philip Oettl e, come detto, Fenati. Andrea Migno termina 11° dopo una buona risalita, mentre Nicolò Bulega è 14°. Fuori dai punti Niccolò Antonelli (18° a +2.665 dal primo!), Marco Bezzecchi (19°), Manuel Pagliani (23°) e Tony Arbolino (26°); caduto Lorenzo Dalla Porta.
Prossimo appuntamento tra tre settimane (13-15 Ottobre), quando il Gran Premio del Giappone a Motegi darà il via al trittico in Estremo Oriente.
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