Il calcio è bello perchè riesce sempre a ribaltare ogni pronostico. Lo sa bene il Manchester City, che nell’ultima sfida di Premier League è crollato 4-0 sotto i colpi di un Everton pimpante che ha impedito ai citizens di ragionare. Un risultato così rotondo e roboante non ammette giustificazioni ed è per quello che a partire da ieri, anche se in modo ufficioso, la panchina di Pep Guardiola ha iniziato a traballare.
I punti di distacco dal Chelsea di Conte sono dieci, ma la cosa che più preoccupa i tifosi del City è la scollatura fra i reparti e la faccia sconsolata di Guardiola, lontano parente dell’istrione sorridente che avevamo incontrato sulle panchine di Barcellona e Bayern Monaco. C’è qualcosa di oscuro nel legame fra Guardiola e il calcio inglese e sono in molti a scommettere che ci sia qualcosa che sta sfuggendo al tecnico spagnolo.
Non è la prima volta infatti che il Manchester City viene ridimensionato da un’avversario e se analizziamo le vittorie, sono tutte (o quasi tutte) arrivate grazie al talento dei singoli. L’unica vittoria di squadra forse è quel 3-1 inflitto in Champions al Barcellona, incapace di reagire di fronte alle giocate corali di un City che sembrava in grande spolvero. Dopo quella vittoria, tanta confusione e poca reattività.
C’è l’impressione che Guardiola abbia le ore contate, perché il pubblico inizia a rumoreggiare e di certo la società non ha alcuna intenzione di galleggiare a metà classifica. La prossima gara, in casa contro il Tottenham, profuma di ultima spiaggia…
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