Gent-Roma 1-1, voti e analisi: in una Roma estremamente concreta brilla Mkhitarian. Mancini e Cristante assenti

Con il minimo (nel senso più letterale possibile) sforzo la Roma accede agli ottavi di finale. Bene l’armeno, urge un centrocampista di regia

Obiettivo centrato. Dopo aver vinto la partita di andata (1-0), la Roma si limita a giocare una partita opaca contro il Gent. Il risultato però le da ragione. In Belgio, davanti al pubblico della Ghelamco Arena finisce 1-1. Per la Roma, che aveva due risultati su tre (vittoria o pareggio) significa passaggio del turno. Nonostante il risultato in se sia positivo, anche se c’era chi lo metteva in dubbio, la prestazione degli uomini di Fonseca non ha affatto soddisfatto le attese. Come all’andata, si è vista una squadra molle, rinunciataria, a tratti incurante dei rischi che potevano sorgere. A proposito di rischi. La Roma si è potuta concedere queste due partite “leggere” perché il Gent glielo ha concesso. Tra andata e ritorno i belgi hanno controllato sempre il gioco, ma alla prima vera occasione la Roma li ha castigati, mentre loro per andare in gol ci hanno messo un’eternità. Imprecisioni, e anche una piccola dose di sfortuna, poi, hanno fatto la loro parte.

Non è eresia dire che la Roma sia passata con due tiri in porta tra i due match. Anzi, è la pura verità.

Prestazione della Roma dicevamo. Prestazione è dir tanto. Vista l’alta posta in palio, ci si aspettava una gara con i giallorossi perennemente all’attacco. Così però non è stato, pazienza. L’importante è il passaggio del turno.

CRISI FINITA O NO?- Il passaggio del turno può considerarsi come il capolinea della crisi di inizio 2020? Assolutamente no. Vero, fino alla partita dell’andata c’era chi era intimorito dal Gent, pensando che potesse rappresentare il capolinea del cammino europeo, ma l’evidente differenza tra le due squadre, alla fine, ha fatto la differenza. Per uscire dal tunnel servirà continuità, specialmente con altri avversari, oltre ad un altro approccio. Una minima raddrizzata, comunque, c’è stata. Ora testa al Cagliari, per continuare a sognare l’Europa, grande o no che sia.

PAGELLE

PAU LOPEZ 6- Primo tempo ordinario, soliti brividi per un maldestro passaggio con i piedi a Smalling. Nella ripresa, invece, è chiamato a terra diverse volte da Odijdji, rispondendo sempre presente.

SPINAZZOLA 6 – Almeno all’inizio è più guardingo, non sul gol di David però. Da lì perde fiducia per la fase difensiva, non per quella offensiva dove è più spontaneo. Si fa ammonire scioccamente.(Dal 67′ SANTON 6- Come le altre volte entra in campo con la giusta grinta, accompagnata da una buona intensità.)

MANCINI 4,5- Inizia male con David che gli soffia palla sotto al naso. Poi è un susseguirsi di incertezze ed errori, come il liscio di testa sul gol dello stesso canadese. Serata, e periodo, negativi. Si può (deve) dare di più.

SMALLING 6- Con un Mancini così deve sdoppiarsi. E non ha problemi.

KOLAROV 6- Neanche un minuto dal fischio d’inizio e calcia un pallone che finisce sul palo e che poteva cambiare decisamente le sorti del match. Nel primo tempo spinge sempre, dimenticandosi la parte difensiva, dove sbaglia qualche semplice appoggio e movimento. Nel secondo tempo cala insieme ai pericoli.

VERETOUT 6- Come con il Lecce si abbassa tra i due centrali per impostare. La regia non è delle più raffinate, la quantità c’è sempre ed inizia a lottare fino a prendere il giallo che lo costringerà a saltare l’andata degli ottavi.

PEREZ 5– All’andata è stato decisivo, oggi oggetto misterioso. Sbaglia tanto, con la palla e senza. Ha bisogno di tempo e di fiducia. (Dall’83’ Villar s.v.- esordisce in Europa, tutto qui.)

MKHITARIAN 6,5- Se sta bene, come ora, è semplicemente di un altro passo. Serve Kolarov ad inizio gara ed imbecca Kluivert per il pareggio salvatore. Il migliore della Roma.

KLUIVERT 6,5- Il gol salva la solita prestazione fatta di numeri fini a se stessi.

DZEKO 5,5- SI abbassa molto per dare una mano. I palloni davanti non arrivano, l’unico che arriva finisce fuori.

FONSECA 5,5- In conferenza aveva detto come si dovesse giocare con ambizione e che si doveva partire dallo 0-0. Per la seconda richiesta è stato fin troppo accontentato. I giocatori, almeno fino ai due gol, e per il secondo tempo, si sono dimenticati dei rischi a cui andavano incontro. L’ambizione non è questa, è decisamente altra cosa. Il bel gioco non c’è stato, ma il risultato si. Con buona pace dei giochisti.

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