Si attendevano risposte dal Gran Premio della Cina, dopo il debutto di Melbourne. E potremmo dire che, caos iniziale a parte, le abbiamo avute. E anche di più. La gara di Shanghai ha confermato le sensazioni avute in questo primo scorcio di Mondiale, con una Ferrari che si candida in maniera forte e convinta ad antagonista della corazzata Mercedes. Un duello che si risolve, almeno al momento, in un uno contro uno tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, a modo loro splendidi protagonisti del weekend, insieme ad un Max Verstappen che, in particolare in condizioni di aderenza precaria, conferma di avere le stimmate del fenomeno. Esce ridimensionato Daniel Ricciardo, mentre i delusi di giornata sono sicuramente i due finlandesi, Kimi Raikkonen e Valtteri Bottas. Passiamo subito a sviluppare i temi del gran premio cinese.

LEWIS HAMILTON VS SEBASTIAN VETTEL: 1-1 PALLA AL CENTRO
Se tanto mi da tanto, ci aspetta un lungo duello iridato tra due dei più grandi (e vincenti) campioni dell’ultima decade. Lewis Hamilton ha restituito alla grande il colpo ricevuto in Australia, infilando un Grand Chelem di classe, con una pole da urlo agguantata al sabato, seguita da una gara gestita benissimo dal primo all’ultimo metro, tenendosi lontano dai guai e sfruttando a proprio favore la safety car.

Sebastian Vettel, dal canto suo, non ha nulla da rimproverarsi, anzi. Dopo uno start con qualche patema (vedi posizionamento che più di qualche palpitazione avrà fatto venire ai tifosi), l’azzardo di mettere le slick (Soft) prima di tutti gli altri big stava per pagare grossi dividendi, se non fosse stato per l’obbligo di passare in pit-lane a causa dell’incidente di Giovinazzi sul rettilineo dei box. Da potenziale primo, Seb si è così ritrovato 6° (poi 5° dopo la cappellata di Bottas). A quel punto è entrato in gioco il ‘Fattore Kimi’, il quale ha fatto perdere tanti secondi preziosi al tedesco. Una volta rotti gli indugi, però, Vettel ha dato una dimostrazione pratica di quanto valgano i suoi 4 titoli mondiali, in particolare con un sorpasso da ANTOLOGIA su Daniel Ricciardo.
NON POSSIAMO NON RIPROPORRE LA MANOVRA DI SEB SU DANIEL…
https://youtu.be/7eGFQPa14Ew
Dopo aver scavalcato anche Verstappen, il confronto si è spostato sul passo, con un duello a distanza a suon di giri veloci, che non ha fatto altro che confermare quanto vicine siano le prestazioni dei due, oltre ad aumentare il rammarico per il tempo perso nella prima metà di gara. Alla fine, i due piloti hanno mostrato chiaramente di gradire questa competizione, con dei complimenti ed un rispetto reciproci che solo il tempo ci dirà quanto saranno duraturi. Finora un vero e proprio scontro diretto in pista è mancato; ma non mancherà, questo è certo.
VERSTAPPEN, UNA GARA DA CAMPIONE! RICCIARDO, URGE UNA REAZIONE
La Cina riporta il sorriso nel box della Red Bull, anche se non con la stessa consistenza in entrambi i lati del box. Cominciamo da Max Verstappen. Il giovane di Hasselt si è reso protagonista di una prestazione fantastica, compiendo una superba rimonta dal 16° al 3° posto finale (per un bel pò anche 2°). Max ha impressionato in particolare nelle prime fasi, con un primo giro da ‘videogioco’ (ben 9 posizioni recuperate), superando poi con la consueta bravura nelle manovre d’attacco prima Raikkonen poi soprattutto Ricciardo; ottimo, quindi, a difendersi nel finale dagli assalti dell’inviperito team-mate. Ecco, proprio l’italo-australiano non esce affatto bene da questo secondo appuntamento stagionale. Anche lui favorito dalla safety car iniziale, oltre che da un ottimo spunto al via, Daniel è rimasto sorpreso dalla manovra di Max al giro 11 in curva 6, per poi dover alzare bandiera bianca anche nei riguardi di un indemoniato Vettel, altri 11 passaggi dopo. Come detto, nel finale fallisce il suo assalto al gradino più basso del podio. Sono passate solo due gare, ma la sensazione è che Ricciardo debba darsi da fare per recuperare posizioni all’interno del team.

RAIKKONEN-BOTTAS, FINLANDESI DELUSI
Gara sottotono per i due finnici di Ferrari e Mercedes. Kimi Raikkonen, 5° al traguardo, ha sofferto per tutta la gara, non riuscendo mai ad essere realmente incisivo. Sul giudizio della sua prestazione pesano tanto quei giri alle spalle di Ricciardo e con Vettel alle calcagna; una situazione nella quale la Ferrari, a dirla tutta, si è mostrata poco pratica. Con un Kimi palesemente più lento di Seb, un tempestivo ‘ordine’ avrebbe potuto cambiare la gara del tedesco. Da sottolineare, però, è anche l’attesa interminabile prima della seconda sosta, con Raikkonen tenuto in pista troppo a lungo, fino a girare oltre 2 secondi al giro più lento degli altri big, compromettendo ulteriormente la sua gara. Sulle parole dure di Marchionne a fine gara, poco da dire. Io preferisco che i panni sporchi si lavino in casa e Kimi, pur se in queste prime due gare ha oggettivamente deluso, va sostenuto e non affossato. Fortuna che c’è subito il Bahrain, luogo alquanto gradito al nostro…

Valtteri Bottas, invece, ha cestinato gli elogi ricevuti fino alle qualifiche, con un errore da matita blu, sinceramente poco accettabile da un pilota della Mercedes. Dopo una buona partenza, il dover attendere il pit di Hamilton lo fa finire in 5° posizione. Poi, alle spalle della safety car, ecco l’erroraccio, commesso nel tentativo di scaldare a dovere gli pneumatici. Uno svarione che gli compromette definitivamente la gara, conclusa con una mesta 6° posizione, ad un’eternità da Lewis. Anche nel suo caso, l’opportunità di un pronto riscatto nel deserto del Sakhir.
L’ERRORE DI VALTTERI BOTTAS IN REGIME DI SAFETY CAR
https://youtu.be/5k3EW1egeyg
GLI ALTRI #1: GRAN GARA DI SAINZ. HAAS E FORCE INDIA A PUNTI
La palma di ‘Migliore degli altri’, stavolta, è tutta per Carlos Sainz. Il pilota della Toro Rosso ha cercato l’azzardo sin dal via, unico a scattare con pneumatici da asciutto (Supersoft); una scelta che sembrava perdente, visto lo scatto a mò di bradipo e i millemila errori nell’arco di tre curve (tra i quali un forte impatto della parte posteriore sinistra contro le protezioni, dalle quali lo spagnolo è uscito miracolosamente illeso). Una volta stabilizzatasi la situazione, come previsto Carlos scala la classifica e, per non pochi giri, tiene addirittura nel mirino il terzetto Ricciardo-Raikkonen-Vettel. Alla fine, un 7° posto che consacra ulteriormente lo spagnolo tra i migliori prospetti della massima categoria.

Gara positiva anche per Kevin Magnussen, 8° al traguardo, portando a casa i primi punti stagionali per la Haas e allontanando le critiche ricevute in questo primo assaggio di stagione. Il danese ha avuto la meglio nel confronto con le due Force India di Perez (9°) e di Ocon (10°), lontane dai fasti del 2016 ma concrete al punto giusto per confermarsi in top-10. Schiuma rabbia invece Grosjean (11°), ingiustamente penalizzato al sabato e protagonista di alcune manovre assolutamente di rilievo in gara, per un risultato finale che gli sta oggettivamente stretto. Anche Kvyat si stava giocando la zona punti, finchè il cambio della sua Toro Rosso non l’ha tradito, al giro 18.
GLI ALTRI #2: GIOVINAZZI, TROPPI DUE BOTTI COSI’. MALE WILLIAMS E RENAULT. NULLA DI NUOVO IN CASA MCLAREN
E’ durata appena tre giri la gara del nostro Antonio Giovinazzi che, in un remake dell’errore di fine Q1 del sabato, si stampa ancora contro il muro (stavolta interno) del rettilineo dei box. Un vero peccato per il pilota di Martina Franca che, dopo la mancata disputa delle libere del venerdì, doveva accumulare quanti più chilometri era possibile. Come da lui stesso detto davanti ai giornalisti, giornate del genere fortificano, poichè ti fanno capire come sia facile distruggere in un amen quanto di buono costruito fino a poco prima, con tanta fatica e dedizione. Questo è un momento difficile per il Giovi, e adesso più che mai va sostenuto da tutti, con la speranza che abbia altre possibilità di poter dimostrare il suo talento.
SECONDO CRASH IN DUE GIORNI PER GIOVINAZZI
https://youtu.be/PzhSl8HYhT4
Tra i bocciati di Shanghai, non possono non rientrare Williams e Renault, partite con buone velleità e ritrovatesi con un pugno di mosche. In particolare Felipe Massa (14°) ha fatto il gambero, finendo nelle retrovie, lontano e doppiato. Poco meglio ha fatto Nico Hulkenberg (12°), incapace di confermare quanto di buono fatto in qualifica, anche a causa di una sanzione subita per un sorpasso in regime di safety car. Per quanto riguarda i rispettivi compagni di box, poco da dire di Palmer (13°), impalpabile. Out subito, suo malgrado, Lance Stroll, toccatosi con Perez in curva 10.

Capitolo McLaren. Mentre Vandoorne si ritira dopo 17 giri (alimentatore) senza mai farsi notare, Fernando Alonso mette in pista la solita grinta, che lo porta anche ad essere 6° al momento della ripartenza. In condizioni difficili lo spagnolo si esalta, combatte come un leone, come nel caso del duello con Sainz. Subito dopo, però, la rottura della trasmissione lo costringe all’ennesimo ritiro. Chiudiamo con Ericsson (15°), praticamente mai inquadrato, se si esclude il lungo all’ultima curva subito prima del botto di Giovinazzi.
SORPASSI E COMMISSARI, NOTE LIETE DA SHANGHAI
Nel post Melbourne, è diventato di tendenza il motto ‘meno sorpassi, più qualità’, riferito alla chiara diminuzione delle manovre in pista, anche a causa di una minore incidenza del DRS. In Cina, questo assunto è stato confermato in maniera oserei dire BRUTALE. Una gara emozionante, con molti sorpassi degni di questo nome, alcuni da far saltare sulla sedia (o sul divano, come preferite), grazie ad un elemento che, con le monoposto attuali, è tornato in auge: il fattore P, dove P sta per Palle. Questi sorpassi, eccetto una piccola percentuale, sono arrivati tutti non in zona DRS, frutto di preparazione (anche di vari giri), studio, staccate al limite, con ruote fumanti e finanche contatti. Vero, anche le nuove Pirelli, più resistenti ed inclini ad essere portate al massimo per più giri, aiutano notevolmente. Fatto sta che questa è la Formula 1 che vogliamo vedere.
ROMAIN GROSJEAN BEFFA COSI’ FELIPE MASSA
https://youtu.be/THggAJFjTvQ
Così come è piaciuto il non interventismo del collegio dei commissari. Fa quasi spavento notare come, in pochi mesi, si sia passati da un interventismo quasi compulsivo ad una corretta gestione degli episodi. Dal piazzamento ‘borderline’ di Vettel al via, al contatto Stroll-Perez, passando per la penalità ad Hulkenberg e il ruota a ruota tra lo stesso Seb e Ricciardo. Unico appunto, le penalità inflitte al sabato a Grosjean e Palmer, alquanto rivedibili (in particolare nei riguardi del pilota Haas). Detto ciò, se il buongiorno si vede dal mattino, siamo sulla strada giusta.