SCUDERIA MANOR RACING: PILOTI PASCAL WEHRLEIN, RIO HARYANTO
Rivitalizzata dalla power unit Mercedes, la Manor avvia una fase di evoluzione tecnica con l’apporto degli ex Ferrari Tombazis e Fry.
Crescita e conservazione. Parte con queste caratteristiche il 2016 della Manor Racing che rispetto al 2015 ha praticamente rifondato la propria struttura tecnica ed organizzativa interna con l’ingresso di Dave Ryan (ex Mclaren) in qualità di team principal e l’apporto dei fuoriusciti dalla Ferrari Nicolas Tombazis nel settore dell’aerodinamica e Pat Fry come consulente. A ciò si aggiunge il colpo di essersi assicurate le fortissime power unit Mercedes, che tra l’altro ha concesso alla Manor l’utilizzo della galleria del vento di Brackley.
SCUDERIA MANOR IN SINTESI:
Sede | Dinnington |
Nazione | Gran Bretagna |
Presidente | Stephen Fitzpatrick |
Team principal | Dave Ryan |
Responsabile tecnico | John McQuilliam |
Monoposto | MRT05 |
Motore | Mercedes PU106C |
Presenze | 73 |
Vittorie | 0 |
Titoli iridati | 0 |
Nuova Manor MRT05 Formula 1 2016:
Ciò che invece non è cambiato sono il budget economico, ancora piuttosto risicato che limita di molto gli investimenti e la nuova-vecchia monoposto MRT05, che presenta scelte aerodinamiche conservative e non proprio all’avanguardia. In ogni caso può contare sulla trasmissione della Williams e sul carburante Petronas.
Storia della Scuderia Manor Formula 1:
Il team corre con licenza britannica ed è nato nel 2009. Dall’anno successivo entra in F1 prima con il nome Virgin, poi come Marussia e, infine, come Manor, proprio dal 2016. Viste le possibilità di cui ha disposto, la scuderia non ha mai ottenuto risultati particolarmente significativi finora e il mutato organigramma di quest’anno può rappresentare un notevole miglioramento in chiave presente e futura, in vista di un miglioramento globale.
Ad oggi il piazzamento di maggior rilievo rimane il nono posto ottenuto nel 2014 con i piloti Jules Bianchi, Max Chilton ed Alexander Rossi quando il team si chiamava ancora Marussia e montava il motore Ferrari. Ma fu ben poca cosa rispetto al dramma che funestò quella stagione in occasione del Gp del Giappone a Suzuka quando Bianchi subì un grave incidente che lo condusse alla morte il 17 luglio del 2015.
Il decesso di un pilota a seguito di uno schianto in pista non si verificava dal tragico 1994 che portò via Roland Ratzenberger e Ayrton Senna nel weekend del Gp di San Marino a Imola. Proprio Bianchi quell’anno fu colui il quale riuscì a portare per la prima e, al momento, unica volta la scuderia inglese in zona punti grazie al nono posto ottenuto a Montecarlo con una gara magistrale.
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