Dopo l’anteprima pubblicata ieri (nella quale abbiamo provato a far chiarezza sulla questione della sanzione che la Uefa infliggerà al Milan), come promesso, ecco la versione integrale dell’intervista a Marco Bellinazzo, esperto di calcio, sport & business e opinionista per “Il Sole 24 Ore, Radio24, Skysport e Raisport”.
Una chiacchierata molto piacevole con un uomo che ha fatto del giornalismo la sua vocazione, utilizzando il suo sapere “economico” per studiare e spiegare con semplicità e chiarezza tutti quei concetti che il tifoso che guarda solamente l’aspetto meramente riguardante il campo potrebbe capire meno, ma che sono fondamentali per comprendere le dinamiche che, oggi più che mai, portano i club a svilupparsi e creare cicli vincenti, aumentare gli incassi ed espandere il proprio brand.
-Qual è lo scenario più probabile per quanto riguarda la “nuova” sanzione della Uefa verso il Milan?
“A questo punto manca davvero poco, credo che domani scioglieranno gli ultimi dubbi.
E’ evidente che la Uefa in questo caso tende a dare molto peso ai precedenti e credo possa seguire l’esempio di Inter ed altre squadre. Potrebbe esserci una multa condizionata al alcuni parametri: si paga una parte fissa, mentre l’altra parte non si paga se si rispettano alcuni paletti. Probabilmente ci saranno anche una serie di limitazioni sia sul calciomercato che sugli ingaggi. Potrà essere imposto anche il pareggio di bilancio in tempi anticipati rispetto a quelle che sono le tempistiche triennali o magari sui singoli anni, come è accaduto all’Inter fino ad ora.”
-Ritiene verosimili le voci trapelate che parlano di una multa intorno ai 5-7 milioni?
“L’Inter ebbe 20 milioni di multa, quindi credo che sarà un po’ più rispetto ai 5-7 milioni che hanno scritto in questi giorni.”
-Quale Big italiana ha il maggiore potere d’acquisto in vista del mercato invernale? Si aspetta acquisti importanti che renderanno ancor più prestigiosa la Serie A?
“Il mercato di riparazione di solito non è un mercato in cui si possono fare grandi colpi. Per di più ci sarà una finestra molto limitata nel tempo e non ci sarà tutto gennaio per fare grandi operazioni. Mi aspetto operazioni mirate su alcuni giocatori che saranno ritenuti funzionali al progetto, intervenendo, appunto, dove si ritiene di avere carenze negli organici delle singole squadre. Le Big in questo momento hanno tutta la necessità di fare questo tipo di colpi. Non c’è una squadra che ha maggiore potere di acquisto, mettiamola così.”
-La Uefa è tornata ad indagare sulle “ricche” sponsorizzazioni ricevute dal PSG. Quali sanzioni potrebbero essere inflitte ai parigini?
“Dipende dalla volontà della Uefa di voler andare fino in fondo. Diciamo che in questi anni sia City che PSG hanno aggiunto, agli sponsor legati alle rispettive proprietà, anche sponsor diversi e quindi indipendenti per cui hanno rafforzato il proprio giro di affari.
Mi aspetto che la Uefa faccia definitivamente chiarezza: in particolare riguardo al doppio acquisto Neymar-Mbappè e su come verrà poi contabilizzato nei bilanci che la Uefa dovrà poi esaminare la prossima primavera. In quest’ottica è difficile fare una previsione perché è, appunto, una scelta politica.
PSG e City sono state sanzionate poco nel 2014 proprio perché ha prevalso la realpolitik (politica concreta basata su interessi) e non mi aspetto sinceramente che possa prevalere qualcosa di diverso dalla realpolitik nemmeno la prossima primavera per quanto ci sia molta pressione delle squadre tradizionali per far sì che certi comportamenti siano vietati dalla Uefa perché aggirano in maniera troppo plateale i paletti della Uefa.”
-Per la Lega di Serie A sarebbe cambiata qualcosa se Cristiano Ronaldo fosse stato acquistato dalla Juventus prima della vendita dei Diritti TV?
“Penso di sì, nel senso che rappresenta un’attrattiva in più e quindi sul tavolo si sarebbe potuto mettere anche questo. È difficile però poi dirlo perché le logiche del mercato sono state altre.
Ha pesato, soprattutto, il fatto che sia venuto meno un competitor come Mediaset Premium rispetto a Sky. Diciamo quindi che, in qualche modo, è venuto meno il presupposto dell’asta dal punto di vista industriale.
Certo, Cristiano Ronaldo avrebbe aiutato, però non credo che sarebbe stato determinante per vedere schizzare di molto i valori che poi sono stati pagati da Sky e DAZN alla Lega.”
-A differenza che in Italia, in Spagna, Inghilterra e Germania ad esempio l’azionariato popolare è molto diffuso. Quali sono i pro e i contro di questo assetto? In Italia manca la mentalità oppure non ci sono i presupposti?
“Partiamo dalla fine. Io credo che all’inizio dell’anno prossimo il nuovo governo dovrebbe varare delle norme per incentivare l’azionariato popolare. In particolare il Movimento 5 Stelle ha sempre sostenuto l’opportunità di ancorare una parte dei diritti TV alla valorizzazione di quelle società che si aprivano a forme diciamo di “azionariato diffuso” più che “popolare”.
Potrebbe esserci presto un quadro normativo più definito, mentre in questo momento non c’è, e di conseguenza tutte quelle iniziative che in molte tifoserie e molte piazze sono nate in questi anni per incoraggiare forme di azionariato popolare diffuso non hanno trovato mai terreno fertile.
Indubbiamente se andiamo a guardare le squadre che hanno i maggiori fatturati in Europa, pur in maniera diversa in base alla legislazione dei singoli paesi, sono strutturati su forme di azionariato diffuso.
Viene allora da dire che anche un apporto di questo tipo potrebbe essere positivo per le casse di molti club italiani.
Però, in mancanza di una legislazione chiara che vada ad incentivare questo tipo di strutture, le attuali proprietà hanno dimostrato fino ad ora molta gelosia nel voler conservare il potere all’interno del club e quindi per adesso mi risulta molto difficile pensare che iniziative di questo tipo possano avere successo.”
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