Lo 0-0 contro il battagliero, ma modesto, Aek Atene ha mostrato un Milan psicologicamente tutt’altro che sereno e complessivamente bloccato ed incapace di giocare con continuità per 90 minuti. Tale situazione frustrante che vede la squadra che vorrebbe fare, ma non riesce, mette sulla graticola Montella, che dopo la partita si è presento ai microfoni con aria dimessa e ha definito la situazione complessa e ha messo in evidenza le occasioni create e non concretizzatesi per sfortuna e bravura del portiere ospite; ha anche espresso rammarico per i fischi, dovuti, secondo il tecnico, al momento e non alla gara appena conclusa, e ha chiesto vicinanza a tifosi e società.

Riguardo alla conduzione della partita, Montella non ha dubbi: “non mi è piaciuta l’interpretazione, ci voleva più rabbia. Serve un miglioramento generale e certe situazioni non sono allenabili. Dobbiamo fare gruppo e uscire da questo momento, perché manca la scintilla e ogni giocatore vorrebbe fare qualcosa in più e dimostrare di essere da Milan. Siamo un po’ bloccati nella testa“.

Infine, si è parlato anche delle parole di Massimiliano Mirabelli: prima della partita, il ds ha parlato di un inizio di stagione in cui la squadra ha fatto bene in alcuni momenti ed è mancata in altri, sottolineando che il Milan non può permettersi questa discontinuità, e, successivamente, ha ribadito la fiducia al tecnico, ma ha aggiunto anche che “ognuno di noi ha un tempo nella vita e nel mestiere che facciamo. Dobbiamo essere consapevoli che questo Milan è stato costruito con tutti i rischi del caso, abbiamo voluto dare al mister un gruppo di giocatori giovani, con un buon futuro. La proprietà non è affatto lontana, è vicina, ci sta facendo lavorare tutti al meglio, ma il tempo è un orologio per tutti.” Montella non si è trovato d’accordo con queste parole e ha detto che ci sono degli step da superare prima di arrivare al top, richiedendo implicitamente, ma nemmeno troppo, del tempo per plasmare la squadra secondo le sue idee.