E’ arrivato il via libera dal governo: a Roma le tre partite del girone dell’Italia, tra cui la gara inaugurale, e un quarto di finale si giocheranno in presenza di pubblico, chiaramente in condizioni di assoluta sicurezza e a capienza limitata.

Lo si respirava nell’aria, ora è ufficiale: è arrivato il sì di Roberto Speranza, Ministro della Salute, alla UEFA sulla parziale riapertura dello stadio Olimpico di Roma. L’impianto era stato designato ancor prima dell’irrompere della pandemia sia per la gara inaugurale dell’11 giugno tra Italia e Turchia, oltre che alle altre due degli Azzurri contro Svizzera e Galles. In più, sempre all’Olimpico, un quarto di finale da designare, eventualmente sempre per l’Italia in caso di qualificazione.

Negli ultimi giorni era salito un certo timore sul sì del governo, vista la situazione ancora difficile sul territorio italiano: in caso di mancato ok, l’UEFA avrebbe eliminato l’Olimpico tra gli impianti che ospiteranno il prossimo campionato europeo di calcio.

Segnale importante dunque, che dà messaggi di ripartenza. Serviva come il pane un primo approccio verso l’apertura degli stadi, principalmente dal punto di vista economico che di appeal, anche se il tutto deve essere fatto con estrema cautela.

Nella lettera di Speranza girata al Presidente della FIGC, Gabriele Gravina (che a sua volta girerà all’UEFA) non sono state ancora chiarite le disponibilità di capienza dell’impianto né le modalità di accesso da parte dei tifosi, se già vaccinate oppure solo in possesso di un tampone negativo. Ora toccherà al Comitato tecnico-scientifico stabilire le giuste misure di sicurezza e contenimento, valutando periodicamente la situazione epidemiologica nel nostro Paese. In base a questo, le misure potranno essere più stringenti o maggiormente allentate: il minimo stabilito è il 20-25% dei posti totali a sedere.

Ad ogni modo, ripartire in presenza con eventi di risalto come l’Europeo, anche in Italia, ci permette di guardare con fiducia e ottimismo al futuro, sperando di vedere il prima possibile il tutto esaurito senza più limitazioni, come da sempre eravamo abituati. Perché il calcio è del popolo.