F1, Andretti:”Alla Ferrari se non si vince, qualcuno deve togliere il disturbo”

Mario Andretti, ex pilota di Formula 1 e campione del mondo nel 1978, ha parlato delle ultime vicissitudini in casa Ferrari.
Mario Andretti, ex pilota di Formula 1.
Fonte: Wikipedia

Da più di un anno si sono rincorse voci che parlavano di una sostituzione di Maurizio Arrivabene, come team principal della Ferrari. Al suo posto è stato presentato Mattia Binotto.  Così il manager bresciano ha lasciato la casa di Maranello senza aver avuto l’opportunità di giocarsi un titolo mondiale fino all’ultima gara, dopo 4 anni di militanza.

Le parole di Mario Andretti non lasciano spazio a stupore o altre affermazioni di incredulità. Conosce bene il mondo di una scuderia di Formula 1, le pressioni e le responsabilità che vi sono all’interno:

“Non mi sorprende tanto, perché c’è sempre una certa politica là, che se non vincono qualcuno deve andarsene. Abbiamo visto quello che è successo a Stefano Domenicali, che è stato grandissimo lì, la colpa va sempre al team principal“.

Il suo parere riguardo l’entrata in scuderia di Leclerc lo lascia un po’ interdetto, visto che è un pilota giovane dall’avvenire molto promettente. Ma forse ha bruciato un po’ troppo le tappe, il francese e Vettel corrono il rischio di voler essere due primi, cosa che non è possibile in un team che aspira alla vittoria finale:

“Per me la coppia Leclerc-Vettel è quella giusta, l’alternativa sarebbe stata quella di continuare con Kimi Raikkonen, perché lui e Sebastian andavano molto d’accordo. Si vedrà. Leclerc pare che sia bravissimo, essendo giovane ha un bell’avvenire davanti a sé. Marchionne aveva proprio questa idea, ma non so se per Leclerc sia il momento giusto. In una coppia di piloti deve esserci un ‘primo’ e un ‘secondo’, avere due ‘primi’ non funziona mai“.

Nella Ferrari si respira un clima vincente, si lavora duramente per ottenere i successi. Non si è mai voluto mettere in discussione questa filosofia:

“La Ferrari deve sempre essere al vertice, serve alla Formula 1 per mantenere vivo l’interesse. Nessuno lavora più duramente della Ferrari, perché lì si respira e si vive per la Formula 1“.

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