Scontro tra AIC e Lega Serie A. Gravina contro il possibile sciopero dei calciatori.
Giusto ieri si parlava delle forti dichiarazioni di Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, che denunciava la mancata retribuzione degli stipendi ai calciatori.
Le perplessità derivano dal fatto che gli atleti hanno giocato per tutta la prima metà di marzo, oltre che essersi allenati in casa durante il periodo di lockdown.
Umberto Calcagno, vicepresidente dell’AIC, fa notare come ciò può essere un serio problema per i giocatori delle categorie minori, i cui stipendi non si avvicinano neanche lontanamente a quelli dei campioni di Serie A.
Durante l’ultimo Consiglio Federale l’Associazione Italiana Calciatori ha espresso tutto il suo disappunto per la modalità di iscrizione alla prossima Serie A.
In particolare, per la possibilità da parte dei club di iscriversi al prossimo campionato, pagando solo un mese di stipendio nel periodo da marzo ad aprile 2020.
Altrettanto dure le dichiarazioni del presidente della FIGC, Gabriele Gravina, che tronca sul nascere l’idea di uno sciopero dei calciatori.
Per lui “sarebbe paradossale pensare ad uno sciopero dei calciatori ora che l’Italia cerca di ripartire”, intendendo la grande influenza che il sistema calcistico ha sull’economia del Paese, in quanto ne è la sua terza grande potenza.
Inoltre, appare come una contraddizione minacciare di non voler giocare dopo la richiesta di interventi pubblici. Perciò invita i calciatori ad una maggiore solidarietà anche verso i lavoratori di altri settori.
Gravina parla del possibile scenario che si presenterebbe se il campionato non dovesse ripartire. La soluzione meno drastica sarebbe costituita da playoff e playout.
Appare più difficile, invece, l’assegnazione di promozioni e retrocessioni attraverso l’utilizzo di un algoritmo per definire la classifica.
Successivo alle parole di Gravina, è il dietrofront dell’ AIC con cui si nega esplicitamente la volontà di scioperare, facendo chiarezza anche sul caso del taglio degli stipendi.
I giocatori, infatti, sarebbero ben disposti a sedersi intorno a un tavolo per ridimensionare i propri stipendi in un momento di difficoltà per tutti i club.
Ciò potrà avvenire, però, solo nel momento in cui il caos relativo al mancato pagamento degli stipendi degli ultimi tre mesi verrà risolto.
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