A poco più di una settimana dal via dei primi test di Barcellona, Lewis Hamilton manda un chiaro segnale alla sua squadra e, in particolar modo, a Valtteri Bottas. Pur non direttamente citato, il riferimento non può passare sotto traccia, quando l’inglese afferma che non trova giusto il dover condividere i dati della telemetria, permettendo all’altro di poter andar forte pur senza esserci, per così dire, riuscito ad arrivarci da solo.
“Scendo in pista, completo i miei giri ed il mio programma di lavoro ma il mio compagno di squadra può vedere tutto quello che faccio” – dice l’inglese a Motorsport.com – “Ho già chiesto al team di non farmi vedere i dati del mio compagno di box e, allo stesso modo, non trovo giusto che lui veda i miei. Per esempio, quando sei in pista lavori per individuare i punti di frenata, dove ci sono avvallamenti, utilizzi i segni di gomma dei pneumatici sull’asfalto per trovare la traiettoria migliore. Tutti i piloti svolgono questo lavoro bene o male“.
“Ma anche se non fai bene il tuo dovere, ti basta copiare i dati del tuo compagno di box sul computer. Questo non mi sta bene, poichè permette ad un tuo avversario di andar forte come te” – prosegue Hamilton – “Nel karting dovevi basarti sul tuo talento per battere gli altri, non potevi vedere i loro dati. E amavo questo aspetto. Vero che, in un weekend, c’è il rischio di prendere la strada sbagliata, e allora ben venga che il team confronti i dati delle due monoposto. Solo che non trovo giusto che un pilota possa studiare la telemetria del compagno“.
“Se una squadra ti assume, è perché crede che tu sia il migliore, preparato, vincente in tutte le categorie in cui hai corso. Tutti i piloti dovrebbero essere in grado di scendere in pista e trovare tutte le informazioni senza bisogno di aiuti esterni” – continua il pilota di Stevenage nel suo ragionamento – “Oggi possiamo prendere un ragazzino di Formula 3 e metterlo su un simulatore giorno dopo giorno, fino a quando non arriva a fare le mie traiettorie. Ma dovrebbe scoprire da solo quello che serve per essere competitivi. L’essenza di un pilota, soprattutto se ti ritrovi su una monoposto nuova, dovrebbe essere quella di trovare il limite da solo. Se non ce la fai, allora non sei abbastanza bravo e non meriti di essere dove sei, come alcuni nella Formula 1 attuale“.
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