Il briefing dei piloti, tenutosi oggi a Shanghai, è servito alla Federazione Internazionale per svelare ai piloti un nuovo strumento di protezione dell’abitacolo, terzo rispetto all’Halo e all’Aeroscreen. A riportare l’indiscrezione sono stati i tedeschi di Auto, Moto und Sport, secondo i quali la FIA ha voluto mostrare lo Shield ai piloti per averne dei primi feedback in vista di un’eventuale introduzione a partire dal 2018.
Ma cos’è lo Shield? Di immagini ufficiali ancora non ce ne sono, ma Auto, Moto und Sport lo descrive come una evoluzione dell’Aeroscreen ideato dalla Red Bull, occupante una superficie minore rispetto alla protezione testata dal team anglo-austriaco, con una maggiore integrazione con il telaio della monoposto nel punto dove si ancora alla scocca.
Quello presentato dalla Federazione è un prototipo, nemmeno testato in maniera molto profonda. Eppure l’intenzione è quella di presentare il progetto entro lo Strategy Group di fine mese, anche perchè il 30 Aprile è il limite entro il quale presentare la bozza del regolamento per la prossima stagione. Poi dovrebbe passare, come di consueto, anche per la F1 Commission e per il World Motor Sport Council.
I primi commenti dei piloti, però, sono tutt’altro che positivi. A partire da Kevin Magnussen: “Per me le monoposto dovrebbero rimanere così come sono oggi. Con lo Shield la visibilità sarebbe un problema in caso di bagnato. Lo scorso anno in occasione del Gran Premio del Brasile avevamo problemi di visibilità senza avere alcuno schermo protettivo. In una situazione simile, con una protezione simile, sono certo che non avremmo alcuna visibilità. Probabilmente in caso di asfalto asciutto questa soluzione non comporterebbe alcun problema, ma col bagnato non credo sia l’ideale. Vedremo come verrà evoluta“.
Sulla stessa lunghezza d’onda Kvyat: “Non è avvolgente come l’Aeroscreen ed è addirittura peggiore perché si sporcherà velocemente. Non credo in questo progetto“.
Così, invece, Romain Grosjean: “I piloti sono divisi tra chi vorrebbe l’Halo il prima possibile e chi, invece, non vorrebbe alcun tipo di protezione. Io personalmente sono contrario a tutti e tre. La Formula 1 è tornata al suo spirito originario con le regole attuali, grazie a monoposto belle ed aggressive. Non possiamo permetterci di aggiungere qualcosa che possa rovinare quanto è stato costruito“.
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