Lega Serie A-FIGC-FMSI: “Protocollo Governo-CTS non attuabile su quarantena, ritiro e responsabilità medici”

In 24 ore prima la FIGC aveva provveduto a modificare i protocolli come richiesti dal Comitato Tecnico Scientifico e poi le squadre della Lega Serie A, insieme ad AIC e alla FMSI, cioè ai medici sportivi, hanno fatto un passo indietro informando che l’attuale protocollo non può essere attuabile su tre punti: quarantena in caso di positività di un calciatore, modalità maxi ritiro precampionato e responsabilità legale dei medici. Proprio per questo, Lega Serie A-FIGC-FMSI hanno deciso durante un summit di chiedere al Governo di modificare il protocollo affinché si possa tornare ad allenare e in campo

L’avevamo detto più volte che questa sarebbe stata la settimana decisiva per il futuro del calcio italiano, visto che erano in programma diversi incontri tra le istituzioni calcistiche e governative per la ripresa degli allenamenti e il ritorno in campo.

Ma andiamo con ordine. Prima di tutto, con la Fase 2 legata all’emergenza sanitaria causata dalla diffusione e dal pericolo di contagio del Coronavirus, al secolo Covid-19, il Governo aveva dato l’ok per la ripresa degli allenamenti di gruppo a partire dal 18 maggio.

Poi, dopo diversi incontri tra le parti e il primo rifiuto da parte del Comitato Tecnico Scientifico di fronte ai protocolli presentati dal Comitato Scientifico, finalmente si era giunti all’accordo per le norme medico-sanitarie che la FIGC doveva poi passare alla Lega Serie A in vista degli allenamenti e dell’eventuale ritorno in campo.

Subito dopo, la Lega Serie A aveva di fatto trovato anche la data per la ripresa della Serie A, cioè il 13 giugno, così da completare la stagione calcistica 2019-2020 entro il 2 agosto, come da deadline istituita dalla UEFA, creando un calendario che prevederebbe di giocare ogni tre giorni.

Eppure, quando anche il CONI sembrava aver dato il benestare a questa decisione, che permetterebbe di seguire i protocolli con le giuste tempistiche, sono arrivate prima le critiche dell’AIC e poi della stessa Lega Serie A, a causa dei rifiuti di alcune squadre di iniziare i ritiri a partire dalla prossima settimana.

La causa di tale polemica e del clamoroso dietrofront alla vigilia del ritorno in campo è dovuta ad alcuni punti del protocollo FIGC-CTS, ritenuti assolutamente inattuabili, cioè quelli relativi alla quarantena in caso di nuova positività, le modalità dei maxi ritiri e, infine, la responsabilità legale esclusiva dei medici sportivi.

Infatti, secondo gli attuali protocolli, in caso di calciatore positivo bisognerebbe procedere all’isolamento e alla quarantena dell’intera squadra, improponibile per motivi soprattutto logistici, visto che già le grandi squadre non hanno impianti tali da permettere il rispetto delle norme e gli stessi medici non vogliono prendersi l’esclusiva responsabilità di nuovi contagi. 

Oggi, quindi, la FMSI, la Lega Serie A e la FIGC si sono riunite, ovviamente in call video conference, per discutere la linea da adottare e hanno deciso che l’attuale protocollo non s’ha da fare, perciò provvederanno a nuovi incontri con il Ministro della Salute e, soprattutto, il Ministro dello Sport per modificare le norme, così da renderle attuabili.

A questo punto, è molto probabile che la ripresa degli allenamenti possa slittare, così come la ripresa della Serie A, che potrebbe essere posticipata di una settimana, cioè al 20 giugno. 

Ecco il comunicato ufficiale: 

Si è tenuto questa mattina, in un clima di fattiva collaborazione, l’incontro tra la Figc, la Lega Serie A, il presidente della Fmsi Maurizio Casasco e il rappresentante dei medici della Serie A, Gianni Nanni. Sono stati analizzati i punti del protocollo difficilmente attuabili e sono state costruttivamente elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive. Vi è stata una generale condivisione delle proposte finali, formulate per garantire una ripresa in piena sicurezza degli allenamenti di gruppo, che verranno tempestivamente sottoposte al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, al Ministro della Salute e al CTS.

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