Il team principal della Red Bull si dice possibilista su una reintroduzione delle vie di fuga in ghiaia, in particolare su determinati circuiti
Era un dibattito che, come si suol dire, “covava sotto la cenere”. Dopo i fatti dell’Hermanos Rodriguez e le continue diversità di giudizio dei commissari di gara sui tagli di curva, che sia da un appuntamento all’altro o nello stesso addirittura, sembra muoversi la situazione intorno al ritorno delle vie di fuga in ghiaia, soprattutto come deterrente.
E’ risaputo che, da oltre un decennio, la Federazione, in nome della sicurezza, ha spinto vari circuiti ad asfaltare le vie di fuga, oltre a costruire i nuovi, in base a questi dettami. La sensazione, in vari punti, è che ci si trovi all’interno di un enorme parcheggio più che in un autodromo. Altra spiacevole conseguenza, è la mancata punizione dell’errore del pilota, che va al limite (e anche oltre) ben sapendo che, in caso di lungo, perderà ben poco e, spesso, potrà anche continuare ad andare a tavoletta, raccogliendo al massimo un po’ di sporco.
Quanto visto in Messico aveva spinto Ecclestone a chiedere di applicare dei muri poco all’esterno delle curve, come accade nei cittadini. Una provocazione, ovviamente, che però sembra abbia avuto l’effetto del sasso gettato nello stagno.
Ecco, a riguardo, il parere del team principal Red Bull, Chris Horner: “L’idea di Bernie di mettere un muro è con tutta probabilità un’estremizzazione. Ma sono d’accordo riguardo ad una trappola in ghiaia. Se ci finisci dentro, o perdi un sacco di tempo o ti ritiri. Una misura simile dovrebbe essere presa in considerazione per una curva come la prima in Messico, per capire se effettivamente la ghiaia costituisca un deterrente migliore dell’asfalto“.
“Al momento, siamo troppo suscettibili di varie interpretazioni dei commissari” – continua Horner – “Ci continuiamo a domandare cosa ci sia di diverso tra la manovra di Verstappen a Montecarlo, alla chicane, e quella fatta in Messico da Lewis. Ancora una volta, siamo dovuti dipendere dalle interpretazioni dei commissari di gara, anche su un singolo evento. Se, invece, in determinati punti ci fosse la ghiaia, i piloti ne pagherebbero il prezzo e finirebbe lì“.
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