Arturo Merzario, classe 1943 da Civenna, provincia di Como, è stato uno dei personaggio maggiormente distinguibili del paddock della Formula 1 negli anni ’70, con il suo fare molto istrionico. Nell’arco di otto stagioni (dal 1972 al 1979), il pilota italiano ha guidato per un totale di sette scuderie (nell’ordine Ferrari, Iso-Marlboro, Williams, Copersucar, March, Shadow e ovviamente la sua scuderia omonima, la Merzario), collezionando, in 95 presenze, 57 partenze e 37 mancate qualificazioni.
Undici i punti in cassaforte, con tre 4° posti come migliori risultati (Brasile e Sudafrica 1973 con la Ferrari, Italia 1974 con la Iso-Marlboro), mentre in qualifica spicca il 3° tempo ottenuto in Sudafrica nel 1974, ancora con la Iso-Marlboro. Un pilota, Merzario, noto ai più per aver esser stato colui il quale slacciò le cinture di sicurezza che trattenevano Niki Lauda all’interno della sua Ferrari, avvolta dalle fiamme dopo il famoso schianto del Nurburgring nel 1976, contribuendo, insieme ai vari Guy Edwards, Brett Lunger e Harald Ertl, a salvare la vita del campione austriaco.
Soprattutto, però, Arturo Merzario è l’ultimo pilota ad essersi laureato Campione del Mondo con l’Alfa Romeo, vincento il campionato sport prototipi nel 1975 con la Tipo 33 TT/12 (in foto) e bissando il successo nel 1977, stavolta con la 33 SC 12. In questi giorni, lo storico marchio del Biscione è tornato alla ribalta in Formula 1, con la notizia del cambio di denominazione della Sauber in ‘Alfa Romeo Racing’.
Raggiunto da Motorsport.com, Merzario ha espresso tutta la sua soddisfazione per questo avvenimento. “Dopo i mondiali di Nino Farina e Juan Manuel Fangio, dominatori in Formula 1 nel 1950 e nel 1951, agli albori del campionato iridato, ci sono voluti quasi 25 anni per rivedere l’Alfa Romeo rivincere un mondiale. Adesso la Casa di Arese si ripresenta nel mondo dei GP con una squadra alla quale dà il nome“, commenta il 76enne comasco.
“E’ un’operazione molto bella, perché il brand Alfa Romeo è molto conosciuto nel mondo. Non dimentichiamoci che nello scorso secolo è stato il marchio che ha insegnato a tutti come si facevano le macchine da corsa” – esprime con orgoglio Merzario – “Stiamo parlando di una pietra miliare nella storia del Motorsport. E se l’anno scorso sulla Sauber non c’erano nemmeno gli adesivi dell’Alfa Romeo, adesso si comincia ad andare nella giusta direzione, per riportare dove merita il Biscione“.
In conclusione, con realismo, Merzario sottolinea la difficoltà (quasi utopia) di rivedere l’Alfa Romeo vincente come agli albori, ma sottolinea che la scuderia di Formula 1, guardando al trend del 2018, ha tutto per farsi valere: “In questa Formula 1 è molto difficile pensare che possa tornare ai fasti di un tempo, ma la squadra l’anno scorso ha mostrato una crescita molto importante e sono sicuro che farà molto bene anche nel 2019. Sono felice di apprendere la notizia e dico: Forza Alfa Romeo!“.
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