Esclusiva – G. Lodetti: “Estudiantes, Europeo con l’Italia e Rocco. Scettico su Ibrahimovic”

Giovanni Lodetti, ex calciatore del Milan e campione d’Europa con l’Italia di Valcareggi, ha raccontato il suo passato e ha commentato l’arrivo di Ibrahimovic in rossonero in esclusiva ai microfoni di Stadiosport.it

Giovanni Lodetti ex centrocampista degli anni 60 e 70. Protagonista del Milan di Rocco e Campione d’Europa con la nazionale di Valcareggi ci racconta la sua carriera e ci parla della situazione attuale di Milan e Sampdoria.

Come si è avvicinato al calcio? L: “Mi sono avvicinato come tantissimi ragazzi , giocavo nell’oratorio del mio paese. C’è stato un osservatore del Milan che mi ha visto e mi ha portato a provare lì. Il provino è andato bene e sono rimasto lì per 15 anni. La trafila è stata uguale a quella di tanti ragazzi”.

Stadio San Siro – (foto Esclusiva Stadiosport.it del nostro inviato Rocco Calandruccio) ©RIPRODUZIONE RISERVATA

Lei debutta in Serie A con Nereo Rocco, che cosa ha provato in quel momento? L: “Ho provato un’emozione incredibile, perché ero stato aggregato alla prima squadra insieme ad altri due ragazzi. Non avevo ancora 20 anni nel 1962 e il Milan andava a giocare a Ferrara l’ultima di campionato contro la Spal. Insieme agli altri due ragazzi giocai la partita del Giovedì a Rimini. Nel frattempo si fece male Dino Sani e Rocco pensò di farmi esordire. Andò bene perché vincemmo 3-0 e giocai abbastanza bene”.

I suoi genitori quando lei ricevette il primo stipendio da professionista che reazione ebbero? L: “Io avevo mio padre che faceva il falegname e guadagnava 48/50 mila lire al mese. Dopo la vittoria contro la Spal, Cesare Maldini consegnò all’Arena di Milano, dove ci allenavamo, i premi partita.Il mio premio fu di 140 mila lire. Io che ero distante da casa di circa 2,5 km li feci a piedi per paura che me li rubassero. Arrivai a casa e consegnai a mio padre questi soldi. Ci fu un’emozione generale, mia madre si mise a piangere, mio padre li contò, li mise via e non mi ha dato nulla. Fu un’emozione straordinaria”.

Nelle sue stagioni al Milan quale è stato il momento più bello e quale il più brutto? L: “Il più bello credo l’esordio, non mi aspettavo di esordire in quella partita e invece ci sono riuscito. Il momento più brutto è stata la vicenda durante il Campionato del Mondo in Messico nel 70. Fui convocato, ma poi si fece male Anastasi, venne chiamato un altro giocatore e io fui mandato a casa. Non hanno trattato il giocatore, ma la persona che non meritava sicuramente quel momento. Se fossi rimasto non avrei potuto essere trasferito, invece torno a Milano e vengo ceduto alla Sampdoria, dove mi sono trovato bene, ma i due mesi precedenti sono stati brutti”.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della Coppa Intercontinentale contro l’Estudiantes. Cosa ricorda di quella brutta serata? L: “Io credo che in quella situazione il Milan fece un piccolo errore, cioè quello di portare in Argentina Nestor Combin, che era considerato come un disertore del servizio militare. C’erano già stati degli accenni durante la gara di andata vinta da noi per 3-0 a Milano ma nessuno si sarebbe immaginato quello che poi sarebbe successo. In Argentina non ci fu una partita, fu una caccia all’uomo. Durante i calci d’angolo inseguivano Combin e io lo avvertivo di non andare in mezzo che lo avrebbero preso. A fine partita lo arrestarono e lo portarono via. Poi subentrò l’ambasciata Italiana ma noi decidemmo di non partire senza che lo avessero rilasciato. Aspettammo lì in campo 6/7 ore, alla fine lo rilasciarono, ma era conciato veramente male”.

Fra tutti i calciatori dell’Estudiantes per lei chi fu il più cattivo? L: “Credo Poletti, il portiere, che con una ginocchiata colpì Prati. Poco tempo fa in occasione del 50° anniversario di quella Coppa un ex calciatore dell’Estudiantes ad una radio argentina chiese scusa. Quella era una partita che non si doveva assolutamente giocare”.

Nel 1968 l’Italia vince l’Europeo. Cosa ricorda di quest’esperienza? L: “Esperienza meravigliosa, inoltre quello è l’unico titolo Europeo per la nostra Nazionale. Spero lo rivinca al più presto, ormai sono passati più di 50 anni. Io giocai la prima partita di finale contro la Jugoslavia a Roma, poi ebbi un piccolo fastidio e non giocai la seconda partita vinta per 2-0 grazie ai gol di Anastasi e Riva”.

Nel 1970 c’è il passaggio alla Sampdoria, dove ritrova da compagno, dopo che è stato avversario, Luis Suárez. Cosa ha provato nel giocare con lui? L: “Sono stato molto fortunato, credo che lui sia stato uno dei calciatori più forti di sempre. Aveva tutto, era un fuoriclasse. Professionalmente perfetto, il primo ad arrivare al campo, l’ultimo ad andare via, sempre pronto al sacrificio per i compagni, un calciatore di grande qualità e questo mi ha aiutato a superare quel momento delicato del trasferimento. Lui venne via dall’Inter quando già aveva un’età elevata e quindi soffrì di meno la lontananza. Con lui in squadra facemmo tre anni molto belli”.

Dopo Milan e Sampdoria ci furono Foggia e Novara. Cosa le hanno lasciato queste esperienze nel cuore? L: “Nel cuore l’entusiasmo di Foggia, il carisma che hanno i tifosi nel meridione è qualcosa di straordinario. Sono stato a Foggia due anni, il secondo con la promozione in Serie A. C’era Cesare Maldini allenatore (Mio ex compagno al Milan). Ricordo che tutta la città era rivestita di rossonero (case, balconi), non ho mai visto tutto questo calore. Sono rimasto soddisfatto e per me è stata una bella rivincita. Ancora oggi io sono in contatto con i miei ex compagni di quel Foggia. Settimana scorsa sentì Pirazzini che era capitano di quel Foggia. A Novara invece nonostante la squadra non fosse all’altezza neanche io avevo più lo stesso spirito e la stessa determinazione di prima. Non ho potuto purtroppo dare in quelle due stagioni altalenanti quello che avrei voluto”.

Con quali compagni ha legato di più fuori dal campo? L: “Nella vita privata sicuramente con Luis Suárez, ci vediamo spesso ancora adesso. Ultimamente, un mese fa si è radunato il gruppo del Milan che 50 anni fa ha vinto la Coppa dei Campioni e abbiamo festeggiato. Ho incontrato Malatrasi, Sormani, Pierino Prati, i figli di Rocco e anche dei ragazzi che all’epoca giocavano nelle giovanili ed erano con noi in prima squadra. Forse è stato il momento più emozionante degli ultimi anni”.

Lei ha giocato contro i più grandi del suo tempo. Chi è stato il più forte tra gli Italiani e chi il più forti tra i calciatori stranieri? L: “L’italiano più forte sicuramente Giacomo Bulgarelli, insieme a De Sisti e Juliano, anche se quello più terribile, che mi faceva ammattire, perché era robusto fisicamente, era Giorgio Ferrini del Torino. Tra gli stranieri sicuramente Suárez, anche se durante Milan – Manchester venni impressionato da Bobby Charlton, che ho marcato sia all’andata che al ritorno di quella semifinale”.

Si sarebbe mai immaginato dopo Milan- Ajax che Cruijff sarebbe arrivato a quel livello? L: “Era difficile poterlo valutare. Noi siamo stati fortunati ad averlo incontrato all’inizio, se lo avessimo incontrato due anni dopo, non sono se avremmo vinto quella Coppa Campioni. L’Ajax in quel momento stava venendo fuori con un gioco ampio e bello e lui cominciava a far vedere delle qualità straordinarie. Poi quella squadra dominerà negli anni successivi”.

Milan Channel e 7 Gold. Che esperienze sono state? L: “Sono state belle collaborazioni. Il nostro periodo dal 1960 al 1970 penso sia stato il più bello e il più divertente del calcio Italiano. C’era anche un tipo di contatto diverso con la gente e ancora oggi il richiamo di quel periodo e di quelli che lo hanno vissuto è abbastanza forte. All’epoca il calcio di Milano e le organizzazioni erano superiori agli altri. Sono stati bravi i dirigenti a creare squadre forti e soprattutto molto amici dal punto di vista del campo e dello sport. Io mi sono trovato abbastanza bene, esprimendo dei pareri avendo vissuto il calcio dal campo, perché c’è differenza dal guardare le partite dalla tribuna. Capita ancora oggi di andare ancora da qualche parte”.

Milan e Sampdoria si scontreranno il 6 Gennaio. Cosa ne pensa dell’arrivo di Ibrahimovic e della situazione delle due squadre? L: “Il Milan ha preso uno dei calciatori più forti degli ultimi 10 anni, ma ha la sua età, sono abbastanza scettico. Bisognerà vedere cosa sarà ancora in grado di dare a questa squadra. Non sarà difficile per lui perché non si può andare così male come nell’ultimo periodo. Mi auguro che i compagni che lo vedranno allenarsi possano cambiare un pochino. La Sampdoria sta facendo bene tra alti e bassi, ma Ranieri è arrivato da poco. Io spero che la Sampdoria riesca ad esprimere le qualità che ha, anche perché rispetto al passato la squadra non può dire la sua con tutti. In questo momento è una situazione difficile sia per la Sampdoria, sia per il Genoa”.

Luca Meringolo © Stadio Sport

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