Milan-Dudelange 5-2, dichiarazioni post-partita di Gattuso: “Buona reazione, non esistono partite facili”

Tra mille sofferenze e paure, il Milan ottiene gli importantissimi tre punti contro il Dudelange e ora, grazie al successo del Betis sull’Olympiakos, potrà giocare l’ultima complicata partita nell’infernale catino dei greci con due risultati su tre (passerebbe persino con una sconfitta di misura). Questo, tuttavia, è l’unico aspetto positivo della serata, poiché il Milan ha letteralmente sottovalutato i lussemburghesi, dilettanti veri che hanno vissuto una sorta di Erasmus in una competizione europea: scesi in campo con un classico 4-3-1-2 travestito da un ancora più classico 4-3-3, Higuain e soci hanno provato da subito a mettere le cose in chiaro, ma ci sono voluti venti minuti di tentativi a vuoto, ed interventi del tipico portiere (Bonnefoi) che si lascia perforare da chiunque tranne che dal Milan, affinché Cutrone riuscisse a segnare su assist di Higuain, a sua volta servito da Calabria, e grazie alla collaborazione di Bonnefoi, che non trattiene il tiro del giovane attaccante.

Quello che doveva essere, cioè una tranquilla serata con tanti gol e nessun problema, si è trasformata però in un incubo quando, a fine primo tempo e ad inizio ripresa, i difensori si dimenticano di marcare prima Stolz, che raccoglie un pallone vagante in area e batte Reina con una bomba di collo piede, e poi Turpel, che segna con un angolato tiro di destro sfruttando anche un rimpallo. Le paura e lo sconforto sembrano impadronirsi del Milan, che reagisce confusamente e rischia di beccare pure la terza rete. Gattuso corre ai ripari e sostituisce l’impalpabile Halilovic con Suso, che si carica sulle spalle i suoi e inizia a mulinare buoni palloni.

Al 66° la svolta: Calhanoglu crossa da sinistra e il difensore Stelvio batte il suo portiere di testa realizzando un clamoroso autogol. Questo episodio cambia il destino del match, che vede il Dudelange sparire definitivamente dalla scena e subire altre tre reti: prima segna Calhanoglu con un piattone da lontano che beffa ancora Bonnefoi. Al 78° Schnell imita Stelvio e fa autogol in tuffo di testa su piazzato di Calhanoglu e, infine, partecipa alla festa anche Borini, entrato da poco e pronto a ribadire in rete una traversa colta dal turco.

Venendo ai lati negativi, c’è da segnalare una difesa svagata, formata da una riserva dormiente (Zapata) e da un giovane esordiente ancora inesperto (Simic), per nulla amalgamata com’è ovvio e sulla quale non si può dire nulla; Halilovic e Bertolacci hanno anche loro fornito una prova incolore, ma se il croato aveva fin qui giocato solo un paio di minuti, l’ex genoano ha confermato di non essere da Milan. Higuain, molto nervoso, ha comunque giocato discretamente e ha dato il là al primo e al terzo gol e ha mostrato di voler essere un giocatore da Milan smentendo certe ricostruzioni fantasiose. Il turn over era probabilmente obbligato visto l’incombente impegno contro il Parma, ma c’è comunque molto da lavorare, specie sul mercato: c’è bisogno di allungare una coperta molto corta in mediana e di rimpolpare una difesa che ha bisogno di più soluzioni. Ma adesso vediamo le dichiarazioni di Rino Gattuso al termine del match.

Dopo il loro pareggio è subentrata un po’ di paura, ma l’avevamo preparata bene. Poi mi prendete per scemo quando dico che partite facili non ce ne sono. Quando cambi tanto è sempre difficile, quei calciatori che giocano meno fanno fatica. Ma l’importante era vincere, sull’1-2 la squadra ha reagito bene e abbiamo spinto sia a livello tecnico che caratteriale. Sapevo che ci sarebbe stato da faticare. Oggi dobbiamo imparare a capire anche gli interpreti che ci sono in campo, spesso leggiamo male queste situazioni qua“.

Per quanto riguarda le punte e le riserve, “Con Higuain ho parlato poco oggi, ma gli dava un po’ fastidio la schiena. Ho questa sensazione. Non ha chiesto il cambio, ma credo avesse un piccolo problemino perché faceva anche fatica a scattare. Ora ha bisogno di fare buone prestazioni, poi lui vive per il gol. Cutrone? Deve continuare a impegnarsi così e migliorare. Poi il veleno in area di rigore lo ha sempre avuto, è giusto che lavori per migliorare anche a livello tecnico”. José Mauri mi è piaciuto molto. Avevo pensato di farlo giocare all’inizio con Bertolacci, per far riposare sia Kessié che Bakayoko, ma avrei cambiato troppo“.

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