F1, Irvine:”Schumacher il migliore di sempre, i piloti ora sono meno responsabilizzati”
Eddie Irvine, ex pilota nordirlandese di Formula 1, con un passato di tre anni alla Ferrari (dal 1996 al 1999) è una persona schietta, che dice le cose come stanno.

Ha ammesso come l’attuale Formula 1 lo stia annoiando parecchio, perché i miglioramenti tecnici hanno portato ad un decadimento del rischio. I piloti ora corrono con maggiore sicurezza, si è perso quel contatto con il brivido, il pericolo di farsi del male.
Secondo lui le case costruttrici, in questo momento, hanno molto più potere finanziario e non lasciano che le briciole ai rivali. Questo aspetto è stata una benedizione da parte sua, visto che ha potuto essere pagato di più, ma dall’altra parte rappresenta un decadimento dell’aspetto sportivo.
Per poter avere un cambiamento radicale ci vuole un interesse di qualche persona molto importante. Occorre che vi sia la voglia di restituire lo sport alla sua natura di competizione ad armi pari. Ma ora crede che il proprietario, visto che ha investito molti soldi, non vorrà fare questo salto nel buio.
Invece, riguardo alla disputa su quale sia il pilota migliore di tutti i tempi, se Senna o Schumacher, Eddie Irvine non ha dubbi al proposito. Cita anche un episodio accaduto a Suzuka, durante il gp del Giappone, per corroborare la sua tesi:
“Penso che Michael sia stato probabilmente il migliore di sempre. Credo che la tecnica di Senna fosse imperfetta. Era un pilota straordinariamente talentuoso e aveva un tocco incredibile, ma possedeva anche un paio di tecniche che non erano corrette e non guardava tutto. Ricordo che al GP Giappone Michael era stato il più veloce, io ero il secondo più veloce nel mio primo gran premio. Senna era solo quarto o quinto. Michael aveva provato l’ingresso ai box e Senna no, quindi ci sono cose in cui difettava. Sono un suo grande fan, ma penso che Michael l’avrebbe… beh, Michael lo ha battuto, quando correvano assieme. “Sul giro singolo, Senna era un pilota eccezionale, ma penso che la sua tecnica fosse leggermente imperfetta. Non posso criticare la tecnica di Michael. Il suo vero talento era con i piedi, le braccia, le sensazioni e le intuizioni: non era secondo a nessuno”.
Lorenzo Carrega
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