
Alla vigilia della sfida tra Italia e Israele, valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026, Gennaro Gattuso lancia un messaggio chiaro: “La qualità da sola non basta. Servono mentalità, fame e senso di appartenenza”. Il match si gioca questa sera alle 19:45 italiane sul campo neutro del Nagyerdei Stadion di Debrecen, in Ungheria, a causa della situazione di sicurezza in Israele.
Gli Azzurri hanno debuttato con il botto sotto la gestione Gattuso, travolgendo l’Estonia 5-0 nella prima gara, ma nel Gruppo I la classifica resta complicata e l’Italia deve ancora recuperare terreno. L’entusiasmo attorno al nuovo CT è palpabile, ma Gattuso mantiene i piedi per terra:
“Non abbiamo fatto ancora nulla. Sono i giocatori che devono conquistare i tifosi, non io. Abbiamo mostrato fame e intensità contro l’Estonia e lo stesso spirito l’ho visto negli allenamenti. Dobbiamo continuare su questa strada, ma questa sarà già una grande prova per noi”.
Israele è un avversario tutt’altro che semplice: ha vinto sei delle ultime sette partite, perdendo solo contro la Norvegia capolista del girone. Gattuso conosce bene i pericoli:
“Al di là dei risultati, sono una squadra difficile da affrontare. Sono letali nelle transizioni e dovremo saper leggere i momenti di pericolo. Questa sarà la chiave”.
Rispetto alla gara contro l’Estonia, ci saranno due cambi nell’undici titolare: Gianluca Mancini prende il posto di Riccardo Calafiori in difesa e Manuel Locatelli sostituisce l’infortunato Mattia Zaccagni in mediana. Confermato, invece, il tandem d’attacco formato da Mateo Retegui e Moise Kean, già decisivi nella prima partita:
“Kean e Retegui dialogano bene insieme e si sacrificano anche senza palla. Non è una questione di numeri o moduli, ma di trovare il giusto equilibrio. La qualità c’è, ma sta a me e al mio staff trovare la soluzione migliore”.
Durante la conferenza stampa, Gattuso ha anche rivolto un pensiero al difficile momento che sta vivendo Israele, che giocherà con il lutto al braccio dopo l’attacco terroristico a Gerusalemme:
“Siamo vicini al popolo israeliano per quello che sta vivendo. Vogliamo la pace, non solo per questa guerra, ma per tutte le guerre nel mondo. Noi giochiamo per noi stessi, per i nostri tifosi, ma sempre con rispetto”.
Dopo aver mancato le ultime due edizioni dei Mondiali, l’Italia ha il dovere di rialzarsi e tornare protagonista:
“Chi vince festeggia, chi perde deve spiegare. Negli ultimi anni abbiamo spiegato troppo. I ragazzi sanno bene cosa serve: unità, cuore, appartenenza e dedizione totale. Solo così si diventa campioni. La qualità da sola non basta”, ha concluso il CT.