Valentino Rossi ha colto il massimo possibile dal Gran Premio di Catalunya 2018. Anzi, forse di più, grazie alla caduta di Andrea Dovizioso, che ha reso possibile il suo podio #231 in carriera, il #195 nella classe regina. Dopo una partenza positiva, Valentino ha perso quasi subito contatto, svantaggiato anche dall’obbligata scelta della doppia Soft, non favorevole alla complicata M1 di questi tempi. Ciononostante, il nove volte Campione del Mondo ha tenuto duro, restando il primo inseguitore di Marc Marquez (-27), benché, con realismo, Valentino al momento attuale non crede di avere reali chance iridate.
“Sono contento, perché questo è il quarto podio della stagione, il terzo consecutivo. Mi sento bene e sto guidando bene, contento del fatto che stia lavorando ottimamente con il mio team. Questo ci consente di essere sempre abbastanza a posto in gara” – dice Rossi – “Come ho già detto al Mugello, però, il mio miglior risultato rimane un terzo posto e così i Mondiali non si vincono. Soprattutto, lottare per vincere è un’altra cosa. Grazie al warm-up siamo andati un pò meglio rispetto a ieri e, alla fine, la gomma Soft anteriore ha lavorato bene. Però ci è mancato qualcosina perché nei primi giri sia Marquez che Lorenzo andavano di più. Dovizioso poi ha sbagliato, ma era più vicino, e forse avrei potuto cercare di tenere il suo ritmo“.
“Il Mondiale? Sono a -27 da Marc e di base posso dire di crederci. Oggi ho perso solo 4 punti da lui e, in prospettiva, pochi da Jorge. E ho allungato sugli altri sul quale oggi ho perso solo 4 punti. E’ vero che Jorge aveva pochi punti, ma è reduce da due vittorie di fila e sta tornando su alla grande. La mia speranza è di migliorare anche noi a partire dalla seconda metà di campionato“, ha aggiunto Valentino.
La prossima gara sarà ad Assen, in Olanda, dove un anno fa il Dottore ottenne l’ultima vittoria per sé e per la Yamaha: “E’ una statistica piuttosto triste sia per me che per un team come la Yamaha. Assen è una pista fantastica ed è bellissimo guidare la MotoGP lì. Di solito, la Yamaha riesce ad essere competitiva. Il problema è che mi piacerebbe non dover aspettare Assen per vincere, ma poterci provare su tutte le piste. Il team satellite per il 2019? Non credo sia così essenziale per noi, nel senso che Yamaha può anche farne a meno. Ma di certo avere quattro moto in pista, casomai con piloti come Pedrosa e Morbidelli, sarebbe di buon aiuto“.
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