F1 GP Italia 2019, Analisi Gara – Leclerc si consacra nel Tempio della Velocità

Finalmente, dopo 9 anni di dolorosa astinenza e di umiliazioni, soprattutto nell’ultimo quinquennio di era ibrida, con una Mercedes pressoché imbattibile, la Ferrari torna a trionfare ‘a casa propria’. In una Monza gremita e festante, Charles Leclerc, autore di una gara magistrale, ottiene quella che è una vera consacrazione, tenendo dietro (anche con le brutte…) le due Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, facendo impazzire di gioia a fine gara la Marea Rossa. Si ride molto meno nell’altra metà di box di Maranello, con un Sebastian Vettel (13°) incacchiato e deluso, autore di un doppio, grave errore, che lo fa ripiombare in una crisi della quale è difficile intravederne la fine. Menzione d’onore per la Renault, che classifica Daniel Ricciardo e Nico Hulkenberg in top-5, e per Antonio Giovinazzi, ottimo 9° nella gara di domenica. Poco inquadrate le Red Bull, che chiudono in 6° posizione con Alexander Albon e in 8° con Max Verstappen, partito dal fondo.

Lo spettacolo incomparabile del podio di Monza 2019, con la Marea Rossa in festa per la vittoria di Leclerc (foto da: twitter.com/F1)

FERRARI #1: CHARLES LECLERC RE DI MONZA

Ci sono date che, nella carriera di un pilota e di uno sportivo in generale, soprattutto a livelli altissimi come in Formula 1, restano scolpite nella memoria collettiva. Nel caso di Charles Leclerc (eletto anche Driver of the Day), ancor più del 1° Settembre 2019, data della sua prima vittoria in Belgio, è e sarà l’8 Settembre 2019 a fare la storia. Al termine di una sofferenza durata poco più di un’ora e un quarto, dopo la pole ‘furbesca’ di sabato (ne parleremo poco più avanti, nel capitolo riguardante Vettel), il monegasco compie un vero capolavoro, di guida e di concentrazione. Non è da tutti tener dietro le fortissime Mercedes per tutta la gara, in gran parte perennemente in zona DRS, commettendo pochissime sbavature e riuscendo, comunque, sempre a rimediare, con la grinta e la cattiveria agonistica dei più grandi. Ok che la SF90 in rettilineo è un missile terra-terra, ma la W10, soprattutto in curve come l’Ascari e la Parabolica (oltre che le due di Lesmo), andava sempre a recuperare decimi su decimi, ed era difficilissimo tener botta fino alla bandiera scacchi.

L’esultanza liberatoria di Charles Leclerc, che a Monza ha ottenuto la seconda vittoria di fila (foto da: youtube.com)

Sin dal via, Leclerc comincia a battagliare con Hamilton: l’inglese parte leggermente meglio, ma nell’allungo verso la Prima Variante il monegasco riesce a portarsi bene davanti a tutti. Si capisce immediatamente quanto sofferta sarà la gara, dato che la Mercedes, come visto anche venerdì pomeriggio, è messa meglio sul passo, e rimane negli scarichi della Ferrari #16. Per capirci, nel primo stint il massimo vantaggio di Leclerc su Hamilton è di +1.589 al giro 15; l’inglese si ferma alla 19° tornata, imitato subito dopo dal 21enne del Principato il quale, però, monta le ‘bianche’, anziché le ‘gialle’. Si rivelerà una mossa decisiva, di un muretto Ferrari mai come questa volta sempre sul pezzo (anche con un pit perfetto). Leclerc rientra davanti al rivale inglese, il quale ricomincia subito a mettere pressione, in modo feroce, sul giovane ferrarista. Entriamo nella fase più calda del GP.

Un emozionato Jean Alesi sventola la bandiera scacchi al passaggio di Charles Leclerc, domenica a Monza (foto da: twitter.com/ScuderiaFerrari)

Due i rischi maggiori corsi da Leclerc: al giro 23, sfruttando la doppia scia del #16 e di Hulkenberg, Hamilton si avvicina tantissimo alla Ferrari, portando l’attacco tra Curva Grande e staccata della Roggia; il pilota Mercedes ci prova all’esterno, ma Leclerc non si fa problemi a chiuderlo e a mandarlo nella via di fuga, beccando dai commissari un ‘warning‘, sotto forma di bandiera bianca e nera. Al giro 36, quindi, Leclerc arriva leggermente lungo in Prima Variante, finendo per dover tagliare sui dissuasori; Lewis prova ad approfittarne ma ancora una volta è tutto inutile, visto che Charles (pur cambiando direzione probabilmente una volta di troppo) mantiene la posizione. C’è il timore per un possibile intervento dei commissari i quali, fortunatamente per il ferrarista, decidono di lasciar correre. Al giro 42, invece, è Lewis, con le medium ormai usurate, a finir lungo in Prima Variante, cedendo il testimone a Bottas. Stavolta sembra davvero dura per Leclerc, anche perché il #77 monta ‘gialle’ più nuove di 7 giri; ma anche con Valtteri il ferrarista non sbaglia praticamente niente, e può tagliare il traguardo nel delirio del Popolo Ferrarista.

Foto di gruppo per tutta la Scuderia Ferrari, al termine del vittorioso Gran Premio d’Italia 2019 (foto da: twitter.com/ScuderiaFerrari)

Un dato emblematico per capire la difficoltà della gara di Charles, lo ripetiamo, aiutata dalla monoposto (a proposito, ad occhio direi che la Spec-3 abbia fatto un grosso passo avanti in termini di consumi) e dal team, ma nella quale ci ha messo tanto del suo. Dal giro 21 al giro 41, quelli nei quali Hamilton ha messo maggiormente pressione, il vantaggio medio di Leclerc è stato di appena 686 millesimi, con un solo giro al di sopra del secondo (il 30°, +1.169); in tutta la gara, escludendo il giro d’ingresso ai box, il gap medio prima su Hamilton poi su Bottas è stato di un secondo e 20 millesimi (+1.020). Tutto questo per render meglio l’idea sull’impresa compiuta da Leclerc, dettosi stanco come mai prima al termine di una gara in vita sua; stremato ma felicissimo, anche nel poter liberare tutta la sua gioia, dato che a Spa, per la tragedia dell’amico Hubert, la voglia di festeggiare era ben poca. Il monegasco ha dimostrato una volta di più di essere un diamante purissimo; la sensazione è che, dovesse finalmente la Ferrari sfornare una monoposto da Mondiale, con un Leclerc così ‘sky is the limit‘!

FERRARI #2: SEBASTIAN VETTEL, UN ERRORE CHE FA MALE

Sebastian Vettel è ‘l’altra parte della Luna’ del box di Maranello, mai come in questa occasione. Dopo il bagno di folla di Piazza Duomo, con un popolo rosso inneggiante e capace di mostrare ancora tanto affetto nei riguardi del tedesco, il weekend più atteso dell’anno è finito maledettamente male. Prima i fatti di sabato, dove Seb, autore di un gran giro in Q3 senza usufruire di scie, vede lo sgarbo del giovane compagno di box che, approfittando anche del caos provocato dai vari Hulkenberg, Sainz e Stroll (oltre che dagli ingegneri, va ovviamente detto), contravviene ai patti, esitando nel superare Seb e dargli la scia, conservando così la pole. Una manovra legittima nel suo essere ‘da bastardi’ (ma quale Campione non è mai incappato in situazioni del genere?), ma che sinceramente, vedendo anche cosa era successo a Spa, il tedesco non meritava assolutamente.

La Ferrari di Sebastian Vettel nell’erba della Ascari. Un errore, quello del tedesco, che ha compromesso la sua gara a Monza (foto da: youtube.com)

Dopo i chiarimenti del caso (e ci sono stati, Binotto docet), domenica Vettel si era presentato grossomodo sereno, e consapevole di poter ancora far molto bene. Già dal via, però, le cose non vanno come previsto dato che, per evitare guai con le Mercedes, Seb presta il fianco all’attacco a sorpresa di Hulkenberg, che passa la Ferrari all’esterno in ingresso alla Roggia. Vettel si riprende subito la posizione, e comincia ad avvicinarsi al terzetto di testa. Quando l’aggancio è ormai cosa fatta, e Vettel è anche in zona DRS con Bottas, ecco il disastro: Seb perde il posteriore della sua macchina in ingresso all’Ascari, girandosi a metà curva e finendo marcia indietro nel prato interno; il tedesco prova a rientrare il prima possibile, ma lo fa non avvedendosi dell’arrivo di Stroll, che viene centrato nella ruota posteriore destra.

Sebastian Vettel, immortalato ai box mentre sconta i 10″ di penalità per il contatto con Lance Stroll (foto da: twitter.com/ScuderiaFerrari)

Con l’ala anteriore danneggiata, mestamente il tedesco torna ai box per le riparazioni del caso; tornato in pista ultimo, la sua gara viene definitivamente compromessa dai sacrosanti 10″ di penalità inflittigli dai commissari. Anche se c’è da dire che comunque un ruolo Seb nella vittoria di Charles l’abbia giocato, grazie alla sua prima decina di giri con le hard, è inutile sottolineare quanto sia doloroso per il nativo di Heppenheim questo misero 13° posto, davanti a quei tifosi che voleva rendere felici. Ovvio che la vittoria di Charles non faccia altro che aggravare il quadro d’insieme di un pilota che fatica maledettamente nel ritrovarsi ma che, proprio per questo, non va assolutamente lasciato solo, dalla squadra e dai tifosi. Il proverbio dice ‘Aiutati che Dio t’aiuta‘, ma Vettel, nel momento di massima difficoltà, ha bisogno del sostegno di tutti; anche di un team che, da tante piccole cose, sta ormai virando verso l’altra metà del box (se non l’ha già fatto).

MERCEDES: LEWIS E VALTTERI CI PROVANO, MA NON C’È NULLA DA FARE STAVOLTA

C’è quasi frustrazione nel box Mercedes, al termine del Gran Premio d’Italia 2019. Le hanno provate proprio tutte Wolff&co per mettere in crisi Leclerc, tra pressione costante, finte ai box e strategie diversificate (o quasi). Ma non c’è stato proprio nulla da fare, sebbene questo appuntamento rappresenti, giocoforza, una nuova tappa d’avvicinamento verso il sesto titolo e del team di Brackley e di Lewis Hamilton che, grazie al giro record (1:21.779 al 51° passaggio), perde soltanto due punti nel confronto con Valtteri Bottas (284 a 221), mentre nei Costruttori il margine della Mercedes sulla Ferrari è ormai di 154 punti (505 a 351). Ma torniamo alla domenica di Monza, nella quale davvero il team Campione del Mondo credeva nella possibilità di rovinare ancora una volta la festa ai ferraristi. Soprattutto dopo l’errore di Vettel, che di fatto aveva lasciato il monegasco in condizioni d’inferiorità numerica, potenzialmente alla mercé anche delle strategie del muretto anglo-tedesco.

Lewis Hamilton e Valtteri Bottas partecipano alla festa del podio di Monza, assieme al vincitore Charles Leclerc (foto da: twitter.com/ValtteriBottas)

E invece, proprio sotto quest’aspetto la Mercedes non ha brillato. Dopo la finta del giro 17 con le hard (ex post, chissà come sarebbe andata se anche loro avessero usato la mescola più dura), Hamilton viene richiamato alla 19° tornata, passando però alle medie; l’undercut non riesce, costringendo quindi l’inglese, per tutto il primo stint massimo a 1.5 secondi dal giovane rivale, a rompere gli indugi e a provare il sorpasso in pista. Due le occasioni migliori capitate a Lewis, come visto prima parlando della gara di Leclerc, ai giri 23 e 36; situazioni nelle quali Charles non si è fatto problemi nel fare le spalle larghe, beccandosi (soltanto, secondo alcuni) una bandiera bianca e nera, ovvero un ‘warning‘. Le manovre difensive del ferrarista, e le (non) decisioni di Masi e degli altri del collegio dei commissari, non sono andate giù in particolare a Toto Wolff (“… se avessero penalizzato Charles saremmo dovuti uscire con la scorta dal circuito”…), ma anche a Hamilton che, ironicamente, ha detto di aver capito come comportarsi d’ora in avanti con il ferrarista se ci si dovesse trovare a duellare nuovamente.

La chiusura alla Roggia di Charles Leclerc ai danni di Lewis Hamilton, nel corso del giro 23 del Gran Premio d’Italia di domenica (foto da: youtube.com)

Tornando alla gara del #44, ovviamente con una mescola più morbida e con tutti quei giri incollato all’avversario, prima o poi il degrado doveva presentare il suo conto; ed ecco che, alla prima staccata nel giro 42, il britannico blocca l’anteriore sinistra ed è costretto a tagliare, cedendo la posizione ad un Valtteri Bottas che, dopo una prima parte in attesa, grazie ad una sosta più ritardata (giro 27), era in grande rimonta con delle ‘gialle’ ben più fresche. Il finlandese ci mette poco per portarsi a sua volta in zona DRS inseguendo Leclerc, ed oggettivamente sembra difficile poter resistere. E invece, anche grazie ad un paio di sbavature del #77, anche il suo inseguimento risulterà vano.

RED BULL: MONZA OSTICA COME DA PREVISIONI

A Milton Keynes si aspettavano di soffrire a Monza, e così è stato, soprattutto quando hai la certezza che la tua punta di diamante, Max Verstappen, dovrà partire dal fondo causa sostituzione completa della power unit. Qualche buona indicazione comunque è arrivata. Alexander Albon, nonostante l’errore alla Prima di Lesmo nella dura lotta con Carlos Sainz nel giro 3, che lo ha costretto a tornare in pista 11°, è poi riuscito a risalire con tenacia fino alla 6° posizione, fermandosi a poco più di un secondo dalla Renault di Nico Hulkenberg. Ben più tribolata è stata la domenica di Max Verstappen. Partito dal fondo della griglia, l’olandese è arrivato lungo alla prima staccata, dovendo buttarsi nella via di fuga, non senza danneggiare l’ala anteriore per un contatto con Perez; tornato ai box, Max non si è dato per vinto e ha cominciato la sua rimonta. In 10° posizione al 22° passaggio, il #33 si è ritrovato 13° dopo il pit stop (giro 27); i successivi sorpassi ai danni dei vari Gasly, Norris e Giovinazzi gli portano in dote l’8° posizione finale, chiudendo negli scarichi della Racing Point di Perez, a poco più di mezzo secondo.

Alexander Albon, a Monza, è risultato il migliore della Red Bull, portando la sua RB15 in 6° posizione (foto da: twitter.com/redbullracing)

GLI ALTRI #1: LA RENAULT SORRIDE, ACCORCIA SULLA MCLAREN E RIAPRE LA CORSA AL 4° POSTO

Se c’è un team che nel Parco Reale di Monza ha fatto davvero una bella figura quello è senza dubbio la Renault. Il team di Enstone, reduce da un’estate molto complicata a livello e di prestazioni e di risultati, risorge nel Gran Premio d’Italia. Già nelle libere le due monoposto giallo-nere avevano fatto intravedere buone potenzialità, poi confermate in qualifica, dove Ricciardo e Hulkenberg hanno occupato interamente la terza fila, alle spalle di Ferrari e Mercedes. In gara le cose vanno ancora meglio. Lo scatto migliore è di Nico, che passa subito il compagno di box e, alla Roggia, si permette anche di superare la Rossa di Vettel; anche se il connazionale lo infilerà immediatamente, in avvio di secondo giro. Nel corso del 5° passaggio, quindi, Hulkenberg lascia passare Ricciardo, che ha un passo migliore.

Le due Renault di Nico Hulkenberg e Daniel Ricciardo, nelle prime fasi del Gran Premio d’Italia 2019, concluso dai due in 5° e 4° posizione (foto da: twitter.com/RenaultF1Team)

Da lì in poi, la gara dei due Renault è tutta tesa a gestire il vantaggio sugli inseguitori, sperando che la power unit non faccia brutti scherzi. Sotto la bandiera scacchi, quindi, Daniel porta a casa un super 4° posto, seguito dal compagno di box che, nel finale, resiste al ritorno di Albon. Un risultato fondamentale per la Renault, che prova così a rientrare in corsa per il 4° posto nei Costruttori. La McLaren ha gettato non poche chance tra Spa e Monza, con i due ritiri di Carlos Sainz (ruota anteriore destra fissata male domenica) e un Lando Norris beffardamente fermo all’inizio dell’ultimo giro sulle Ardenne mentre era 5°, chiudendo a Monza in 10° posizione. Tutto ciò porta ad un 26-1 in favore dei francesi nelle ultime due uscite, riducendo il gap dal team di Woking in classifica a 18 lunghezze (65 a 83).

GLI ALTRI #2: BENE PEREZ E GIOVINAZZI. A SECCO TORO ROSSO, HAAS E WILLIAMS

In quel di Monza sono arrivati a punti anche Sergio Perez ed Antonio Giovinazzi. Il messicano, dopo gli affanni di sabato e la partenza dalla 18° piazzola, ha vissuto una gara tesa in gran parte alla rimonta, salvo poi difendersi dal rimontante Verstappen nell’ultima fase, riuscendo a tenere il 7° posto conclusivo. Positiva la gara di casa di Antonio Giovinazzi che, davanti ai suoi tifosi, entra in top-10 per la seconda volta in stagione, ottenendo la sua miglior prestazione in Formula 1 (9°, primo italiano a punti nel Gran Premio d’Italia dopo 13 anni; ultima volta nel 2006, con Giancarlo Fisichella (Renault) 4° e Jarno Trulli (Toyota) 7°). Decisamente meno bene è andata ai rispettivi compagni di box. Lance Stroll (12° al traguardo) era stato protagonista di un ottimo avvio, ritrovandosi 7°; nel corso del 6° giro, però, viene colpito da Vettel, mentre quest’ultimo rientrava in pista dopo un errore alla Ascari; il canadese, furioso, riparte senza avvedersi di Gasly, che è costretto a buttarsi nella ghiaia all’esterno, implicando per Lance un drive through che, in definitiva, gli ha compromesso le chance di segnare punti.  Weekend da dimenticare per Kimi Raikkonen (15°): il finlandese dell’Alfa Romeo ha segnato il suo Gran Premio d’Italia con l’incidente delle Q3 alla Parabolica (punto nel quale era finito fuori già venerdì mattina); partito dalla pitlane, Kimi ha pagato caro l’errore del team che, anziché le soft, gli ha fatto cominciare la gara con le medium, rimediando un’ovvia penalità.

Dopo 13 anni, un pilota italiano torna a far segnare punti nella gara di Monza. Antonio Giovinazzi ha chiuso in 9° posizione domenica (foto da: twitter.com/alfaromeoracing)

Poca gioia anche per Toro Rosso e Haas, che lasciano entrambe l’Italia senza punti all’attivo. Pierre Gasly ha finito la gara 11° e molto vicino alla zona punti, pagando la partenza dalla 17° casella e il fuori-pista nelle prime fasi per evitare Stroll; Daniil Kvyat era assolutamente in lotta, occupando la 6° posizione al momento della sua sosta (giro 28); tornato in pista, però, il russo ha dovuto alzare bandiera bianca, a causa di una perdita d’olio. Male gli Haas: Romain Grosjean (16°) ha buttato al vento le sue chance con un testacoda alla Ascari nel corso del 7° giro, che l’ha poi costretto a due pit stop; Kevin Magnussen si è ritirato per un problema idraulico al giro 43, non senza essersi inguaiato anche lui con le sue mani, causa bloccaggio alla Prima Variante, dopo aver fatto bene nel primo stint. Niente punti ma qualche buona indicazione per la Williams, capace di battagliare ben più del previsto su una pista sulla carta molto difficile per la FW42, piazzando George Russell in 14° posizione e Robert Kubica in 17°.

La Formula 1 tornerà in pista nel weekend del 20-22 Settembre in quel di Marina Bay, per il Gran Premio di Singapore.

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