F1, Gran Premio di Turchia: le pagelle post gara

Il Gran Premio di Turchia, quartultimo appuntamento del Mondiale di Formula 1, ha incoronato Lewis Hamilton: sette volte sul tetto del mondo come solo Schumacher ha saputo fare, e il pensiero già si proietta sull’ottavo titolo iridato che, l’anno prossimo, potrebbe definitivamente consacrarlo a leggenda.

Ma il GP di Turchia è stato anche teatro della riscossa Ferrari, arrivata dopo sessioni di qualifica tribolate, nelle quali la “rossa” di Maranello era rimasta fuori dalla top ten. Cuore Vettel e coraggio, forse troppo, Leclerc hanno permesso al “Cavallino rampante” di issarsi nuovamente sul podio e guardare al futuro con un po’ di ottimismo.

Ma basta coi preamboli: noi di StadioSport, come ogni domenica, vi offriamo le pagelle dei piloti scesi in pista, tenendo conto, come ogni buon docente, delle potenzialità di ognuno.

Ferrari: ruggito Vettel. A Leclerc manca l’ultimo spunto

Sebastian Vettel, voto 8,5: sarà che l’aria di addio gli dà uno stimolo in più per rimanere impresso nella memoria dei tifosi, ma: come ha fatto “Seb” a guidare così bene oggi? La sua gara sembra essere uscita letteralmente da un cilindro magico, viste le premesse di una qualifica che lo aveva relegato al dodicesimo posto.

Sin dalla partenza, bruciante con ben nove posizioni guadagnate, si capisce che il tedesco può fare qualcosa di realmente importante. E così è: le gomme intermedie danno maggior aderenza e gli permettono di girare più veloce provando l’attacco alla terza piazza.

La seconda sosta, dopo 33 giri pare un po’ penalizzarlo, ma con una grande rimonta riesce a riprendersi la quarta piazza e, nel finale, dimostra di valere il podio ingaggiando un duello entusiasmante col compagno di scuderia.

Charles Leclerc, voto 8: mezzo voto in meno del compagno di scuderia perché Leclerc rovina la sua prestazione nel finale di gara. L’incoscienza del giovane che vuole strafare lo porta a commettere una sbavatura in curva e a subire un doppiaggio delle gomme che consente a Perez di riprendersi la seconda posizione pochi momenti dopo averla persa. Mancava un giro, sarebbe stata la giusta compensazione per una stagione, fin qui, avara di soddisfazioni.

Red Bull: Verstappen troppo aggressivo. Suicidio Albon

Max Verstappen, voto 6,5: lui e Leclerc sono due predestinati e si vede già dalla spavalderia che dimostrano sul tracciato.

Non saper adattare il proprio stile di guida alle condizioni dell’asfalto, però, deve essere considerato un errore. Su pista semiasciutta l’olandese alza troppo i giri del motore e finisce per due volte in testacoda, compromettendo una gara che lo aveva visto partire dalla pole e poi lottare per le primissime posizioni.

Lo salva il fatto che, col suo stile spregiudicato e la sua voglia di provarci, riesce sempre a regalare spettacolo. Lui e il monagasco ci faranno divertire in futuro.

Alexander Albon, voto 5: viene messo nuovamente in ombra dal proprio compagno di squadra. La sua gara, discreta fino al trentaquattresimo giro, viene rovinata da un improvviso testacoda che gli costa la terza posizione a favore di Hamilton. Dopo una seconda sosta, non riesce più a riprendersi e chiude con un anonimo settimo posto.

Racing Point: Perez primo fra gli umani. Stroll si liquefa

Sergio Perez, voto 8,5: parte secondo e tale termina la gara. Il messicano non sarà tra i piloti più spettacolari del “circus”, non avrà l’acuto del fuoriclasse, ma è tra gli uomini più costanti e solidi in pista. Solita gara di sostanza per “Don Sergio” che deve soccombere allo strapotere di Hamilton, ma vince per distacco il confronto diretto con Stroll e ora si giocherà il quarto posto nel Mondiale con Leclerc.

Lance Stroll, voto 4,5: forse siamo un po’ troppo severi, ma delle ottime qualifiche del sabato non rimane praticamente nulla. Dopo il primo pit stop il canadese esce di scena e scivola in nona posizione. Iconica un’immagine degli ultimi giri, quando Norris lo supera girando la testa, quasi incredulo di trovarselo davanti.

Mclaren: bene Sainz. Norris si riscatta nel finale

Carlos Sainz, voto 7: stesso discorso fatto per Perez: è un pilota che si vede poco, ma ha un’estrema efficienza in gara. Se la Mclaren torna a fare punti pesanti lo deve a lui e alla sua rimonta dalla tredicesima piazza.

Lando Norris, voto 6,5: ha fatto bene solo nella ultima parte di gara, quando si prende la soddisfazione di sorpassare il coetaneo rivale Lance Stroll e di lasciarsi andare alla solita esultanza sfrenata nel team radio: siamo in diritto, però, di potergli chiedere qualcosa in più?

Renault insufficiente: Ricciardo salva l’onore

Daniel Ricciardo e Esteban Ocon, voto 4,5: giornata storta per la Renault, mai effettivamente protagonista sul circuito turco. Unica nota positiva per il team francese, che dalle qualifiche era partito con quinta e settima posizione, è la decima piazza di Ricciardo, utile quantomeno per portare un punticino a casa.

Il migliore: Lewis Hamilton, voto 10

Non poteva chiudere in modo banale la gara che lo ha accostato alla leggenda di Mick Schumacher e allora l’inglese ha deciso di fare le cose in grande, rimontando dalla sesta posizione dopo una qualifica opaca, e andando a mettere il decimo sigillo su una stagione stradominata dimostrando la solita maestria nella gestione della vettura e del consumo degli pneumatici intermedi. Mentre i suoi avversari perdono tempo ai box con un doppio pit, il campione della Mercedes si sbarazza di Perez e si invola in solitaria, quasi fosse trascinato dal vento, verso la bandiera a scacchi.

Il peggiore: Valtteri Bottas, voto 3

Non è un caso che la palma del migliore e del peggiore siano andate ai due piloti Mercedes. Bottas ed Hamilton sono ormai come il giorno e la notte, due opposti impossibilitati ad incrociare le proprie traiettorie.

E mentre la luce del “Re nero” rifulge nell’Olimpo dei migliori di tutti i tempi, il finlandese sembra quasi capitato lì per caso anzi, a voler infierire, sembra più d’intralcio che altro: nell’anno in cui Lewis ha battuto tutti i record possibili ed immaginabili (pole, vittorie, podi etc…), l’unico che manchi all’appello, il maggior numero di titoli mondiali vinti in assoluto, gli manca proprio perché Bottas ha avuto l’ardire di contrastare la sua egemonia nel 2016. Ai limiti del grottesco…

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