Italia-Israele, la partita si giocherà? Biglietti in vendita, petizione online e polemiche in vista di ottobre

Italia-Israele, la partita si giocherà? Biglietti in vendita, petizione online e polemiche in vista di ottobre
Italia - Israele si giocherà ?

Il 14 ottobre 2025 la Nazionale italiana di calcio è attesa alla Dacia Arena di Udine per affrontare Israele in un match valido per le qualificazioni ai Mondiali 2026. Si tratta della gara di ritorno dopo l’andata prevista a settembre, ma il contesto politico e umanitario che accompagna questa sfida sta sollevando un acceso dibattito. Da una parte, il ministro dello Sport Andrea Abodi e la FIGC spingono per far disputare regolarmente l’incontro; dall’altra, una fetta crescente di tifosi e attivisti chiede il boicottaggio o l’annullamento della partita.

Il contesto politico e le richieste di boicottaggio

Il nodo della polemica riguarda la situazione in Palestina, dove da mesi si denunciano migliaia di vittime, tra civili e sportivi, in seguito alle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza. Le tensioni sono esplose ulteriormente per la data simbolica del 7 ottobre, anniversario dell’attacco di Hamas, che secondo molti osservatori il governo Netanyahu potrebbe sfruttare per dichiarare il controllo totale dell’area.

Sui social si moltiplicano gli appelli a non seguire la partita né allo stadio né in TV, invitando i tifosi a manifestare il proprio dissenso. Alcuni sostengono che lo sport debba rimanere estraneo alla politica, altri vedono nell’evento un’occasione per mandare un messaggio forte contro quella che viene definita una “tragedia umanitaria senza precedenti”.

La posizione delle istituzioni

Abodi è stato chiaro: “La partita è in programma e si gioca, come si è giocata l’anno scorso a Udine”. Una linea condivisa dalla FIGC, che ha già avviato la vendita dei biglietti a prezzi accessibili, con un tetto massimo di 50 euro per assistere all’incontro. Nonostante la mobilitazione online, al momento non si registrano segnali concreti di rinvio o cancellazione.

Sul fronte politico, Mario Berruto, responsabile sport del Partito Democratico, ha sollevato la questione in Parlamento, criticando l’immobilismo di FIFA, UEFA e CIO: “L’assenza di qualunque segnale sa di ipocrisia. Lo sport è anche un atto politico”. Le organizzazioni calcistiche internazionali non hanno finora accolto le richieste della federazione palestinese di escludere Israele dalle competizioni, nonostante la morte di oltre 300 calciatori, tecnici e dirigenti negli ultimi due anni, inclusa la leggenda Suleiman Obeid.

Il silenzio dei calciatori italiani e il movimento all’estero

Nessun giocatore della Nazionale ha espresso pubblicamente la propria opinione sul caso. La sensazione è che tutti i convocati di Rino Gattuso risponderanno alla chiamata e scenderanno regolarmente in campo. Diversa la situazione fuori dai confini italiani, dove diverse tifoserie hanno preso posizione rifiutando acquisti di giocatori israeliani e mostrando striscioni e bandiere pro-Palestina, con conseguenti arresti in alcuni casi. Anche campioni come Mohamed Salah hanno criticato l’UEFA per la gestione comunicativa della vicenda.

La petizione online e la divisione tra i tifosi

Sul web è stata lanciata una petizione per chiedere la cancellazione di Italia-Israele o, in alternativa, un boicottaggio totale da parte di tifosi e calciatori. Le firme sono già migliaia e la campagna è diventata virale soprattutto su Instagram.

Il fronte del “no” alla partita sottolinea la priorità di una presa di posizione politica, mentre altri ricordano che l’Italia deve pensare alla qualificazione per non rischiare la terza assenza consecutiva a un Mondiale. Una qualificazione che, secondo i più ottimisti, potrebbe comunque arrivare vincendo le altre partite o passando dai playoff.

Con due mesi ancora davanti, il dibattito è destinato a infiammarsi. A oggi, però, Italia-Israele resta in calendario e a Udine il 14 ottobre il fischio d’inizio sembra più probabile che mai.

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