Inghilterra, ecco la Brexit: come cambia la Premier League

È iniziato ieri il divorzio del Regno Unito dall’Unione europea, chiamato Brexit, a seguito del referendum del Giugno scorso che ha sconvolto una Nazione con il suo esito a sorpresa. L’ambasciatore britannico Barrow ha consegnato personalmente una lettera a Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo, che notifica l’intenzione di lasciare l’Europa. L’addio della Gran Bretagna è previsto per il 29 marzo 2019, al termine di due anni di negoziato.

La scelta del popolo britannico avrà delle ripercussioni sul calcio inglese, conseguenze che si noteranno a partire dal 2019. Chi vorrà giocare in una squadra di Premier League dovrà avere un permesso di lavoro. Le norme attuali per ora dicono che i calciatori extracomunitari che provengono dai primi 10 campionati del ranking FIFA devono aver giocato almeno il 30% delle partite degli ultimi due anni. Quanto più basso è il ranking FIFA tanto più alta è la percentuale di partite da giocare. Di conseguenza dal 2019 per qualsiasi giocatore che non sia “britannico” proveniente da Serie A, Liga, Ligue 1, Bundesliga, e tutti gli altri campionati europei, sarà più difficile (ma non impossibile) approdare nel campionato inglese.

Da verificare anche quello che succederà alla moneta unica, la Sterlina, e come cambierà il rapporto con l’Euro. Il prezzo dei calciatori che militano nei campionati britannici potrebbe crollare, e viceversa quello dei giocatori europei salire alle stelle, ma è un’ipotesi che per ora è fin troppo difficile da fondare. 

L’ultimo dei problemi potrebbe arrivare dalla vendita dei diritti TV all’estero: potrebbe cambiare qualcosa sul mercato televisivo, e le società inglesi non verrebbero coperte d’oro come nelle ultime annate.

england euro brexit
La nazionale inglese durante l’esecuzione di “God Save the Queen”.

Attenzione, però, alle possibili buone note che la Brexit porterebbe: la nazionale inglese non vince qualcosa dal 1966, e molti legano questo grande problema alla presenza dei troppi stranieri in Premier League. Per evitare i vari problemi di cui abbiamo parlato sopra adesso le società inglesi potrebbero preferire diminuire il numero di acquisti dall’estero e portare più giocatori del vivaio in squadra. Come ha fatto il Tottenham negli ultimi anni, potremmo scoprire nuovi Dele Alli, nuovi Harry Kane, o come successo a Manchester, nuovi Rashford. Sarebbe una vera manna dal cielo per la nazionale.