Adesso si fa sul serio in casa Milan. La società ha fatto il passo decisivo per il progetto nuovo stadio di proprietà, che potrà essere la colonna portante attorno alla quale costruire il futuro del club.
Dopo la presentazione di interesse ufficiale per i padiglioni 1 e 2 di Fondazione Fiera, ecco reso pubblico il progetto. L’idea del Milan è creare un vero e proprio quartiere tutto rossonero, visto che il progetto vede la costruzione dell’impianto proprio nella piazza dove sorge Casa Milan, il nuovo quartier generale del club rossonero.
Il progetto dei rossoneri avrà un costo totale di circa 300-320 milioni di euro, di cui 220-240 per la costruzione dello stadio ed il resto per le altre opere previste nel progetto: albergo, liceo e interventi di urbanizzazione, tra i quali negozi, ristoranti e parchi. Il Milan non sborserà un euro, visto che l’intero investimento sarà fatto dagli sponsor privati, con Fly Emirates in prima fila e pronto a dare il nome al nuovo stadio, ma non è escluso che possa prendere il nome del presidente Silvio Berlusconi.
Lo stadio avrà lo stile della città di Milano e sarà scavato dieci metri sotto terra. Inoltre, avrà una copertura mobile che garantirà la chiusura totale in caso di pioggia o vento, con ventilazione naturale. Non ci saranno tornelli o barriere, ma solo un moderno sistema di microchip e sensori ad alta tecnologia. Lo stadio sarà costruito completamente nel rispetto dell’ambiente: produrrà energia pulita con la cogenerazione, il fotovoltaico, nei bagni si riciclerà l’acqua piovana, mentre saranno ottimi i collegamenti con i mezzi pubblici.
Ecco le dichiarazioni di Maurizio Teora, direttore del progetto di Arup: “A differenza dei primi stadi, che erano solo dei contenitori di spettatori, e degli stadi britannici degli anni 90 aperti 7 giorni, questo impianto ci poterà nella terza era degli stadi: integrerà le sue funzioni sportive e d’intrattenimento, sempre attive, con la vita e le esigenze della città. Associando le funzioni tipiche di uno stadio alla vita del quartiere, come ad esempio per l’albergo”.
Interessanti anche le parole di Emilio Faroldi, professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura presso il dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, che ha lavorato, insieme al suo team e all’Arup, al progetto per il nuovo stadio del Milan: “Abbiamo approcciato al progetto sviluppando subito i temi fondamentali di quest’opera: ovvero parliamo della sostenibilità ambientale, del concetto di uno stadio urbano smart che sia facilmente raggiungibile attraverso il trasporto pubblico, e che sia a basso impatto. Uno stadio, inoltre, che s’identifichi più come un edificio, come un pezzo di città, e non come una macchina da business da attivare esclusivamente per l’evento sportivo una volta alla settimana. Il ruolo degli stadi in Europa e nel mondo sta progressivamente cambiando. Gli stadi non sono più pensati solo come un luogo per gli eventi sportivi, seppure aperti tutta la settimana, ma come un pezzo utile a riordinare l’insieme urbano di una città, di un quartiere. Ci siamo dati un obiettivo: quello di non consumare il suolo. Ci troviamo in un’area strategica della città di Milano, nella quale abbiamo immaginato che uno stadio pensato così potesse recuperare e aiutare a risolvere le problematiche urbanistiche del quartiere. E qui nasce l’idea di uno stadio intelligente, a impatto zero. A quali stadi ci siamo ispirati? Soprattutto all’Emirates di Londra, al St. Jakob-Park di Basilea, al nuovo San Mamés di Bilbao, al Neuchatel Xamax Stadium”.
Benito Letizia
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