Milan, altro caso Bakayoko contro il Bologna: manda a quel paese Gattuso

Il Milan non arriva tardi all’ultimo treno per la corsa Champions. Anzi, riesce a salirci affannosamente sopra. Nel posticipo della 35° giornata i rossoneri spediscono a casa con un 2-1 sudato il Bologna di Mihajlovic.

La sblocca Suso (37′), Borini raddoppia (62′) prima che Destro accorci al 72′.

 Esclusi i tre punti, di vitale importanza, non si sono visti altri segnali positivi. Quella scesa in campo a San Siro è stata una squadra disunita ma sopratutto nervosa ed immatura. Tutte componenti che già nuociono di per sè alle squadre in qualsiasi momento della stagione, figuriamoci ora che il Milan deve essere tutt’altro fuorchè nervoso se vuole raggiungere il famigerato quarto posto, obiettivo noto da inizio anno e fondamentale per il futuro sportivo, societario ed economico rossonero. 

Ora la classifica vede il Milan a pari punti con la Roma, in svantaggio per differenza reti, e a soli tre punti dalla meta. Tre punti che dovranno assolutamente arrivare nelle restanti tre gare.

La caccia inizierà dall’insidiosissima trasferta di Firenze, a casa di un tutto tranne che rilassato Montella. 

IL CASO– Squadra nervosa, immatura e disunita, dicevamo. La prova del nove è arrivata al 26′ quando Biglia è stato costretto ad uscire per una contusione alla schiena. Al suo posto Gattuso aveva chiamato Bakayoko, protagonista in negativo ancora una volta. Il francese viene sollecitato dal suo allenatore e di tutta risposta chiede,senza alcuna logica, più tempo, proprio ciò che la squadra non aveva. Ringhio perde la pazienza e decide di mandare in campo Mauri.

A proposito di mandare: le telecamere hanno ripreso benissimo quanto detto da Bakayoko all’indirizzo di Gattuso che sembrerebbe ( al 99 % è quello, ma teniamoci quel briciolo di beneficio del dubbio)esser stato mandato a quel paese in inglese. Ringhio, accortosi delle parole del giocatore, ha risposto con un ” Ci vediamo dopo”.

 

 

I COMMENTI- Alle telecamere di Sky l’allenatore del Milan ha così commentato l’episodio :

 

“Ho aspettato 8 minuti poi ho visto che doveva ancora mettersi i parastinchi e ho scelto Mauri. È finita là. Sono fatti nostri”

Gattuso ha poi continuato :

” A me possono dire di tutto, non bisogna però mancare di rispetto alla squadre. A fine anno daremo i voti e vedremo chi è stato bravo e chi cattivo. Cosa gli dirò? Voglio parlare la mia lingua ma in televisione non si può. Oggi l’obiettivo era la vittoria. Pensiamo a non disperdere energie su queste cose”

Anche Leonardo, direttore dell’area tecnico-sportivo del Milan, ha parlato ai microfoni di Sky Sports:

 “Quello di Bakayoko sarà un caso che verrà discusso internamente senza pubblicizzare i provvedimento. È stato troppo bersagliato in questo periodo, non sta vivendo un buon momento. Certo, gli errori sono errori e noi interverremo. Se sbaglia, paga. Come tutti. Non dobbiamo fare processi pubblici, noi agiamo secondo i nostri valori.”

C’è chi dice no– Il rifiuto di Bakayoko non è un caso isolato, eccone alcuni tra i più celebri.
 
Uno dei fuoriclasse in questa particolare disciplina è Christian Panucci, rifiutatosi di entrare per ben due volte.
 
La prima è datata 2004 quando Fabio Capello decise di non schierarlo titolare in un Reggina-Roma. Nel secondo tempo, il tecnico friulano decide di farlo entrare ma il difensore ligure rifiuta di riscaldarsi, lasciando sbigottito Don Fabio. 
 
Il bis arriva cinque anni più tardi, sempre con la Roma ora guidata da Luciano Spalletti. Panucci, alteratosi per non essere tra i titolari di Napoli-Roma, ben pensa di rifiutare la panchina preferendo la tribuna. Inevitabile lo scontro con la dirigenza. Per la cronaca, quello è stato l’ultimo anno del difensore tra i giallorossi.
 
Un altro episodio è quello del giugno 2001, anno dello scudetto romanista. Tra i fautori di quel trionfo c’era anche Vincenzo Montella. Alla penultima di campionato, Napoli- Roma, l’ aeroplanino parte dalla panchina. Il primo tempo si conclude 1-1, risultato sfavorevole per i capitolini. Capello avvisa così il numero 9 di un imminente ingresso, rimandato poi dal gol del 2-2 di Pecchia che risponde al momentaneo vantaggio di Totti. 
Don Fabio lo richiama, l’attaccante si arrabbia e tra un calcione e un altro scaglia una bottiglietta d’acqua sull’allenatore. Per la cronaca, Montella entrerà negli ultimi cinque minuti.
 
Sempre restando in casa Roma, è impossibile dimenticare quel famoso Palermo-Roma della stagione 2016-17. I capitolini sono sul 2-0 quando Spalletti chiama a rapporto il capitano che declina gentilmente l’offerta rispondendo di avere mal di schiena.
 
Cambiando cronologicamente allenatore della Roma, troviamo Ranieri. All’epoca il tecnico testaccino era alla guida dell’Inter e tra i suoi giocatori c’è Diego Forland, rifiutatosi di entrare in un brutto Inter-Atalanta sostenendo di non essere in condizione.
 

 

 

 
 

 

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