MotoGp 2018, Redding:” Ridicolo far pagare i piloti per correre”

Scott Redding, ex pilota MotoGp si è scagliato contro il sistema dei pagamenti che i piloti devono accettare per poter essere in griglia.
Scott Redding, pilota inglese del team Ducati Pramac (foto da: motogpbrits.com)

Il pilota britannico, che ha iniziato a correre nella 125 nell’anno 2008, dopo cinque stagioni nella MotoGp è rimasto a piedi, visto che la scuderia per cui correva l’Aprilia,  lo ha sostituito con l’italiano Andrea Iannone.

L’anno prossimo correrà nel BSB (British Superbike Championship), in sella alla Ducati.  Il mondo dei gran premi oggi non lo soddisfa più, ci sono troppi interessi, il denaro è diventato un idolo indiscusso.

Si è scagliato contro il mondo delle due ruote, dove una scuderia acquista solo piloti che le consentono un certo pagamento. Anche se poi questo si rivelerà un buco nell’acqua, con valori ridotti e scarso attaccamento allo sport:

“Sono solo affari, è tutta una questione di soldi. Questo è il problema. Ecco come vanno le cose. E’ difficile anche solo entrare ora: quanti sono i piloti che pagano per avere una moto? Questo è il Mondiale, indipendentemente dal fatto che sia classe Moto3, Moto2 o MotoGP. Anche se le squadre hanno il budget, sono sempre alla ricerca di piloti che devono pagare. Perché possono, perché alla fine qualcuno pagherà. Ma poi non otterrai mai il meglio”.

Redding, quando ha perso il posto in Aprilia, ha anche pensato di poter ritornare magari a correre in Moto2. Comunque ha perso la sua opportunità, rifiutando una possibilità che non era in linea con le sue idee riguardo il mondo della moto. E’ un professionista, che pretende di essere pagato invece di lavorare gratis o metterci dei soldi propri. Ci vogliono anche delle regole, ma il fatto che debbano essere pagati non dovrebbe essere messo in discussione:

“Sicuramente non pagherò due o trecentomila, per una o due stagioni. E’ ridicolo, è folle, ma alla fine c’è sempre qualcuno che lo farà. Ci dovrebbero essere limiti su quanto vengono pagati i migliori, ma ci dovrebbero essere dei limiti anche per i piloti paganti. Ci dovrebbero essere alcune linee guida da seguire”.

Lorenzo Carrega

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Giornalista Pubblicista. Esperienze in ambito giornalistico locale, non solo di sport, ma anche di cultura e tempo libero. La scrittura è la mia passione
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