La Formula 1 ha deciso di provare andare avanti con una riunione per la crisi Coronavirus. Team e FIA hanno discusso a lungo e preso provvedimenti.
La Formula 1 ha deciso di provare andare avanti con una riunione per la crisi Coronavirus. Team e FIA hanno discusso a lungo e preso provvedimenti.
La FIA e tutti i team si sono incontrati nella giornata di lunedì per una riunione d’emergenza per fronteggiare la crisi introdotta dal Coronavirus. Sebbene la linea da assumere sembri una sola, ovvero la sospensione delle gare ad oltranza, ci sono dei problemi tecnici. Si tratta, infatti, di alcuni importanti punti che hanno bisogni di risposte. E ne hanno bisogno ora.
Uno dei punti focali della riunione di lunedì è stato il budget cap. Si tratta, infatti, di un tetto massimo di spese, esclusi viaggi, che non potrebbe essere superato dai team. L’obiettivo è di rendere tutti i team sullo stesso livello, ma la crisi dettata dal Coronavirusha modifica queste disposizioni.
I team, infatti, avevano già concordato un abbassamento delle spese dagli inziali 170 milioni di dollari a 150. Durante il meeting, tuttavia, questa cifra si è abbassata ulteriormente a 125 milioni. Il Coronavirus si è rivelato un flagello economico per i team di F1. Il CEO della McLaren Zak Brown ha infatti già detto che a seguito di queste spesa extra, esiste la concreta possibilità che almeno 4 team non riescano a prendere parte alla griglia del 2021.
La Ferrari, tuttavia, ha risposto con preoccupazione a questo risparmio. Il team italiano, infatti, ha ritenuto che una soluzione di questi tipo penalizzasse i grossi team, in quanto loro dovrebbero tagliare dei costi di ricerca e sviluppo che i altri team minori non hanno. Red Bull è d’accordo con la Ferrari riguardo al mantenimento della soglia di $150 m, mentre la Mercedes ha bisogno di una cifra superiore. Inoltre c’è stata anche una soglia sui costi dei motori.
Una decisione di questo genere va così a creare una differenza fra team clienti e chi produce tutto autonomamente. Per esempio, Haas compra varie parti dalla Ferrari, come la Racing Point dalla Mercedes, mentre la Williams compra solo il motore. Si crea, in questa maniera, una dislivello maggiore del precedente, fra spese di “acquisto” diverse e quelle di sviluppo. Inoltre una soglia inferiore ai 150 milioni di dollari andrebbe a mettere la Ferrari contro la legge dell’impiego italiana, in quanto sarebbe costretta a tagliare i costi anche sui lavoratori.
Un altro argomento discusso è stato un ulteriore rinvio del nuovo regolamento oltre il 2022. Nonostante la Red Bull si sia prodigata a promuovere questa ipotesi Jean Todt è stato irremovibile: nessuno slittamento, le nuove regole saranno applicate non oltre il 2022. Per ora.
Ultimo quesito, ma non per importanza, è stato quando e se sarebbe stato possibile svolgere la stagione 2020.
Chase Carey ha confermato il suo impegno nel voler asssicurare almeno 15-18 gare. Tuttavia la situazione Coronavirus in Europa appare critica. Già i primi 8 GP sono stati spostati e questo mese ci aspettiamo di vederne spostare altri. Silverstone, ad esempio, è fortemente a rischio e questo comporterebbe un vero danno, dato che sette team su dieci hanno la loro sede in Inghilterra.
I boss dei team hanno proposto di correre a porte chiuse, anche dopo che il distanziamento sociale sarà terminato, in modo tale da proteggere sia le persone che il campionato. Questa ipotesi, tuttavia, rimane ancora da chiarire. Per ora, non ci resta che aspettare e riflettere sulle nuove decisioni.
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