Ci ha messo un paio di stagioni per ambientarsi nel calcio italiano. Alla fine, però, il risultato è stato più che positivo. Matias Vecino è ormai un punto cardine del centrocampo di Paulo Sousa, nonché il presente e il futuro della Nazionale uruguaiana. Classe 1991, la dirigenza della Fiorentina è stata abile a scovarne prima di tutti le sue qualità quando ancora giocava in patria con la maglia del Nacional. Dall’estate del 2013 una continua ascesa, prima a Cagliari e poi a Empoli, dove grazie ai sapienti insegnamenti di Maurizio Sarri ha completato il processo di maturazione.
Ora è un titolare inamovibile nello scacchiere tattico viola, in campionato così come in Europa League, nella cui fase a gironi quest’anno è sceso in campo in cinque occasioni trovando anche un gol. Il raggruppamento insieme con Paok, Qarabag e Liberec si è chiuso senza troppi patemi con un pronosticabile primo posto. Ma ora, ai sedicesimi di finale, lo scoglio Borussia M’Gladbach sarà dura da abbattere.
Servirà tutta la sua lucidità e precisione nell’impostare il gioco, dovrà vestire i panni del perfetto cervello della mediana in coppia con Badelj in 180 minuti che potrebbero permettere alla Fiorentina di proseguire il proprio sogno europeo.
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