Il raduno mondiale per salvare la stagione 2020 di F1 ha imposto la chiusura delle fabbriche per altre due settimane, sviluppando con i token
Il raduno mondiale per salvare la stagione 2020 di F1 ha imposto la chiusura delle fabbriche per altre due settimane, sviluppando con i token
La F1 mantiene le fabbriche chiuse e nel frattempo pensa ad un nuovo piano per lo sviluppo. Fia e Liberty Media, infatti, hanno incontrato di recente gli altri team per decidere insieme nuove strategie per affrontare la situazione d’emergenza causata dalla pandemia.
Il primo punto è stato allungare la chiusura della fabbriche, congelando anche lo sviluppo dei motori. L’altro, invece, è ancora un grosso punto interrogativo, che riguarda come procedere con lo sviluppo.
All’inizio della pandemia, Chase Carey aveva optato per un anticipo della pausa estiva delle fabbriche di due settimane alle settimane a cavallo di marzo e aprile. L’emergenza, tuttavia, ha cambiato i piani. Le settimane sono diventate dapprima tre, fino a raggiungere attualmente le cinque settimane. I giorni aumentano così dai 21 previsti nell’ultima istanza a 35. Tuttavia, questo aumento era prevedibile, in quanto appare impensabile riaprire le fabbriche con la situazione attuale. Bisogna, inoltre, considerare che ogni stato ha adottato provvedimenti diversi per fare fronte alla pandemia e questa appare essere l’unica soluzione per garantire a tutti una stessa base di partenza. Nel frattempo, inoltre, il Consiglio ha congelato anche lo sviluppo dei motori, gettando un’ombra di incertezza sullo sviluppo delle monoposto.
La domanda principale da porsi adesso è come fare per continuare a sviluppare le auto. Il mondiale è congelato, i motori anche. Attualmente si sta pensando di rispolverare un progetto nato nel 2017, che però non ha avuto molta fortuna.
Il sistema token è, di base, un sistema a punti. Gli ingegneri hanno a disposizione un certo numero di token ad inzio stagione e quindi possono applicare solo un certo numero di modifiche. All’inizio di questo sistema, nel 2017, i token previsti erano 35, per scendere a 25 nel 2018 ed erano arrivati ad essere solo 15 nel 2019.
In realtà, però, questo sistema era naufragato molto prima del 2017. Infatti i motoristi avevano avuto la libertà di applicare fino a quattro cambiamenti a piacimento in modo tale da colmare il gap con la Mercedes. Il numero di modifiche consentite era poi sceso a tre. In cambio di queste agevolazioni i motoristi avevano abbassato il prezzo del leasing del proprio motore per i team clienti.
Ora però sembra i token siano l’unica soluzione per consentire uno sviluppo equo in questa Era Glaciale dello sviluppo delle monoposto. Infatti, con le fabbriche in pausa stiamo dando per scontato che i telai rimarranno invariati e di conseguenza questi “punti” messi a disposizione potrebbero garantire l’equità delle possibilità di sviluppo dei motori. Sarà la volta buona che questo sitema venga applicato?
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